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i mercenari 2

Creato il 28 agosto 2012 da Albertogallo

THE EXPENDABLES 2 (Usa 2012)

locandina i mercenari 2

Rest in pieces!

I Sacrificabili sono tornati, più forti che mai: ed è subito capolavoro. Detto con ironia, certo, ma nemmeno troppa: se anche The Expendables 2 (banale il titolo italiano) non riesce a essere per l’action movie ciò che Gli spietati fu per il western (non solo per la questione senilità, qui affrontata in modo non particolarmente approfondito, ma anche per tutti quegli elementi metanarrativi e postmoderni che contribuiscono a rendere questo film una sorta di discorso nostalgico e citazionista su un certo tipo di cinema di serie b degli anni Ottanta-Novanta allo stesso modo in cui il capolavoro di Clint Eastwood ragionava su un altro tipo di cinema – il western appunto), se anche non ci riesce, dicevo, be’, poco ci manca. Raggiungendo, forse anche grazie al cambio in cabina di regia (Simon West – già autore di Professione assassino e soprattutto del sottovalutato capolavoro Con Air – ne sa ben più del pur volenteroso Sylvester Stallone), vette di fracasso, sentimenti a buon mercato e puro divertimento (qua e là autoironico ma il più delle volte assolutamente serissimo) che il primo episodio solo a tratti riusciva a sfiorare.

Ma una cosa è certa: un grande film merita una grande recensione. Perciò ecco a voi… il classificone di The Expendables 2! In rigoroso ordine crescente.

Voto 1 ad Arnold Schwarzenegger: l’ex governatore della California pare invecchiato e stanco, e sembra essere capitato sul set quasi per caso. Le sue (poche) battute sono fra le più fiacche, ma il modo in cui scardina la portiera della Smart perché “lì le mie gambe non ci stanno” è da antologia.

Voto 2 all’ironia: quando una pellicola che per il 90% del suo tempo risulta involontariamente comica (ma attenzione, non è una critica: è anzi uno degli elementi che più mi sono piaciuti del film) cerca di fare dell’ironia volontaria i risultati sono generalmente imbarazzanti. Ed è per questo che l’apparizione di Chuck Norris è parzialmente sciupata, piuttosto che esaltata, dal motivetto morriconiano (Il buono, il brutto, il cattivo) che la accompagna. Norris fa sbellicare dalle risate anche quando sta fermo e zitto, che bisogno c’era di rendere il senso di ridicolaggine ancora più esplicito? Anche la battuta “Manca solo Rambo” è decisamente fuori luogo in un film in cui lo spettatore non fa altro che pensare per tutto il tempo che manca solo Rambo.

Voto 3 a Stallone che cerca di fare un’espressione addolorata: amico mio, in vita tua hai trascorso decisamente più tempo in palestra che alla scuola di recitazione, perché adesso, a sessant’anni suonati, vuoi renderti ridicolo? La tua paresi facciale ti ha reso celebre in tutto il mondo, non cominciare ora a fare il De Niro dei poveri. Però apprezziamo tutti sinceramente il tentativo.

Voto 4 alla cinese co-protagonista del film, di cui proprio non ricordo il nome. Una regola fondamentale degli action movie più zarri è l’imprescindibile presenza di bonazze di alto livello: qui, al contrario, siamo decisamente scarsini. Un po’ di tette&culi non avrebbero guastato.

Voto 5 agli effetti speciali. Meno artigianali di quelli del primo episodio, ma niente di particolarmente memorabile.

Voto 6 all’ironia della sorte: l’episodio scatenante di tutto il film è la morte del giovane Billy (Liam Hemsworth), un assassino, ok, ma tanto un bravo ragazzo, innamorato di una tizia carina di Parigi, amante (pure troppo) degli animali e tutte ‘ste cose qui. Poi lo ammazzano con una coltellata al cuore, e i Sacrificabili cercano in tutti i modi di vendicarlo, soprattutto Stallone, che gli si era tanto affezionato. Poco dopo l’uscita del film è morto pure il vero figlio di Sly (già in Rocky V). Brutta faccenda.

Voto 7 a Scott Adkins. Forse a molti di voi questo nome non dirà niente, ma l’eroe di Undisputed III: Redemption è un mito assoluto per chi, come me, ritiene Yuri Boyka non solo un grande personaggio ma soprattutto un esempio da seguire.

Voto 8 alla cazzonaggine del tutto. A fare un meta-action movie ci aveva già provato lo stesso Schwarzenegger nel 1993 con Last action hero (diretto nientemeno che da John McTiernan); e pure pellicole mediocri come Red avevano provato a trasportare il genere in un “oltre” citazionista e senile. Ma si trattava di progetti che si prendevano troppo sul serio, risultando alla fine inutili e pretenziosi (nel finale di Last action hero veniva tirato in ballo pure Il settimo sigillo… Ma per favore). The expendables 2, invece, lascia da parte qualsiasi considerazione colta e pretesa intellettuale per dedicarsi interamente a una trama magnificamente improbabile, incongruente e fine a se stessa. Solo spari ed esplosioni, si fotta tutto il resto! Che poi, a ben vedere, qualche sprazzo di genialità non del tutto superficiale si trova anche nella sceneggiatura di questo film, come nel bellissimo (davvero) scambio di battute tra una contadina albanese e Stallone: “Di dove siete?”, gli chiede lei; “Siamo americani”, risponde lui; “Fanculo”, si oppongono gli altri, “Io sono svedese”, “Io cinese”, “Io sono negro”. Magnifico inno all’amicizia senza frontiere.

Voto 9 a Chuck Norris e alla sua dentiera. Ma pure Jean-Claude Van Damme se la sfanga alla grande, uccidendo il povero Billy con un calcio dei suoi a conficcargli un coltello nel cuore. Dolph Lundgren non si regge più in piedi, ma proprio per questo pure lui fa simpatia. Bruce Willis invece se la tira un po’, lui che ha fatto pure qualche film d’autore: poteva dare di più.

Voto 10 al film nel suo complesso, il tributo più sgangherato, improvvisato e fracassone al cinema d’azione e, di conseguenza, alla nostra infanzia che mai si sia visto sul grande schermo. Ora non ci resta che aspettare il terzo capitolo della saga, in cui ci piacerebbe vedere, tra gli altri, anche Steven Seagal, Danny Trejo, Jackie Chan per la quota asiatica, Wesley Snipes per quella afroamericana e Vin Diesel a rappresentare le nuove generazioni.

Alberto Gallo



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