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I metabolizzatori di energia

Creato il 29 settembre 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Bolling water

Credit: Scott Akerman

Per affrontare questo post dovremmo probabilmente tirare in ballo almeno metà dei trattati di fisica, tanto che ne risulterebbe un discorso complicato e sufficientemente ostico. Ho deciso, perciò, di affrontare l'argomento come una chiacchierata tra amici seduti tranquillamente ad un tavolo di un bar.

Tutto parte da una banale considerazione: oggi, lo stato e l'evoluzione dei sistemi di comunicazione è una realtà planetaria, mentre nei decenni passati, la loro influenza era circoscritta solo ad alcuni stati tecnologicamente più sviluppati rispetto ad altri.

Ora, la situazione è globalizzata e siamo tutti coinvolti direttamente, come fornitori, fruitori e metabolizzatori di energia.

L'energia derivata dalle diverse trasformazioni, dal combustibile fossile al nucleare, pulita, free ecc, produce energia elettrica pronta per l'utilizzo domestico, industriale, globale e per le comunicazioni su scala planetaria. Ma la fisica ci insegna e dimostra ampiamente che niente ci viene regalato, nel processo produttivo spendiamo fino all'ultimo centesimo.
Tra il lavoro di trasformazione compiuto dal sistema e il consumatore ultimo c'è una grande dispersione dovuta a molteplici fattori. Basta pensare, ad esempio, agli elettrodotti utilizzati per la distribuzione di energia elettrica su grandi distanze; ai ponti attivi, passivi, rigenerati, ai satelliti, alle installazioni che fanno uso di radar di discrete dimensioni, in ambito civile e militare.

D'altra parte la tecnologia moderna, in generale, funziona per compromessi e noi non siamo ancora una civiltà tecnologicamente avanzata come si potrebbe pensare.
All'interno dei nostri cellulari, tablet, laptop 2 + 2, forse fa 4!
I processori eseguono dei calcoli e altri sistemi ne controllano l'esattezza prima di visualizzare il risultato. Così, prima o poi, il 4 esce ma il risultato è una resa assolutamente in difetto rispetto alla fonte.
Paghiamo un tasso davvero alto per permetterci una qualsiasi apparente comodità e i compromessi lasciano spazio ad una parte di "danno collaterale", stimato, calcolato sempre presente ma comunque innominato.

Purtroppo la nostra tecnologia è legata per un buon 80% all'elettricità ed è ulteriormente resa complessa, e quindi statisticamente più fragile, dalle parti che la compongono, in bilico l'una con l'altra.

E come spesso si sente dire, potenziali cataclismi naturali ci potrebbero letteralmente spegnere e noi torneremmo indietro nel tempo come vivevano i nostri nonni e bisnonni in un batter d'occhio. Ma mentre per loro era condizione di vita usuale, per noi sarebbe una vera tragedia che ci coglierebbe completamente impreparati, un disastro nel disastro.

Ok, ok, ho divagato!
... stavo dicendo che ogni sistema che produce energia, disperde energia.

Bene, a prescindere dalla frequenza operativa, che può accentuare o diminuire certi fenomeni di interazione con la Terra e la nostra biosfera, tutte le frequenze non sono altro che numeri, con i loro multipli e sottomultipli, che vanno ad incidere in particolare sulle molecole in grado di risuonare a quella frequenza.

Parliamo allora della molecola più diffusa su tutto il pianeta: l'acqua, elemento principale sulla Terra, contenuta in ogni forma di vita (la sua frequenza di risonanza è intorno ai 2.4 Gigahertz).

Su scala mondiale, quindi, ci sono 7 miliardi di individui coinvolti e benché il numero di utenti, tra utilizzatori di sky, di cellulari ecc. può essere ridotto rispetto al totale della popolazione mondiale, ogni segnale non è così direttivo (come potrebbe essere un laser) ma si propaga ovunque, anche su zone non abitate.

Il satellite che trasmette uno spot, illumina in maniera indiscriminata qualsiasi cosa vi sia entro il suo raggio.

Allora, facciamo mente locale. Prendiamo tutti i satelliti ad uso civile, militare, scientifico, tutti irradiano i loro spot sul pianeta (non credo vi sia un ettaro immune!), su mari, deserti e terre "incontaminate".

Consideriamo i ponti posti sulle sommità, sulle cime, in modo da garantire una copertura migliore, vuoi per la fonia o per la televisione, e per mille altre attività.
Alcuni sembrano aver preso degli accorgimenti, come le compagnie telefoniche che hanno ridotto la potenza dei ripetitori principali per motivi "salutari", creando una serie di mini-ripetitori a bassa potenza, un altro compromesso, una patch, ma il risultato totale non cambia.

Allora, è chiaro che tutto il nostro bisogno di tecnologia ha un costo energetico, e non parlo della sua produzione in questo caso, ma della sua presenza nel nostro sistema, cioè nel nostro pianeta.

Che cosa fa alla fine questa energia che vaga da un posto all'altro della Terra, manipolata in mille modi diversi?
Scalda e ci irradia, oltre al Sole che fa il suo dovere, interagendo con le molecole e con l'acqua.

Che sia radiofrequenza delle trasmissioni via etere o energia elettromagnetica indotta dagli elettrodotti, è sempre energia, uno stato dell'energia, che fuoriesce dal pianeta verso la nostra atmosfera.
Sommiamo tutte le sorgenti, tutti i watt che diventano giga poi e tetra: una parte viaggia verso lo spazio... trasmissioni tv in bianco e nero, la partita dei mondiali dell'82, la telefonata con la prima fidanzata che volendo potremmo anche riascoltare ;O)

Tuttavia, a parte tutte le speculazioni, il punto è che abbiamo acceso un termosifone ad induzione che funziona 24h su 24h, 365 giorni all'anno, che decennio dopo decennio viene ampliato e potenziato per raggiungere più utenze, per essere più efficiente.
Ogni nuovo cellulare, ogni nuovo tv venduto, ogni nuovo nucleo famigliare che si forma, interagisce con la Terra e la sua atmosfera, dove le molecole (d'acqua) subiscono un riscaldamento, vuoi per risonanza, vuoi per induzione, portandoci verso chissà quali scenari.


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