«Hai letto che attacco?», mi segnala il mio lettore medio preferito. Confortante leggere oggi sul Messaggero Veneto un miratissimo direttore fare le pulci all’amministrazione comunale su un tema chiave: l’abc. Regola principale per chi è istituzione deve essere quella della verità. Se uno dice le bugie ai cittadini, ben vengano le legnate (verbali) sulle orecchie. Ben vengano, se è andata davvero così, anche le dimissioni. Sappiamo che non arriveranno.
La vicenda del parcheggio in Giardin Grande, di cui sento parlare da quando avevo il grembiule (di più lontana memoria tra le utopie solo l’evaporazione del passaggio a livello di Santa Caterina, l’ascensore verso il Castello e un sindaco di Udine di centrodestra), è pacchiana quant’altre mai. Ma la lista non è breve, ahinoi (noi generico, checcenefrega, noi non generico viviamo nella ridente campagna friulana dove i parcheggi pullulano). Abbiamo visto biciclette sportellate sulla pista ciclabile e un assessore che continuava col «vabenecosì»; un’altra assessora, nota per aver fatto la capotribù degli anarchici all’inaugurazione di una Corte Savorgnan zeppa di porchetta (ah, ci fossero stati gli aifon) premiata via Porcellum con un posto a Roma; una via Mercatovecchio che porta ancora i segni di una bozza di pavimento, senza che il pavimento sia stato poi cambiato, tipo quando una rompipalle ti arriva in casa a fare prove di Folletto e ti smacchia una piastrella, ma una sola.
C’è già aria di Friuli Doc, l’inguardabile e ingombrante sagrona che ci priverà dei nostri uffici per quattro giorni, e forse abbiamo il dente avvelenato? Ma no, è che davvero non se ne può più di annunci che non diventano mai fatti, di lamentele legittime di chi la città la vive, di continui rinvii di palle che sembrano invece addomesticabili. Lo vogliamo, per esempio, pedonalizzare seriamente il centro facendo capire in un mese anche ai commercianti contrari quanto meglio sarebbe?
Manca, a Udine, una amministrazione che ascolti. Che passeggi. Che parli con chi ci lavora. Un suggerimento piccolo piccolo al sindaco Honsell: salga in piazza XX Settembre, perché passare sotto non vale, e si metta a quattr’occhi, senza fotografo al seguito, con i pescivendoli. Perché se le cose le continuano a dire a me al bar, io le posso solo scrivere.
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