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Le ragioni del credit crunch

Creato il 11 gennaio 2014 da Pps @ppsposato
Le ragioni del credit crunch Sono di questi giorni i dati diffusi da Bankitalia sul credit crunch; a novembre 2013, secondo i dati diffusi da Bankitalia, la contrazione di prestiti alle società non finanziarie si è ampliata su base annua al 6 per cento, dal già negativo -4,9 per cento di ottobre. Fra i tanti interventi pubblicati per spiegare le ragioni del credit crunch, mi è sembrato interessante e molto diverso dagli altri quello postato da Pier Z. Saffiro su Linkedin. Lo riporto integralmente.
“Ma le banche hanno uomini in grado di valutare un progetto di crescita?”.

Non molti anni fa, senza tante procedure , un buon direttore di agenzia, visitava i suoi clienti e sapeva valutarli, da più punti di vista, e concedeva fidi, nei suoi limiti, ottenendo buoni risultati Sono stato, precedentemente, direttore amministrativo di aziende PMI e poi della più grande azienda italiana, privata, di servizi (7000 miliardi di lire anno). Non ho visto differenza di trattamento. Qualche errore lo facevano, trattando male i privati, personalmente risparmiatori ma poco esperti. Era amorale, ma ritengo limitato. Oggi, con tutte le procedure e senza più uomini validi, oppure oggi demotivati, si fanno cose oscene. Errori di comportamento vendendo azioni a valori diversificati e dando la colpa alla direzione, non rispondendo alle proposte dei clienti, incoscientemente (in alcuni casi) creando dei disguidi sproporzionati al problema. Anche per gestire solo le procedure, ci va gente che sa usare la testa in modo costruttivo e trasparente. Per un rientro da un affidamento da azienda in liquidazione, senza mai aver dato risposta alle proposte avanzate, ripetutamente e anche in forma scritta, senza alcun preavviso ho visto recapitare una lettera di sequestro su un bene da un milione di euro per 60 mila di scoperto, bloccando in tal modo anche gli affidamenti di altre società dello stesso gruppo. Noi stessi, e non siamo i soli, abbiamo annullato tutti gli affidamenti bancari cercando di lavorare con i capitali propri. Considerando che acquistiamo materie prime in quanto forniamo servizi, il lavoro di gennaio, tra lavorazione e incasso avviene (quando il cliente è puntuale, e non è più frequente) o dovrebbe avvenire cinque mesi dopo (senza RB). Ciò anche con multinazionali tedesche, francesi o giapponesi. Non parliamo poi delle laureatine di primo pelo negli uffici recupero crediti, o anche degli avvocati cui le banche si affidano per tali opere. Per esser gentili, uno squallore. Ci sono stati casi in cui mi sono dovuto rivolgere direttamente al Direttore Generale o all’Amministratore Delegato di primarie banche nazionali, per ottenere di più di quanto avrei richiesto,solo dopo avere presentato il caso.
Quante sono le PMI che possono o sanno resìstere in queste condizioni. E si che siamo una realtà che chiuderà il 2013 con un + 10% rispetto all’anno precedente. Ne ho viste proprio di tutti i colori.. 


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