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I manager di Made In Sud nei guai

Creato il 21 maggio 2014 da Makinsud

A Napoli la camorra si insidia ovunque, anche nel mondo dello spettacolo, trasformando ogni settore in un business. Così non solo la droga o i rifiuti costituiscono la sua fonte principale di guadagno, ma anche il mondo delle imprese. Infatti in questi giorni, un caso di complicità tra criminalità organizzata ed imprenditoria ha sorpreso tutti: due manager che si occupavano di spettacolo e televisione, tra cui il programma televisivo “Made in Sud”, sono stati accusati di aver riciclato e gestito denaro che proveniva dal noto sistema criminale.

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I due imprenditori, Clemente e Carlo Menzione, rispettivamente padre e figlio di 52 e di 29 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Torre Annunziata. Secondo le indagini svolte dal nucleo operativo delle forze dell’ordine, i due ex imprenditori gestivano per le loro attività denaro riciclato che proveniva da attività illegali, oltre ad aver fatto una serie di investimenti di immobili che hanno rivelato un certo legame con il clan camorristico dei “Di Gioia”. Gli artisti coinvolti negli spettacoli e nelle trasmissioni televisive organizzate dall’agenzia dei due imprenditori di spettacolo, tra i quali emergono noti cantanti e cabarettisti campani come Natale Galletta, Gigi Finizio, gli Arteca e molti altri, sono totalmente estranei ai fatti di cui sono accusati gli imprenditori. Un caso che lascia senza parole e che rappresenta, purtroppo, uno dei non pochi episodi di collusione delle imprese con la camorra.

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Inoltre, dagli elementi che sono emersi, grazie alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale dell’Antimafia di Napoli, è risultato il coinvolgimento di una terza persona, anch’essa in stato di arresto. Si tratta di Francesco Licastro, il cui ruolo in questo episodio è legato a gravi minacce finalizzate all’estorsione nei confronti di un imprenditore di onoranze funebri, il quale ha avuto il coraggio di denunciare. Il risultato di questo caso sono tre arresti e la sospensione della attività di spettacolo di cui si occupavano i due manager. In seguito agli arresti sono stati sequestrati dai carabinieri svariati beni mobili e immobili appartenenti agli imprenditori accusati, tra cui l’agenzia Music Live che organizzava eventi di spettacolo, attività commerciali e conti bancari. L’agenzia di spettacolo attraverso la quale padre e figlio riciclavano il denaro della camorra è nata agli inizi degli anni Novanta e da allora, fino al recente arresto dei due manager, ha visto artisti che a loro insaputa si esibivano in spettacoli organizzati nei luoghi frequentati dai boss dei clan.


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