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I Love Marrakech..

Creato il 05 maggio 2011 da Paolo

I Love Marrakech..Pubblico volentieri  un paio di commenti che ho ricevuto da Francesca e da Anna, . Il primo possa servire a far capire quanto sia tranquilla e sicura la città. Il secondo per meditare sul timore di pancia che è tipico degli italiani (la città è colma di francesi, prime vittime, di spagnoli e inglesi). Rinnovo l’appello di non rinunciare alle vostre vacanze a Marrakech.  

 Ciao Paolo, sono rientrata ieri da Marrakech e scrivo sul tuo blog solo per incoraggiare tutti i viaggiatori ad andare, andare e andare.
Quello che è successo è triste ed è una ferita ancora aperta, ma Marrakech ti accoglie come sempre a braccia aperte. E credetemi è piena di turisti, famiglie con bambini, ragazzi di ogni nazionalità, non si respira paura, tutt’altro. Quello che è accaduto non appartiene al Marocco, l’ospite è sacro, ed oggi ancor di più Marrakech ti coccola e ti protegge.
Abbiamo preso il thè alla menta a le grand balcon mentre la piazza si animava, contrattato nei souk, siamo stati in un hammam e ci siamo goduti la pace del cortile del Riad.
Un fiore davanti al Café Argana, per ricordare le vittime, ma si va avanti. E’ stato un bellissimo viaggio.

Francesca  

Ciao a tutti. Beh, questo discorso su Marrakech o, più precisamente, sulla paure nell’andarci mi coinvolge esattamente come mi aveva fatto riflettere tantissimo relativamente al Mar Rosso. Certo, se una persona non se la sente, è giusto che rinunci. Tanto, non si godrebbe i posti, non avrebbe senso. Ma ciò che non capisco è questo diffondersi fra la gran parte degli italiani (già, sempre noi) di timori “di pancia”. Per quanto mi riguarda controllo sempre il sito della Farnesina prima di affrontare un viaggio ma se proprio loro non pongono lo sconsiglio… perchè rinunciare? Perchè è successo un fatto tragico come un attentato? Ma allora non dovremmo andare mai più a New York, Londra, Madrid.. e non mi risulta (per fortuna) che sia successo. O magari non andiamo a Los Roques perchè fra migliaia di aerei una volta ne è caduto uno … e così via… E qui mi vengono dei dubbi: non è che quando si parla di Paesi arabi cambi l’atteggiamento di tanta gente? Perchè altrimenti non mi spiegherei questa differenza nelle reazioni.  Oppure, non andiamo più a Roma perchè “metti mai succeda…” e così via. Con quale risultato? Egoisticamente di perdersi viaggo bellissimi.  E certo di danneggiare inutilmente l’economia di Paesi che sul turismo ci vivono e che per primi vogliono salvaguardare i turisti. Il fatto è che da noi le notizie sono sempre date in modo da creare allarmismo perchè “fa notiza” e ovviamente molti ci credono, non avendo altre fonti sulle quali basarsi. Ripeto: ci sono stata da cani nel vedere i servizi su Marrakech, su quella terrazza in cui tutti noi che abbiamo visitato una città così bella e unica siamo stati (ne sono sicura). Una tristezza incredibile. Ma questo non significa che non ci andrei, che c’entra? A parte che, come avete giustamente evidenziato, difficilmente questi episodi orrendi accadono di seguito negli stessi posti. Ma poi? Non usciamo più di casa? E poi, mi viene uno scatto di orgoglio. Un attentato (fra l’altro in un Paese con un situazione ben diversa dalla Libia o dalla Siria, ad esempio) è un modo molto efficace per diffondere il terrore in tutti noi. E allora no, non ci sto, non accetto, sarebbe un arrendersi a un gioco che che non posso nemmeno lontanamente accettare.

Ciao…Renza

 

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