Mercoledì 12 Ottobre 2011 08:46
Un rapporto pubblicato dall'Investigation Agency (EIA) mette in luce il ruolo centrale svolto dai militari vietnamiti nel traffico illegale di legname alle frontiere del vicino Laos, un business da diversi milioni di dollari. Il Laos ospita alcune delle ultime foreste tropicali intatte del Mekong. Il rapporto dell'EIA Crossroads: il commercio illegale di legname tra Laos e Vietnam (Strade Traverse: il commercio illecito di tronchi tra Laos e Vietnam) rivela come il divieto laotiano di esportazione di tronchi grezzi sia regolarmente ignorato per alimentare la vorace industria di trasformazione del legno di Vietnam, Cina e Thailandia.
Nel corso di operazioni effettuate sotto copertura tra il 2010 e il 2011, gli attivisti dell'EIA si sono finti acquirenti di legname e hanno tracciato la mappa della corruzione e della mancanza di controlli, dalla frontiera del Laos fino ai porti e ai mobilifici in Vietnam.
Le foreste del Laos sono essenziali alla sopravvivenza di milioni di abitanti delle zone rurali e indigene, ma sono seriamente minacciate da uno sfruttamento eccessivo. I grandi volumi di legname illegale che quotidianamente attraversano i fragili confini del Lao, mettono anche in ginocchio la sua industria del mobile, ormai priva di materie prime.
Col pretesto di avviare progetti di piantagione e centrali idroelettriche, le imprese vietnamite hanno ottenuto il controllo di ampie aree di foreste del Laos. Col concorso di funzionari corrotti, le foreste vengono abbattute e il legname esportato verso i mobilifici vietnamiti, e di li, come prodotto finito, verso il mercato statunitense ed europeo.
Nell'ottobre 2010, gli investigatori hanno ottenuto un incontro con la società vietnamita di cooperazione economica (COECCO), e visitato il porto di Qui Nhon, documentando gli enormi cumuli di tronchi con segni di vernice verde e contrassegnati con etichette gialle recanti un nome vietnamita, riferente alla Compagnia di Cooperazione Economica - Ministero della Difesa (o COECCO). Un lavoratore portuale ha detto il 95 per cento dei tronchi venivano dal Laos e la maggior parte erano di proprietà dell'esercito vietnamita, della Zona militare 4.
Tronchi marcati in modo similare sono poi stati rinvenuti in un'area di stoccaggio tra i due punti di frontiera, e l'EIA ha avuto le prove che si tratta di operazioni di taglio legate alla costruzione della vicina centrale idroelettrica.
Nel maggio 2010, per scoprire i dettagli delle operazioni dell'impresa, gli investigatori dell'EIA si sono recati al quartier generale della COECCO a Vinh City, in Vietnam, dove hanno appreso che il commercio di legname col Laos si protraeva da oltre venti anni, e proviene in gran parte dalla costruzione di dighe, opere in mano a una manciata di imprese che hanno il permesso di abbattere le foreste dell'area.
Altra impresa che ha costruito le sue fortune sul traffico di legna,e tra Laos e Vietnam è il Gruppo Phonesack, il cui direttore è collegato direttamente il Governo del Laos. Il Gruppo Phonesack preferisce inviare i tronchi attraverso il confine, mentre perfino i propri impianti di lavorazione del legno cercano invano di ottenere la materia prima necessaria.
"L'EIA aveva già denunciato nel 2008 il commercio illegale di tronchi Laos e Vietnam, e le nostre ultime indagini dimostrano che purtroppo nulla è cambiato" commenta Faith Doherty, dell'Investigation Agency.
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