- Nocillo
Il nocino e le noci di san Giovanni
“… unguento unguento
mandame alla noce de Benevento
supra acqua et supra vento
et supra omne maltempo “.
Nocino è il nome con cui è conosciuto in Emilia Romagna, mentre nei quartieri più antichi di Napoli c’è ancora chi continua a riferirsi a questo liquore definendolo “merecina”, la medicina.
La ricetta più accreditata, infatti, prevede che nell’alcool vadano messi in infusione 13 noci, 13 chicchi di caffè crudi e 13 tostati, 3 chiodi di garofano, 3 cortecce di cannella e 3 cucchiai di zucchero.
La preparazione di questo “elisir-liquore” a parte i riferimenti numerologici è incentrata su di una ritualità
Erbe di san Giovanni
comune alle preparazioni tradizionali del nostro paese e le sue proprietà digestive, si devono alle spezie ed agli oli essenziali
contenuti nel verde e profumato mallo.
Altre erbe raccolte in questa notte hanno un potere particolare, sono in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprieta’ sono esaltate e alla massima potenza.
Le erbe più note da raccogliere nella notte del 24 sono: l’iperico detto anche erba di S. Giovanni; l’artemisia chiamata anche assenzio volgare e dedicata a Diana-Artemide; la verbena protettiva anch’essa e il ribes rosso che proteggeva dai malefici.
Oltre a quelle sopra citate erano anche ricercate: Vischio, Sambuco, Aglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino.
Con alcune di queste piante era possibile preparare “l’acqua di San Giovanni”: foglie e fiori di lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino una volta raccolte venivano messe in un bacile colmo d’acqua che si lasciava per tutta la nottata fuori casa.
Alla mattina successiva le donne prendevano quest’acqua e si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.
Altre erbe, usate nella medesima maniera davano origine ad altri tipi di acqua di s. Giovanni (ci sono delle variazioni tra regione e regione), che servivano comunque sempre contro il malocchio, la malasorte e le malattie, di adulti e bambini.
Inoltre, la notte di s. Giovanni, è legata a tantissime altre forme di divinazione, che utilizzano come base acqua e/o piante. Le divinazioni piu’ famose vertevano sull’indovinare qualcosa del proprio futuro amoroso e matrimoniale. Una di queste è quella del “piombo fuso”: versato nell’acqua si raffreddava velocemente e dalla forma assunta si traevano previsioni sul mestiere del futuro marito. Vi e’ anche una versione di questo metodo che al posto del piombo prevedeva l’utilizzo dello zolfo.
Si racconta poi, che in occasione della magica e rituale notte di San Giovanni, il 24 giugno, appena poco dopo il solsitizio d’estate, le donne con lunghe scale e piccoli panieri di vimini rivestiti all’interno con tele di sacco scomparivano nel buio della campagna, per poi riunirsi sotto il noce e la più esperta, a piedi nudi , saliva sulla scala, sceglieva le noci più adatte e più integre, le toccava appena per non togliere il velo di rugiada, e le riponeva delicatamente nel paniere. Nel frattempo nell’aia erano stati accesi dei falò: qui si depositavano a terra, su sacchi vuoti, le noci appena raccolte affinché potessero ricevere ancora, fino al mattino, la guazza notturna. Una volta tagliate in quattro le noci venivano poste, assieme all’alcool, in vasi di vetro ed esposte al sole per 40 o 60 giorni.
L’altra, quella che viene trasmessa oralmente nella mia famiglia ci dice che per ottenere un ottimo “nocillo” le noci verdi, non ancora mature dovevano essere rubate da una ragazza illibata, a piedi nudi la notte di San Giovanni. I tempi cambiano e anche i costumi e mi sa che ottenere un nocillo buono come quello delle nostre antenate riuscirà difficile, ma noi comunque ci proviamo lo stesso Il perche’ tutto ciò avvenga proprio nella magica notte di san Giovanni ha una duplice spiegazione: gli erboristi, definiscono questo periodo come “tempo balsamico”, la noce si trova nel suo momento migliore con i profumi derivanti dalla maggior presenza di linfa, oli e vitamine, mentre meno attendibile scientificamente ma sicuramente più seducente è invece, la tesi che attribuisce la scelta della data al solstizio d’estate che per il calendario precedente a quello Gregoriano non cadeva il 21 giugno, ma bensì il 24. Dunque, nella notte del trionfo della luce sulle tenebre, le streghe si raccoglievano sotto i rami degli alberi di noce per i loro demoniaci sabba.
Ma leggende e tradizioni a parte questo elisir è dunque entrato della tradizione culturale e gastronomica della nostra regione ed in particolare nei paesi vesuviani e nella Penisola Sorrentina.
Nocillo
Ingredienti:
- Alcol l. 1;
- 13 noci;
- 13 chicchi di caffé tostato;
- 3 chiodi di garofano;
- g. 3 Cannella;
- 1 noce moscata;
Preparazione
Tagliare le noci in 4 parti unirle all’alcol insieme ai chicchi di caffè a noce moscata appena schiacciata, i chiodi di garofano, e la cannella tritata,
L’infuso va lasciato nello spirito dentro un grosso barattolo ermeticamente chiuso e tenuto all’aperto al sole e all’aria, per 40 gg.
Passato detto tempo, si filtra l’alcool per liberarlo da tutti gli ingredienti che sono
in fusione, e si prepara uno sciroppo a parte con un bicchiere di acqua e 3 cucchiai di zucchero, facendola sciogliere sul fuoco al bollore.
Quando questa sarà fredda l’aggiungeremo all’alcol e lasceremo riposare il liquore per altri 40 giorni
Trascorso questo tempo si filtrerà ancora il nocino e si potrà servirlo;
E’ un ottimo digestivo, meglio dell Idraulico Liquido !!!
E non si butta niente….:-))infatti alcuni usano mettere a macerare gli ingredienti della fusione, in un litro di vino bianco secco, ottenendo una ottima preparazione che molto simile come gusto al vinsanto