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(i miei) momenti di trascurabile di felicità

Creato il 13 gennaio 2011 da Ubik

(i miei) momenti di trascurabile di felicità

In questi giorni abbiamo letto “Momenti di trascurabile felicità” di Francesco Piccolo e ci è piaciuto.

Questi sono alcuni dei suoi. “Ricordarsi esattamente dove eravamo mentre leggevamo un libro. Vagare di notte per la città vuota in una particolare e perfetta settimana d’agosto. Salire sul treno e sperare di trovare qualcuno al proprio posto. Il sollievo di poter stare seduti mentre gli altri si avventano su un buffet, perchè un amico si è offerto di andarci a prendere qualcosa. Accompagnare al bancomat qualcuno che si conosce da una vita e non sentirsi obbligati a fare un passo indietro”. “Tutte le persone che non sono belle, o che sono brutte, poi quando le conosci diventano più belle, sempre”. “L’inizio dei film porno, quando sono vestiti e non si conoscono”. “Quando il cameriere torna al tavolo con la bottiglia di vino che abbiamo scelto, stappa la bottiglia, annusa il tappo, e poi guarda tutti i presenti per scegliere chi debba assaggiare il vino. E non sceglie me”. “Bere direttamente dalla bottiglia perchè l’acqua sta finendo, e se qualcuno mi guarda schifato, dire: -Ma stava finendo!” “Mi piacciono molto le persone che dicono di un posto: -E’ lontano- anche quando è vicino.”

E questi sono alcuni dei miei. “Quando apro la porta di casa, dopo avere accompagnato i figli a scuola, e sento ancora gli aromi del caffè, la radio accesa e vedere la tavola con sopra il bricco del latte, le marmellate, le fette biscottate. Addormentarmi sul divano mentre tutti stanno vedendo un cartone che a me non piace. Leggere a letto. Ascoltare i Chemical Brothers quando non c’è nessuno così che a tutto volume ballo e mi scateno.”

“Tutte le volte che le cene finiscono e rimangono sul tavolo gli avanzi nei piatti, le bottiglie vuote e incominciate, i tovaglioli stropicciati, le bucce delle noci, i bicchieri da finire e si sta a chiacchierare facendo finta di non pensare a tutte le cose da mettere a posto dopo quando gli amici sono andati via”.

“I film visti la sera con Woody, e pure ridere vedendo i programmi scemi di tanto in tanto. Girare per casa quando tutti dormono, fare il giro delle luci e rimettere a posto un gioco o un giornale rimasto in giro. Mi piacciono i Red hot Chili Peppers, sempre; anche quando fanno brutte canzoni. Stirare la sera. Che poi è il momento per ascoltare in santa pace cd di musica classica. Quando gioco”.

“Quando viaggiamo tutti e cinque e in macchina cantiamo ‘Pedro’, ‘Tanti Auguri’, ‘Che Dolor’, ‘Bobo Step’ a squarciagola’. Woody quando sente la primavera e vede per prima l’arrivo delle rondini. I cartoni animati e la fantascienza quando sono superlativi; sottolineare i libri e perdere tempo in libreria. Arrivare in anticipo agli appuntamenti e godermi il posto, girare nei paraggi mentre aspetto.  La domenica quando piove e si decide per un vecchio film con James Stewart, Cary Grant o  Audrey Hepburn”.

“Certi pomeriggi a dormicchiare perchè non mi piaceva farlo prima. Trovare parcheggio subito e sotto casa. Quando mi ostino a finire un libro che non mi piace. Ritrovare un segnalibro dentro un libro letto tanto tempo fa. La pizza bianca e i supplì a Roma. Quando mi sveglio la notte e scopro che posso dormire ancora chissà quanto”.

“Mi piace guardare le mamme all’uscita della scuola. Mi piacciono tutte: con le scarpe da ginnastica e più di tutte quelle che portano la salopette che ormai sono poche. I volti trafelati quasi paonazzi, un pò stanchi e senza trucco. Mi piacciono le borse, gli zaini, le tracolle; quando metto il Montgomery o le giacche, gli Shetland e le camice con i quadrettoni: quando insomma mi sento di un altro tempo e anche gli altri lo pensano”.

“Il tennis alla tv, gli scambi lunghi e i punti sofferti e quando l’esito è incerto e si capisce che la partita non terminerà tanto presto, ma può durare ore. Vedere i carrelli della spesa degli altri e il caffè delle 10 quando sono in casa. Avere il vassoio pieno da Mc Donald pur sapendo la nausea che ti prende dopo”.

“Quando aspetto alla stazione e gironzolo guardando tutti quelli che passano, partono o arrivano; avevo sempre sperato che a scuola mi dessero un tema sul mio luogo preferito così avrei potuto parlare di questo posto fantastico. Il primo sorso di Coca-Cola che solletica la gola e fa lacrimare gli occhi, come da bambini. Perdermi tutti quegli eventi che nessuno perde e che sono imperdibili. Il tip-tap della tastiera”.

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Tag:Francesco Piccolo, libri, Momenti di trascurabile felicità, Raffaella Carrà, spigolature


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