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I Maya: arte e civiltà (parte terza)

Creato il 07 dicembre 2012 da Lory663
I Maya: arte e civiltà (parte terza) Un elevatissimo e meno numeroso gruppo di sacerdoti si dedica invece esclusivamente alla scienza: non amore per la scienza per se stessa però, ma, in quanto essa può servire alla religione. La matematica è sviluppatissima, e così pure l'astronomia. I sacerdoti posseggono osservatori per la contemplazione del firmamento e, nei loro calcoli, sono giunti a risultati sorprendenti, specie per quello che riguarda le rivoluzioni lunari, i movimenti di Venere, di Mercurio, di Marte, di Giove e di Saturno, hanno fissato una cronologia degli avvenimenti riguardanti la storia dei Maya e, soprattutto durante il Vecchio Impero, si sono dati cura di tramandare gli avvenimenti più importanti mediante alte stele commemorative: su di esse, gli scalpellini hanno scolpito a rilievo i segni della scrittura maya che solo i sacerdoti sanno leggere: questa scrittura, del resto, sino ad oggi non è stata decifrata che in parte. Sono ancora i sacerdoti che fissano gli schemi iconografici, i motivi ornamentali, la pianta dei templi e dei palazzi: per questa ragione, l'arte maya , anche se piena di fascino, è piuttosto convenzionale; la fantasia e la sensibilità dell'artefice ha solo infatti agio di manifestarsi quando esegue piccoli lavori d'artigianato, che non siano di destinazione ufficiale.
Pochi invece sono i documenti rimasti in carta maguey scritti dai Maya, sia col sistema pittografico che geroglifico: il Codice Peresiano, conservato a Parigi, quello Dresdense, conservato a Dresda e quello Tro-Cortesiano, conservati a Madrid, sono stati compilati in epoca piuttosto recente, di poco anteriore alla conquista spagnola. Fra i manoscritti più interessanti, perchè ricchi di dati e formule magiche e profetiche, sono quelli detti del Chilam-Balam, e il Popol Yuh; quest'ultimo fu probabilmente compilato all'epoca della conquista spagnola, ma riporta credenze antichissime sulle divinità., l'origine degli uomini e delle cose.
La "cosmogonia" dei Maya è senza dubbio fra le più immaginifiche di tutti i popoli primitivi: in origine -riporta il Popol Yuh - gli dèi crearono alcuni uomini di legno i quali, dopo qualche tempo, si mostrarono così ingrati e malvagi da dimenticare i propri creatori. Accadde allora che gli oggetti di cui questi uomini si servivano, sconvolti dalle loro male azioni, si ribellarono ai loro padroni e mossero loro guerra. I pochi uomini scampati dalla "rivolta degli oggetti" furono i capostipiti delle scimmie; ma intanto gli dèi avevano fatto un altro tentativo per creare uomini migliori: avevano cioè creato quattro uomini generandoli dalle pannocchie di granoturco, e da essi discesero gli uomini di tutta la terra americana.
La profezia dei Maya
I Maya: arte e civiltà (parte terza)  La profezia dei Maya che stabilisce la fine del mondo il 21 dicembre 2012, pone le sue radici nel calendario da essi utilizzato. 
Si tratta di un calendario molto elaborato, basato su più cicli di durata diversa:
* il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni.
* il ciclo Haab aveva una durata di 364 giorni, più il “giorno fuori dal tempo”.
* il Lungo computo indicava il numero di giorni dall’inizio dell’era maya.
Ad esempio, la data del 5 luglio 2006, espressa nel calendario maya, è: 9 Caunac (Tzolkin), 12 Tzec (Haab), 12.19.13.7.19 (Lungo computo).
  1. Il ciclo Tzolkin Il ciclo Tzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso basato su due cicli più brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20. La combinazione di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13×20 = 260) , il ciclo Tzolkin appunto.
Ogni giorno entrambi i cicli avanzavano di uno. Il primo ciclo seguendo una sequenza numerata da 1 a 13. Il secondo seguendo una sequenza di nomi: Ahau, Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Caunac.
La sequenza risultante era quindi: 1 Ahau, 2 Imix, 3 Ik, 4 Akbal, eccetera. Arrivati a 13 Eb si riprendeva a contare da 1, ma la successione dei nomi continuava: 1 Ben, 2 Ix, 3 Men, eccetera. Allo stesso modo, terminata la serie dei nomi con il 7 Caunac, si ripartiva da Ahau senza azzerare la numerazione: 8 Ahau, 9 Imix, 10 Ik, e così via. (Quindi i giorni con lo stesso nome non si succedevano con una numerazione progressiva, come accade nei calendari in cui i giorni sono raggruppati per mese, ma secondo la posizione che occupavano nel ciclo di 13 giorni, la sequenza quindi era: 1, 8, 2, 9, 3, 10, 4, 11, 5, 12, 6, 13, 7.)
I giorni con lo stesso nome e lo stesso numero si ripresentavano quindi dopo un intero ciclo Tzolkin, cioè ogni 260 giorni (essendo 260 il minimo comune multiplo tra 13 e 20).  
  • Il ciclo Haab Il ciclo Haab, lungo 360 giorni, era un calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18 “mesi” di 20 giorni, con i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni: questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati.
I giorni del mese erano numerati da 0 a 19: i maya infatti conoscevano lo zero, probabilmente secoli prima che venisse indipendentemente scoperto in India.
Le date del ciclo Haab e quelle del ciclo Tzolkin ritornavano a corrispondere tra loro ogni 52 cicli Haab, pari a 73 cicli Tzolkin, pari a 18980 giorni: 18980 è infatti il minimo comune multiplo tra 365 e 260. Il giorno iniziale di questo periodo era il 4 Ahau (Tzolkin) 8 Cumku (Haab).
  • Il Lungo computo Non si usava numerare gli “anni” né del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20. Precisamente si trattava di un numero di cinque “cifre”: la prima (quella delle “unità”) in base 20, la seconda (le “decine”) in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste “cifre” si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente); nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.18 (corrispondente al 5 luglio 2006).
Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 20×18×20×20×13 = 1872000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19), la quinta invece andava da 1 a 13. Il primo giorno era il 13.0.0.0.0 (4 Ahau nel ciclo Tzolkin).
L’unità più piccola del Lungo computo era il giorno, detto K’in.
I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:
* 20 giorni (prima cifra): uinal
* 360 giorni (seconda cifra, 18×20 = 360): tun
* 7200 giorni (terza cifra, 20×360 = 7200): k’atun
* 144000 giorni (quarta cifra, 20×7200 = 144000): b’ak’tun
* la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1872000 giorni (13×144000 = 1872000).
Secondo i maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un’era del mondo; il passaggio da un’era all’altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso, che secondo la mitologia maya è il quarto, è iniziato il 11 agosto 3114 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012.
Ma chi ha parlato della fine del mondo? Secondo Sandra Noble:”«Rendere il 21 dicembre 2012 come un Giorno del giudizio o un momento di cambiamento cosmico è una completa invenzione e una possibilità per molte persone di fare profitto.» La fine di un ciclo del calendario era infatti vista dal popolo maya semplicemente come occasione di grandi celebrazioni per festeggiare l’ingresso nella nuova era, in questo caso il sesto ciclo.
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