Vincent Van Gogh – autoritratto
Il mio tramite per avvicinarmi alla figura del pittore olandese, è stata una canzone di un bel po di anni fa, l’autore ed esecutore è Don McLean, il titolo “Vincent” tratto dall’album American Pie del 1971. Conosciuta anche come Starry Starry Night, in riferimento al dipinto Notte stellata di Vincent van Gogh.
L’autore nei suoi versi manifesta una profonda ammirazione non solo ai lavori del pittore, con vari riferimenti nel testo, ma anche all’artista stesso in quanto uomo.
Nel nostro paese nel 1973 il pezzo fu colonna sonora dello sceneggiato televisivo Lungo il fiume e sull’acqua .
E da questo punto che sono arrivata al bellissimo libro di Giovanni Montanaro “Tutti
Giovanni Montanaro – Tutti i colori del mondo
colori del Mondo” edito da Feltrinelli.
Il romanzo è una lettera della protagonista, Teresa, a Vincent Van Gogh. Sincera, dolce e nello stesso tempo delicata, è la vicenda di due anime intrappolate nella realtà del proprio tempo, una storia d’amore irrealizzabile. Il racconto di due cuori puri, incantati da tutti i colori del mondo
Nell’aprile dell’1885 il pittore olandese Vincent Van Gogh realizza I mangiatori di patate (olandese: De Aardappeleters) è un dipinto ad olio su tela di cm 82 x 114 ed è conservato al Museo Van Gogh di Amsterdam
E’ il quadro più importante del periodo olandese di Van Gogh, prima del suo trasferimento a Parigi. Si dedicò a quest’opera per quasi un mese ( dal 13 aprile fino all’inizio di maggio), ne esegui’ più versioni, apportando alcuni cambiamenti successivamente ma sempre nello stesso anno con un piccolo pennello.
Questo è anche il periodo che coincide con la sua vocazione religiosa che comincia
in Inghilterra, predicando accanto ad un pastore metodista di nome Jones.
Nel 1877 rientrò a Etten, il villaggio in cui abitavano i genitori. Fu lo stesso padre, anch’egli pastore, che volle favorirne la vocazione mandandolo ad Amsterdam per iscriversi alla facoltà di teologia, ma Van Gogh non superò gli esami di ammissione.
Iniziò così a predicare, pur non avendone titoli ufficiali. L’anno dopo si trasferi’ a Borinage, centro minerario belga, dove visse a stretto contatto con i minatori, ed è proprio qui che matura il suo amore per i poveri, i derelitti, le persone sfortunate.
I Mangiatori di Patate – Vincent Van Gogh
Ed proprio in questa sua opera che ritroviamo questo suo legame affettivo con i poveri. Lo dipinse a Nuenen, dopo altri burrascosi anni in cui egli viaggiò in Francia, in Belgio, e dopo la sua convivenza a L’Aja con Sien. Quando troncò la relazione decise di andare in campagna dove iIniziò ad interessarsi ai contadini. Qui in difficoltà finanziarie, raggiunse anche il padre che si era trasferito per i suoi impegni di pastore, ma non volle andare a vivere con la famiglia, e prese in affitto due stanze: in una abitava, nell’ altra dipingeva.
Il quadro presenta, all’interno di una povera stanza, alcuni contadini che consumano il pasto serale servendosi da un unico piatto di patate, mentre una di loro sta versando il caffè.
Van Gogh è molto legato a questo soggetto in quanto si sente come “uno di loro”, anche i contadini come lui soffrono ed egli trova ingiusto il fatto che nonostante tutti i loro sforzi ed i loro sacrifici debbano vivere in modo così misero; viene sottolineata la continua fatica fisica di chi ha consumato, giorno dopo giorno, la propria vita nel lavoro dei campi: per questo motivo l’artista è come se volesse esaltare il cibo dei poveri.
Bozzetto dei Mangiatori di patate
Ed è lui stesso che racconta riguardo la sua opera: “Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole”.
Lettera di Vincent Van Gogh a suo fratello Theo con il bozzetto del quadro
Ad una realtà tangibile si sostituisce l’interpretazione della stessa. La luce, provenendo dall’alto e colpendo perciò soltanto alcune parti, provoca contrasti chiaroscurali e ne accentua la caratterizzazione dei volti, delle mani, degli abiti. Inconsueta è la rappresentazione del volto e delle mani dipinti in una maniera canzonatoria: qui l’autore vuole esagerare e nello stesso momento intensificare la realtà (la caricatura e la deformazione sono, infatti, un’esagerazione della realtà stessa, al fine di renderla più intensa). Il colore è monocromatico e richiama le tecniche fiamminghe; ciò fa sì che l’occhio non sia compiaciuto ma percepisca la realtà attraverso l’interiorità dello stesso Van Gogh.
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