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i miei primi venti SCEC

Creato il 01 febbraio 2013 da Gaia

Ho appena ricevuto il mio primo malloppo di fruscianti SCEC, nella quantità di 20. SCEC sta per “sconto che cammina”, e si può considerare sia una moneta complementare, sia appunto una forma di sconto, da offrire e poi riscuotere altrove, ma non troppo lontano. Sono belli da vedere e hanno tre funzioni che io considero fondamentali e che ora spiegherò.
La prima è di contribuire a rilocalizzare l’economia. Gli SCEC si possono utilizzare in tutta Italia, anche se sono timbrati con il nome della regione di origine. Non si possono utilizzare per l’esportazione e non si possono in nessun caso convertire in euro (uno SCEC corrisponde non a un euro, ma allo sconto di un euro). Questo significa che chi li usa è costretto a comprare prodotti e prestazioni locali, sostenendo l’economia del luogo in cui abita, conoscendo la provenienza delle merci, ed esercitando un maggiore controllo sulle pratiche che finanzia con la sua spesa. Al massimo, viaggiando in Italia, potrà usarli per commerciare con chi ha fatto la sua stessa scelta.
Inoltre, gli SCEC sono una forma di solidarietà. Iscrivendosi si ha automaticamente diritto a 100 SCEC, senza dare nulla in cambio, e con quelli si parte. Naturalmente, la solidarietà è più forte se è collettiva: in più siamo ad accettare gli SCEC, più acquistano valore e più facile è utilizzarli per chi ne ha. Non vale spenderli, perché i primi si sono ricevuti gratis, ma poi non accettarli come pagamento.
Infine, gli SCEC sono risorse sottratte alla finanza e persino agli sperperi effettuati con i soldi pubblici – sono però anche sottratti alle tasse, questo va detto, seppur legalmente in quanto sconto. In compenso si potrebbe pensare di utilizzarli per l’autogestione di servizi pubblici a livello locale, ma è ancora presto per questo. Intanto, però, sono soldi che non vanno agli sciacalli che hanno causato questa crisi. Con gli SCEC non si commerciano derivati, non si strapagano manager e politici, non si specula sul prezzo delle materie prime. Si utilizzano solo per quello che è il ruolo primo e fondamentale di una moneta: facilitare lo scambio di beni e servizi tra persone che hanno un contatto diretto e un interesse comune.
Perché questi SCEC non siano solo pezzi di carta che si accumulano in un cassetto, bisogna che in tanti li accettino. Io lo farò, nella misura del 10% sul prezzo di ogni mio libro (e poi magari di più, se funzionerà), ma il mio ruolo economico è piuttosto marginale. Se potete, se volete, vi invito a fare altrettanto.


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