Nella Rete si discute di più e meglio che nei luoghi deputati dei partiti (assemblee di circolo, provinciali, regionali, nazionali, coordinamenti, etc). Questo vuol dire solo una cosa: che i cosiddetti luoghi deputati non sono sufficienti a stimolare e gestire un dibattito politico serio. Anzi, la mia esperienza in SEL mi porta a dire che i luoghi deputati sono lo strumento democratico utilizzato per prendersi gioco della democrazia, finzioni necessarie dove prevalgono maggioranze precostituite in maniera tutt’altro che democratica, passaggi obbligati (da uno statuto) che servono solo per convalidare decisioni prese altrove.
Sulla Rete invece da giorni migliaia di iscritti e simpatizzanti a SEL producono documenti, lettere aperte, testi di mozioni da presentare all’assemblea nazionale (altro luogo deputato dove viene disinnescata ogni critica): contributi alla discussione carichi di passione e capacità di analisi.
Da circa un mese alcuni iscritti romani hanno pubblicato un appello molto bello dal titolo significativo: Non affoghiamo nella vecchia politica la speranza rappresentata da SEL e il 30 settembre si autoconvocano a Roma per una riunione che, evidentemente, va fuori dal luogo deputato. Personaggi noti al mondo della rete, tra cui Giulio Cavalli, Alessandro Gilioli, Matteo Pucciarelli e Francesca Fornario propongono a SEL, ma anche agli altri partiti di sinistra, di attivarsi per una Cosa Seria. Nuova Onda è una comunità di Facebook che raggruppa gli iscritti a SEL che pretendono una maggiore democrazia interna al partito, funzionale alla costruzione di un’alternativa vera di governo. Da Ancona chiedono la convocazione di un’Assemblea Generale degli iscritti e sono decine le lettere di semplici iscritti o di gruppi regionali (come le Marche,) o provinciali (come La Spezia o Mantova) che chiedono a Nichi Vendola (ovvero al partito) maggiore trasparenza e condivisone.
E’ necessario cominciare proprio da qui, dai metodi: è necessario dotarsi di una democrazia effettiva, che sappia sfruttare il web. E’ necessario snellire la struttura dei partiti, eliminando tanti passaggi intermedi che servono solo a filtrare, fino ad occultare, il pensiero critico. Un mantra che ho sentito ripetere in tutti i consessi, fino allo svilimento, è stato “apertura ai movimenti”, “dialogo con le associazioni”. Eppure spesso chi pronuncia queste parole non si sa neppure di cosa si parla. Se vogliono davvero dialogare con associazioni e movimenti, almeno comincino a impararne il linguaggio, che è quello di una struttura organizzativa snella, con responsabilità periferizzate, e fortemente connessa alla realtà… attraverso Internet.