Magazine Psicologia

I limiti della mente.

Da Elisabettaricco

I limiti della mente.In questi giorni finalmente con l’arrivo del caldo, abbiamo tirato fuori le nostre biciclette. Sabato mia figlia mi ha invitato ad un giro in bicicletta nella campagna correggese. E’ capitato che fosse davanti e che rispondesse ai messaggi di un imprecisato interlocutore. Naturalmente la sua bici, guidata con poca attenzione, ha in diverse occasioni fatto strane curve. La pista ciclabile tutto sommato stretta aveva da un lato un importante fosso ed un eventuale errore avrebbe potuto causare un po’ di problemi: avrebbe potuto come minimo finire in acqua e bagnarsi oppure cadere e magari farsi male seriamente. La mia ansia mi suggeriva di fare notare a mia figlia la probabile insidia, mentre la mia razionalità mi spingeva ad aspettare per darle la possibilità di rendersene conto ed acquisire una maggior consapevolezza del rischio.

Alcuni giorni fa leggevo un interessante articolo sulle regole del multipensiero. L’architettura cognitiva umana sembra imporre, nella maggioranza dei casi, di trattare un solo compito per volta. Leggere il giornale ascoltando una domanda, guidare parlando al telefono, ascoltare musica metre si studia, ascoltare un audiolibro, mentre si è impegnati nel bricolage etc. sono situazioni possibili, ma rischiose.

La scorsa settimana una mia giovane paziente di otto anni, rispondeva alla mamma, come spesso accade in modo logico, che era assurdo poter pensare di giocare al computer e aiutarla nei compiti contemporaneamente: “la mamma si distrae e non capisce, non mi ascolta e poi anche io vorrei giocare, se deve stare con me per i compiti come mi aveva promesso non può contemporaneamente giocare. Sorprendente a otto anni intuire la differente gradualità di attenzione!!!

Se è vero che siamo capaci di effettuare due o più attività contemporaneamente, per come visto nell’esempio di mia figlia (o nella foto), le ricerche suggeriscono una perdita di efficacia nelle situazioni di compiti multipli, in particolare quando si tratta di eseguire rapidamente un secondo comportamento, mentre un primo comportamento è già in atto. Per esempio se mia figlia fosse per strada in bicicletta e inviasse sms, avrebbe minore probabilità di reagire se la portiera di una macchina si aprisse all’improvviso.

La condizione peggiore è rappresentata dalla realizzazione di due compiti motori (frugare in una borsa e frenare). Lo stato attuale delle conoscenze sottolinea il pericolo potenziale nel quale ognuno incorre quando nella vita cerca di essere “multitask” ovvero attivarsi in più attività cognitive in contemporanea.

Per quanto riguarda mia figlia, la mia razionalità ha permesso che poco dopo chiudesse il telefonino per non riaprirlo più per tutto il giro in bicicletta, senza averle trasmesso ansia: ma quello sulle capacità dei genitori di permettere ai figli di vivere e sbagliare è un altro discorso… e voi avete esperienze di multipensiero? Siete allenati e capaci di sfuggire a questa regola?


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog