Magazine Carriere

I licenziamenti facili

Creato il 29 ottobre 2011 da Pps @ppsposato

Non entro nel merito della discussione sui così detti licenziamenti facili, che, come al solito su queste tematiche, divide il paese tra sostenitori e detrattori. C'é chi ipotizza, come la Confederazioni Artigiani di Mestre, che l'applicazione delle nuove normative sui licenziamenti, presentate da governo, avrebbero generato nel periodo 2009 - 2011 un aumento della disoccupazione dall'attuale 8,2% ad un ipotetico 11,1% e c'è chi, come il Ministro Sacconi , sostiene che l'obbiettivo del governo non sono i licenziamenti facili, ma la creazione di condizioni per la crescita delle imprese e dell'occupazione.
Mi interessa maggiormente affrontare, avendone esperienza personale, i motivi per i quali il mercato del lavoro in Italia risulta essere ingessato rispetto a quello degli altri stati dell'Unione Europea.
Non  é corretto affermare che negli altri stati esiste la possibilità di adottare licenziamenti facili, ma esistono perlomeno tre differenze con la situazione italiana:

  1. le nostre organizzazioni sindacali erano ed, almeno in parte, sono ancora ideologicamente schierate e non avevano preso coscienza in tempo che, il rapido passaggio da un'economia nazionale ad una sovranazionale e poi ad una globale, non avrebbe permesso di mantenere attive certe condizioni privilegiate dei nostri dipendenti, rispetto a quelle dei colleghi di tanti altri paesi. C'é poi da sottolineare che, fatte salve le dovute eccezioni, i sindacati hanno sempre difeso, in occasioni di vertenze con l'azienda, i comportamenti dei lavoratori, anche quando questi erano chiaramente fraudolenti o negligenti.
  2. Un numero statisticamente troppo elevato di datori di lavoro, ben mimetizzati nella grande popolazione di imprenditori onesti, hanno da sempre adottato nei riguardi dei lavoratori comportamenti disonesti, immorali e, spesso, anche, illeciti, generando un sentimento di reazione generalizzato nei confronti della classe imprenditoriale.
  3. La magistratura del lavoro, almeno sino a pochi anni fa, era tendenzialmente schierata, sempre e comunque a favore del lavoratore, anche a fronte di evidenti comportamenti negligenti e/o fraudolenti, al punto che molti datori di lavoro erano e sono convinti che, all'atto pratico, sia impossibile licenziare i dipendenti, se non attraverso processi di mobilità.

Non é possibile, per ora, valutare se le nuove norme, ammesso che diventino legge, porteranno a licenziamenti facili o saranno adottabili solo in specifici casi di crisi aziendale; é lecito avere dei dubbi, visto, ad esempio, l'uso che é stato fatto dei contratti a tempo determinato e dei contratti a progetto. Certo é che, se non saranno posti dei correttivi ai tre punti di cui sopra, ben difficilmente il nostro mercato del lavoro, potrà diventare competitivo con quelli degli altri paesi industrializzati.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog