I libri della ma vita - Bianca come il latte, rossa come il sangue (2010)

Creato il 24 maggio 2010 da Paola_granieri
Avrei voluto, per questo blog, tante cose.Doveva essere lo spazio per i miei cosiddetti "esercizi di stile", tanto per citare l'omonimo libro di Raymond Queneau che lessi molto tempo fa e che mi piacerebbe riprendere in mano, con una diversa consapevolezza data dal tempo che è passato, un posto dove mettere i pensieri in stand by in attesa delle folgoranti idee per quel libro tutto mio.
Avrebbe dovuto esserci tutto il mio mondo.Ne ho di post in sospeso che attendono di essere pubblicati.
Persino uno in cui dico addio.
Ebbene sì, non nascondo che il pensiero di chiudere il blog mi stia solleticando da un po'.
Non mi sento molto ispirata ultimamente, forse qualcuno avrà notato il silenzio dopo il nouvelle vague. Forse no. Ma non è questo il punto.
La mancanza di tempo dovuta al tirocinio, unita a tutta una serie di motivazioni personali su cui non mi sto a dilungare,tendono a farmi stare zitta.
Purtroppo al momento non mi sento di parlare al cuor leggero di futilità, ma neanche di massimi sistemi.
Comunque sia mi è venuta voglia di raccontare di nuovo qualcosa.
Più o meno dall'età della ragione, ho avuto un libro che segnasse ogni anno della mia vita.
Non perchè leggessi un solo libro in un anno, ma perchè quello che veniva scelto come "libro dell'anno" probabilmente aveva da dirmi quello che in quel momento avevo bisogno di sentirmi dire.
Mi piaceva molto andare da Feltrinelli la domenica mattina e perdermi nelle coloratissime copertine delle edizioni economiche fino a che non trovavo la lettura che facesse al caso mio, in genere mi bastavano poche righe per capirlo.
Negli ultimi anni questa cosa è un po' sfumata, perchè avendo sempre meno tempo, ho smesso di essere l'avida lettrice che ero una volta, anche se continuo a comprare libri più o meno con la stessa frequenza di prima, con l'unica differenza è che adesso questi hanno formato una pila accanto al mio letto e mi stanno piano piano sommergendo.
Per farla breve,i più arguti avranno capito che in questo post si parla di libri. O meglio, questo è il post di inaugurazione di una serie che parlerà di libri, partendo da quelli che hanno scandito periodi importanti della mia vita e che ormai ho imparato a memoria, a quelli che scoprirò e mi appassioneranno.
Ho deciso di cominciare proprio da quello che ha buonissime possibilità di diventare il libro del duemiladieci. Non l'ho ancora comprato, ma ciononostante è stato capace di farmi andare oltre la quinta pagina, cosa assai rara di questi tempi. Sarà che in un certo senso in questa storia mi rivedo.
Parlo dell'esordiente Alessandro D'Avenia, che con il suo "Bianca come il Latte, Rossa come il sangue" ha saputo scatenare in me il gusto e la curiosità di sapere come va a finire.
La trama parla del diciassettenne Leo, studente al liceo classico, che si divide tra le partite di calcetto con il suo migliore amico Niko, le confidenze con Silvia, il suo angelo custode o forse qualcosa di più, anche se lui non sa o non vuole rendersene conto e infine l'amore folle per Beatrice,amica di Silvia, capelli rossi, bellissima e irraggiungibile.Un bel giorno Beatrice viene colpita da un male subdolo e imprevedibile. E' attorno a questo che si dipanano le vicende di Leo e dei suoi amici, dove il dolore viene affrontato in una dimensione tragica e inconsapevole, scandita dal rosso della passione e della voglia di vivere e dal bianco dell'impotenza e della solitudine, in cui l'unica voce proveniente dal mondo adulto è quella dello stesso D'Avenia, che sceglie per sè il ruolo del giovane supplente di storia e filosofia, che piano piano, grazie alla sua grande passione per l'insegnamento, riuscirà a conquistare la fiducia del ragazzo fino a diventare per lui un punto di riferimento.
Ora, bisogna dire che non ho capito bene se questo D'Avenia è una schiappa o è maledettamente bravo.
Perchè il suo romanzo, all'apparenza una storia adolescenziale angosciosa e silente, che strizza l'occhio al mondo dei grandi classici, probabilmente nasconde una certa abilità narrativa volta proprio a suscitare nel lettore le sensazioni sopra descritte.
E se il suo obbiettivo era quello, l'ha centrato in pieno.
Il libro sembra proprio scritto da un diciassettenne, di cui viene trasmesso il totale senso di insicurezza, mascherato dal personaggio che Leo ha cercato di costruirsi agli occhi degli altri suoi coetanei, ma che facilmente può essere fatto vacillare.
Non vi dirò come va a finire, un po' perchè non voglio rovinare la sorpresa a nessuno, un po' perchè non avendo finito ancora il libro non lo so neanche io.
Posso dirvi però che ho un debole per i romanzi scritti dai trentenni.
Divisi tra la sindrome di Peter Pan e quella che pensano sia una certa saggezza maturata con le esperienze di vita, scrivono guardando con occhio bonario ai problemi esistenziali degli adolescenti, come se fossero un po' ancora anche i loro.
Magari non è così, ma diciamo che a me, che sono a metà strada, fanno questa impressione.

Alessandro D'Avenia,
Bianca come il latte, rossa come il sangue.
Pagg 254, euro 19
Mondadori
xoxo

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