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Il racconto del martirio di un’intera legione, i cui effettivi regolari erano normalmente di circa seimila uomini (6660 secondo alcune versioni della Passio) suscitò presto il desiderio di conoscere i nomi e le vicende dei molti martiri caduti con Maurizio.
Secondo la versione ufficiale sarebbero solo due i soldati scampati all’eccidio di Agaunum: Urso e Vittore. Varie leggende integrarono però la Passio Acaunensium martyrum narrando le vicende di alcuni componenti della legione sfuggiti al martirio di Agaunum e per lo più rifugiatisi nel nord Italia. Inoltre un po’ ovunque sorsero leggende che mettevano in relazione santi venerati localmente alla legione tebana. Si stima che siano circa 400 i santi collegati in qualche modo a questa formazione militare. Molti di essi non sono neppure chiaramente identificabili e delle loro vite si sa molto poco.
Nel 1586 il pontefice Gregorio XIII promosse la pubblicazione di un elenco ufficiale dei martiri venerati come santi, il Martyrologium Romanum, in sostituzione dei numerosi elenchi di santi tramandati dalle chiese locali. Successivamente aggiornato, l’ultima versione di questo “Who’s who” dei santi martiri è del 2001. Si tratta di una versione aggiornata e riformata, secondo quanto previsto dal Concilio Vaticano II, della precedente edizione, che risaliva al 1956. Da esso sono stati esclusi i santi e i beati per i quali mancavano notizie certe e documentate. Pertanto l’appartenenza alla Legione Tebana di molti santi, molti dei quali tuttora venerati, non viene più considerata come attendibile dalla Chiesa Cattolica.
Di seguito vi propongo un elenco di alcuni dei santi “tebei. Si tratta di un elenco indicativo e assolutamente sommario. Eventuali segnalazioni e correzioni saranno utili e ben gradite.
Santi Urso e Vittore, venerati in Svizzera a Soleure (sant’Urso) e Ginevra (san Vittore). Sono gli unici accettati dal Martyrologium Romanum come facenti parte della legione tebea in quanto i loro nomi compaiono nelle fonti più antiche.
San Defendente di Tebe dal secolo XIV godette di largo culto nell’Italia Settentrionale, nelle città di Chivasso, Casale Monferrato, Mescia, Novara, Lodi, ecc. La festa era il 2 gennaio e lo si invocava contro il pericolo dei lupi e degli incendi. Nel Cusio chiese a lui dedicate si trovano a Casale Corte Cerro e a Ronco Inferiore di Pella.
Santi Innocenzo e Vitale, venerati in Svizzera.
Santi Carpoforo, Alessandro, Cassio, Fedele, Essanto, Severo, Secondo, Licinio. Secondo la tradizione questo gruppo di scampati raggiunse Milano, dove fu arrestato. Fuggiti nuovamente sarebbero giunti nella zona di Como dove sarebbero stati uccisi e dove sono oggetto di venerazione. Alessandro sarebbe invece fuggito verso Bergamo dove fu arrestato e martirizzato, diventando in seguito il patrono della città.
San Besso, venerato particolarmente nel Canavese e in Valle d’Aosta.
Santi Avventore, Ottavio e Solutore, particolarmente venerati a Torino, città di cui sono considerati i primi martiri e in cui sono conservate le reliquie fin dal 1584.
Santi Cassio e Fiorenzo, fuggiti verso la Germania e venerati come martiri a Bonn.
San Marchese, il cui corpo sarebbe stato rinvenuto nel 1604, durante l’esecuzione di alcuni scavi vicino al castello di Altessano associato a documenti che ne avrebbero assicurato l’appertenenza alla Legione tebea.
San Magno, venerato nel paese di Castelmagno.
San Maurizio rimane il più importante dei martiri tebei. Non sono pochi i paesi, come San Maurizio d'Opaglio, che tramandano nel nome il ricordo del passaggio del santo e dei suoi santi soldati nella loro marcia verso le Alpi. Si tratta naturalmente di racconti non suffragati da alcun tipo di documentazione, ma la venerazione popolare ha trasformato in realtà storica quello che in origine fu forse la dedicazione di un edificio di culto, da parte di uno sconosciuto benefattore, ad un santo incontrato durante i viaggi oltre le Alpi. Un santo che probabilmente si voleva ringraziare per l’aiuto avuto nel successo di un’impresa militare o commerciale.
È raffigurato tradizionalmente nella sua armatura e, in Italia, porta una croce rossa.
È patrono degli alpini, delle guardie svizzere e dell'Esercito Francese Alpino. È anche il patrono della casa Savoia, che per un certo tempo dominò il Vallese. Per la devozione verso il santo nel 1434 il duca Amedeo VIII fondò l’Ordine Cavalleresco e Religioso di S. Maurizio, che nel 1572 venne fuso con l’Ordine per l’Assistenza ai Lebbrosi di S. Lazzaro dando vita all’Ordine Mauriziano.
La vicenda più straordinaria che riguarda San Maurizio è quella, tuttavia, che lo lega alla storia del Sacro Romano Impero. Una vicenda che si collega a un oggetto che, secondo la leggenda, salvò l’Europa dall’Apocalisse…
(continua)
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