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la memoria e la storia con i figli

Da Ubik

la memoria e la storia con i figli

Il giorno dopo la ricorrenza che ogni anno ci ricorda quello che successe desidero segnalare questo libro appena uscito e che penso comprerò ai miei figli. Si tratta di “Anne Frank. La biografia a fumetti” di Ernie Colon e Sid Jacobson per la Lizard, Rizzoli.

Non sono tra quelli che enfatizzano ‘La Giornata della Memoria’ anche se poi fnisco per ‘onorare’ la giornata: decido di (ri)leggere un libro o di rivedere un film tra quelli che passano in TV. Io e Woody riprendiamo i fili di alcuni discorsi e torniamo sull’argomento, con suggestioni, tristezze, affinamenti. Non credo molto alle gite scolastiche fatte ad Auschwitz e mi piacerebbe essere smentito su quello strano pellegrinaggio che vede i ragazzi contriti come in preghiera solo in quel momento; allo stesso modo m’infastidiscono le scuole intruppate al cinema di mattina per vedere Schindler’s List con il prevedibile eco di schiamazzi e risate che puntualmente finiscono sui giornali. Non sopporto “la vita è bella” con la gente che si commuove a quel grido: “abbiamo vinto” sul carro armato americano senza neanche chiedersi cosa c’entri se Auschwitz fu liberata dall’Armata Rossa. Consapevole di risultare antipatico non posso farci niente, rimango allergico alla retorica del “ricordiamo tutti così che non si ripeta” perchè si ripete quando la propria “morale è sorda” (come disse la Arendt) .

Però sono di quelli che crede nella utilità del tramandare esperienze e patrimonio. Magari preferisco i lavori e le proposte fatte in piccoli gruppi, con modi creativi e meno scontati. E devo dire che quest’anno mi sono posto il problema con i miei figli. In alcune nostre conversazioni ci siamo chiesti come avremmo trasmesso il rispetto, lo sgomento, la repulsione, l’empatia e l’antipatia riguardo alcune vicende storiche e in particolare la Shoah. Immagino che ogni genitore provi a trasmettere un’etica e un rispetto delle persone e credo che a molti genitori spaventi l’idea di un figlio razzista o indifferente (tralascio per ovvie ragioni i casi contrari che qui non m’interessano).

La cosa affascinante di questa storia è l’inedita corrispondenza che esiste tra memoria storica e memoria biografica. Parlo ovviamente di genitori adottivi. Se vi trovate tra quelli che hanno figli adottivi con qualche anno di età, quale effetto produce nei sentimenti e nei pensieri? Dalla più semplice ‘per così dire’ e banale questione se apparterrà loro quella storia così come la sentiamo noi oppure non li riguarderà visto che ad esempio vengono da paesi che sono stati estranei a quegli eventi (nel nostro caso è il Brasile)? E soprattutto e meno banale come s’integra, come si confronta e come lavora il vissuto talora drammatico e/o violento di un figlio con l’empatia verso chi ha sofferto durante gli anni bui di fascismo e nazismo? Tenderà a minimizzare perchè vittima lui in prima persona di una sofferenza indicibile e permanente oppure comprenderà meglio accogliendo in sè il dolore altrui perchè ha conosciuto vicino qualcosa che gli assomiglia? Avrà fretta di assimilarsi agli altri conformandosi agli sghignazzi e all’indifferenza pensando che certe vite siano “Ausmerzen” (tanto per citare lo spettacolo intenso visto su LA7 di Marco Paolini), cioè ‘degne di non essere vissute’?

Noi ci siamo regolati così: abbiamo fatto merenda al “tavolo della conversazione” che poi sarebbe il tavolo in salone e che viene anche usato quando abbiamo cose importanti da dire in famiglia. Abbiamo spiegato cosa era la “Giornata Della Memoria” (al che ci hanno guardato con stupore per il racconto di quello che era successo misto a incomprensione per quello che era successo), poi gli abbiamo concesso di andare a letto dopo e vedere insieme a noi Paolini. E si sono annoiati, arresi al sonno se ne sono andati a letto. Chissà.

Allo stesso tempo ho visto la segnalazione sul Domenicale del Sole (QUI parte della postfazione di Luzzato) del libro a fumetti tratto dai diari di Anne Frank e mi è venuta l’idea di regalarlo. Molti di noi sono passati per la lettura dei suoi Diari e una Graphic Novel che sembra ben disegnata può aiutare a capire e può incuriosire riuscendo ad eludere la difficoltà di lettura che molti figli adottati da poco hanno e soprattutto se si vuole trasmettere ai propri figli un patrimonio etico necessario. Poi credo si può tentare nel leggere insieme i diari e sperare che la curiosità vinca sulla difficoltà e pigrizia.

Post Scriptum (assolutamente necessario): so di inimicarmi e indispettire alcuni o molti con le affermazioni su certi fastidi. Ma non posso farci molto soprattutto 1) se uno crede alla libertà di poter esprimere la propria opinione pur non disponendo della totalità della informazioni (cosa del resto che succede quasi a tutti); 2) se viene fatto per amore verso l’argomento criticato e non per banale cinismo; 3) se si è consapevoli delle dovute eccezioni che però essendo tali emergono per la loro eccezionalità nei confronti della normalità.

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Tag:Anne Frank, Ausmerzen, Giornata Della Memoria, LA7, Marco Paolini, Sergio Luzzato


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