I miei peggiori auguri di Natale
Creato il 22 dicembre 2014 da Astorbresciani
Non sopporto il buonismo. O si è buoni, oppure si è cattivi. Fingersi buoni quando conviene o lo impongono le circostanze è l’ipocrisia che detesto più di ogni altra forma di doppiezza. Perciò, quest’anno voglio fare auguri sinceri ma cattivissimi. Saranno i miei peggiori auguri di sempre, dedicati a chi ha dimostrato di meritarseli.Cominciamo. Auguro agli infami e ai traditori che hanno “venduto” l’Italia e hanno contribuito a metterci in ginocchio, di passare le vacanze di Natale in preda al fuoco di Sant’Antonio. Che l’Herpes zoster possa degenerare e provocarvi la paralisi dei nervi cranici, l’encefalomielite e tutte le infezioni secondarie possibili e immaginabili. Ai sordidi politici di professione e ai governanti in mala fede auguro di passare un Natale pantagruelico. Abbuffatevi, mangiate come porci davanti al trogolo abbondante, ingurgitate fino a dilatarvi come palloni aerostatici. So che ne siete capaci. E poi, fatevi cogliere dalle coliche più atroci e dalla diarrea acuta. Asserragliatevi nei vostri bagni, riunitevi in seduta plenaria nei vostri gabinetti e fatemi il piacere di esplodere come i fuochi d’artificio, schizzando escrementi liquidi da ogni parte fino a sprofondarci dentro e affogare. Dateci la soddisfazione di assistere alla vostra metamorfosi, perché merda siete e merda tornerete. Auguro un Natale da tregenda in special modo ai beceri rappresentanti della Sinistra italiana che da sempre predica bene e razzola male, che è comunista dentro e perciò vive ancora d’invidia, odio e rancore, che non gliene frega niente del popolo e tanto più dei poveri, che si crede migliore perché unta dal Signore, e che farà capodanno a Cortina o alle Maldive. Pagherei di tasca mia per farvi passare le vacanze di Natale in un luogo di meditazione, tipo uno dei famosi resort turistici di Stalin o una miniera di rame a cielo aperto in Cile. Quest’ultima sarebbe una meta ideale, a patto che mentre siete lì a riflettere sulla vostra falsità e meschinità, tutti gli uccelli del pianeta sganciassero guano sul fondo della miniera. Auguro alle “dame di carità” come la B. e la K., di cui metto solo le iniziali perché a scrivere per intero il loro nome accuso un reflusso gastrico, di passare un Natale allucinante con i combattenti dell’Isis, discinte e legate come salami di puro suino, in attesa di essere caricate sui dromedari e trasportate in Oman o in Somalia per conoscere il paradiso musulmano. Auguro ai mentecatti che profetizzano che su Roma sventolerà la bandiera dell’Islam, di trascorrere il Natale e Santo Stefano in una porcilaia abusiva, in balia di un’orda di maiali famelici e cinghiali aggressivi. Auguro a quelli che non sono capaci di riportare a casa i nostri due Marò, e a quelli che li denigrano, di passare il Natale in India, possibilmente in uno slum di Calcutta, rovistando tra gli scoli e i rifiuti in cerca di se stessi. Auguro ai funzionari corrotti, romani e non solo, di ricevere per Natale un sacco di mazzette… ops, volevo dire mazzate, purché si tratti di una mazza come quella di Thor. Auguro ai banchieri criminali, agli strozzini e agli speculatori di finire in pasto ai piranha rossi del Pantanal, così da provare l’emozione di essere fatti a brandelli. Lentamente, però, e senza interessi. Auguro ai mafiosi, ai camorristi e ai trafficanti di morte di passare la notte di Natale in un igloo eschimese e accorgersi, all’improvviso, quando la temperatura esterna scende a – 40 °C, che la cupola non è fatta di neve pressata ma di cocaina. Sai che sballo battere i denti a mitraglia mentre hai la visione delle renne in topless! Auguro a quelli che maltrattano gli animali di essere deportati sul pianeta delle scimmie per conoscere l’altra faccia della medaglia, cioè provare sulla loro pelle l’ebbrezza della schiavitù, il piacere delle sevizie, la mistica della crudeltà gratuita. Auguro ai dirigenti della Rai di ficcarsi il canone nel tubo digerente e di trasferirsi sull’isola dei famosi insieme all’inutile corte dei miracoli di cui si circondano. Naturalmente, l’isola la scelgo io. Trattasi dell’isola di Polifemo. In alternativa, per analogia con ciò che la Rai ha messo in onda negli ultimi anni, suggerisco Midden Atoll, “l’isola di plastica”, un atollo sperduto che si trova nell’Oceano Pacifico e dove confluisce gran parte della spazzatura generata dal consumismo planetario. Auguro agli stronzi per vocazione, ai furbi impuniti, agli arroganti sistematici e a quelli che se ne fregano degli altri e delle leggi, di essere accusati ingiustamente di qualche grave reato e subire come pena l’ergastolo. Non in carcere, però, ma nel presepe. Pensate che pacchia fare il pastore o l’asino e il bue di cartapesta per tutta la vita. Auguro ai pedofili e agli stupratori di festeggiare il Capodanno a casa di Vlad III di Valacchia. Allo scoccare della mezzanotte, tutti a subire la raffinata tortura del conte Dracula, cioè l’impalamento! Nel caso in cui non vi fosse ben chiara la dinamica, si cominciava infilzando il condannato con un palo di legno attraverso un orefizio o il perineo. Auguro un Natale da strafogamento ai prelati che hanno rinnegato Dio per il vitello d’oro. Possiate passare le feste annaspando nel forziere del Vaticano, più vasto di quello di Paperon de’Paperoni, prima di essere soffocati dalla crusca del diavolo. Auguro ai signori della guerra e ai promotori occulti della cospirazione globale che vogliono asservire l’umanità, di dividere il desco natalizio con le cinque specie dell’Ebolavirus. Una per ogni senso. Sarebbe un Natale sensazionale! Infine, auguro il peggior Natale della sua vita alla Corte di giustizia Ue, la cui sentenza stabilisce che l’ovulo umano può essere brevettato a fini industriali. Auspico che la mattina di Natale, Frankenstein faccia irruzione nella casa di questi giudici. Il resto lo lascio all’immaginazione del lettore. Ho certamente dimenticato qualcuno ma credo basti. Lo so, chi augura il male per gli altri lo chiama per sé. Ma avrete capito, almeno spero, che sono semiserio. Dopo avere fatto i miei peggiori auguri, degni del Cattivik di Bonvi, voglio fare un solo ma immenso augurio di Buon Natale, cioè di pace e felicità. Raggiunga in ogni dove chi mi vuole bene e naturalmente i buoni, i giusti, gli onesti, gli umili, i perseguitati, i sofferenti e i sognatori. Siate sereni, siate fiduciosi. Vi consoli il pensiero che siete meritevoli di maggior fortuna, giustizia, amore e serenità. E se non riuscirete ad avere ciò che vi spetta in questa vita, non disperate. Non finisce qui.
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