Ancora una volta Facebook è nell’occhio del ciclone. Questa volta, l’accusa rivolta ai gestori del social network sarebbe quella di non rispettare la privacy dei suoi utenti, divulgando messaggi considerati privati.
Sarebbe, infatti, capitato ad alcuni utenti francesi, inglesi e statunitensi di ritrovare sulle proprie timeline (il diario, ormai di default su tutti i profili) messaggi considerati appunto privati, che avrebbero dovuto essere archiviati nella inbox personale.
A quest’accusa i gestori rispondono dicendo che non è violazione della privacy. Gli informatici del gruppo, il cui titolo nel frattempo ha perso a New York il 9%, hanno fatto tutti i controlli richiesti per fare chiarezza su questi episodi; i messaggi comparsi sulle timeline, tutti di un periodo compreso tra il 2007 e il 2009, non sarebbero infatti messaggi privati, bensì post pubblicati direttamente sulle bacheche, pertanto visibili pubblicamente anche in precedenza.
Sono sempre gli informatici, poi, a spiegare il perché di questo generale allarmismo, che si sta già propagando tra gli utenti italiani. Nel periodo tra il 2007 e il 2009, infatti, la piattaforma di Facebook non era come la vediamo noi oggi, i messaggi privati non erano usati come mail personali e sulle bacheche la gente condivideva molte più informazioni. Il risultato, vedendo l’utilizzo attuale dei social network, è che rivedere propri post con contenuti personali fa un certo effetto: oggi quasi nessuno si sognerebbe di condividere contenuti strettamente personali su una bacheca visibile da tutte le migliaia di amici che vi possono accedere.
Insomma, la lezione è sempre la stessa: l’attenzione a ciò che si pubblica online deve essere massima, solo così si possono evitare incidenti di questo tipo.
Veronica Sgobio
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake