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Il blog letterario Samgha: risposte di Simone Battig
Quando è nato Samgha e chi è il fondatore?
SB: Samgha, i suicidati della società è andato on-line il 27 settembre 2009, dopo circa due mesi di preparazione e discussioni. Un fondatore vero e proprio non c’è essendo Samgha da subito nato come spazio web collettivo. Diciamo che l’idea di partenza è nata da me e da alcune discussioni avute via mail con Francesco Sasso curatore di Retroguardia, una rivista di critica letteraria on-line. Da lì ho cominciato a proporre l’idea di Samgha e le sue possibili declinazioni ad alcune persone: scrittori, artisti, professori universitari in vari campi e poeti con cui mi ero incrociato nella vita reale oppure sempre in scambi di opinioni via web. Con il contributo di tutti abbiamo dato forma a Samgha come lo trovate oggi on-line.
Quanti sono i redattori oggi, se si escludono i contributi occasionali?
SB: Quando siamo partiti i “padri fondatori” eravamo io, Luca Ragagnin, Alessandro Polcri, Simone Marini, Andrea Ponso e Enrico Mitrovich. Oggi, dopo aver collaborato per qualche mese con la rivista, sono entrati a pieno titolo come redattori in Samgha anche Ivano Mugnaini, Bruno Nacci, Enrico Minardi e Luca Ormelli, tutte persone che fanno cose diverse. Ma Samgha è una comunità aperta e conterà sempre più redattori totalmente indipendenti nella gestione dei contenuti. Da noi funziona che si inizia a collaborare e se dopo un periodo di prova di qualche mese ci si trova bene a vicenda e si è in grado di fare un proprio percorso personale di letture e contributi si entra con un proprio account come redattori. Poi c’è un coordinamento di massima non tanto per i testi quanto per i tempi e le nuove idee che implementiamo.
Da che cosa è scaturita l’idea del blog?
SB: Personalmente direi dalla voglia di uscire da determinate logiche “editoriali” (sul web se vuoi puoi scrivere qualsiasi cosa, anche le più ardue e trovare lettori attenti e noi non riceviamo libri dagli uffici stampa per una scelta ben precisa). Quello che è poi emerso anche dalle nostre discussioni è che tutti avevamo voglia di far vivere uno spazio che riportasse al centro i testi e non gli autori, i testi e non gli “eventi” e che facesse una cosa assurda per il web, cioè postare quando si ha davvero qualcosa da dire e non quotidianamente ed evitare quel cortocircuito che impoverisce le possibilità del web che si determina quando si insegue il quotidiano gioco balordo degli incontri, del chiacchiericcio culturale o della polemica del giorno. A me sembrava ad esempio che molti blog letterari in voga poco si occupassero di letteratura e molto delle stesse cose di cui si occupano i giornali, il che mi lasciava alquanto perplesso pensando alla libertà di espressione che può concedere uno spazio web. Insomma più o meno quello che abbiamo scritto nella pagina di presentazione di Samgha riassume la scintilla di partenza: http://samgha.wordpress.com/1-info/ .
Quali sono gli obiettivi?
SB: Di parlare di letteratura mettendola in connessione con tutto quello che è il campo culturale odierno.Tutto è connesso, e in particolare io non vedo come si possa parlare di letteratura se non si sfrutta il fatto di poter scambiare idee anche, ad esempio, con scienziati e artisti. Questa è la ricchezza culturale che dobbiamo recuperare e che il web ci può permettere di sfruttare a 360 gradi. Oltretutto penso che il dialogo trasversale tra chi si occupa di cose diverse e le ama porti il dialogo anche a un livello politico reale, o perlomeno molto più reale che non stare ogni giorno a commentare cosa fanno o non fanno i nostri politici. Più leggi, più informazioni e stimoli diversificati hai la possibilità di selezionare e meno ti possono fregare. Poi ti fregano lo stesso ma almeno ne sei cosciente e nel frattempo hai scoperto un sacco di cose che ti hanno fatto del bene, nel senso che il tuo cervello si è mosso un po’ in maniera non meccanica e abitudinaria come oggi ci costringe a fare la vita quotidiana, e il web stesso se lo usi male.Per questo in Samgha si possono trovare articoli di taglio più narrativo oppure di accurata critica letteraria (che pensiamo debba ritrovare i suoi tempi di riflessione e applicazione), potete trovare iniziative particolari, saggi di taglio divulgativo sulla scienza, monografie e molto altro a seconda dei percorsi individuali di letture proposte da chi scrive. Abbiamo anche intenzione di portare avanti la sezione video inaugurata da questo video regalatoci dal grande perfomer Antonio Rezza che ci ha parlato del suo rapporto con i testi e il pensiero di Antonin Artaud: http://samgha.wordpress.com/category/tentativo-di-descrivere-limperscrutabile/antonio-rezza-tentativo-di-descrivere-limperscrutabile/ .
Crede che i blog letterari siano semplice condivisione culturale oppure possano anche avere altre funzioni?
SB: Credo che se non ci si pongono limiti e si “rischia” sui contenuti scrivendo quello che difficilmente può trovare spazio altrove i blog possano avere molte funzioni utili. Credo che se diventano espressione di una sola personalità dopo un po’ possano tranquillamente chiudere. Credo che i blog debbano essere delle comunità di dialogo, non degli spazi personali, altrimenti prima o poi, per forza di cose, si arriva ad una sorta di onanismo. E quindi meglio fare dell’autoerotismo a quel punto, e non rompere le palle a tutti via internet…
E pensa più a isole lontane fra loro o a contenitori che si integrano e si scrutano con piacere, stimolandosi a vicenda?
SB: Credo che ci siano entrambe le cose. Sono isole lontane alcuni. Chiusi e inadatti al dialogo. Altri fanno il loro percorso e riescono ad interagire con altre realtà del web. Io personalmente ho smesso di intervenire via web in certi blog dopo alcune discussioni non perché non mi piaccia discutere anche animatamente ma perché spesso ci si trova a discutere del nulla e si arriva agli insulti gratuiti partendo da pregiudizi. Spesse volte ho ritenuto di dover chiedere scusa per qualche eccesso. Non mi è mai capitato però in dieci anni di ricevere delle scuse da nessuno dopo essere stato insultato. Non credo di essere migliore di altri, anzi, credo però che molti che urlacchiano o pontificano nel web, anche gestori di blog o siti, manchino persino degli attributi per chiedere scusa o correggere il tiro. È facile mandarsi a quel paese via web e secondo me fa anche bene qualche volta, ma bisognerebbe anche essere in grado di ricalibrare il senso della discussione essendo appunto una semplice discussione da diversi punti di vista e non essendoci i toni e i gesti live a mediare il tutto.Altri spazi web sono pronti alla sfida di collaborare. Che per quanto mi riguarda non vuol dire linkarsi i post a vicenda ma anche lì avere uno sguardo un po’ più ampio. Noi abbiamo collaborato bene con Satisfiction e Gian Paolo Serino ad esempio per quanto riguarda la nostra iniziativa “Mille e non più mille libri…da ristampare!” arrivata al quinto aggiornamento, http://samgha.wordpress.com/2010/05/07/mille-e-non-piu-mille-libri-da-ristampare5/ , rilanciandola su entrambi i blog.Oppure con Fabrizio Caramagna e il suo blog che tratta del genere aforistico e delle sue espressioni nel mondo. Inoltre collaboriamo con Ignazio Licata che è un fisico teorico abbastanza attivo via web e che abbiamo la fortuna di ospitare in Samgha quando ha qualche suo saggio da mettere a disposizione dei lettori del web: ne abbiamo già pubblicati 3 con ottimi risconti di lettori nonostante l’argomento assai complesso e a volte specialistico.Si tratta insomma anche qui di dialogare e di trovare persone che condividono una certa idea di diffusione della cultura, principalmente un’idea che non sia autoreferenziale.
Gli addetti ai lavori (case editrici, scrittori, agenti letterari, critici, ecc) si sono riversati in massa nei mondi virtuali, incluse le piazze dei social network, uno fra tutti Facebook, qual è la sua opinione in merito? La letteratura ha beneficiato di questa democratizzazione dei contenuti e delle comunicazioni?
SB: Mah… per adesso vedo molto marketing e pochi contenuti: credo però che i lettori, e parlo di me in primis, possano beneficiare molto della diffusione di più canali informativi riguardo i libri per crearsi una propria idea di percorso di letture che vogliono seguire. Ma devono fare attenzione, perché alcune realtà del web non sono ormai dissimili dai giornali che recensiscono libri, rispondono a mio avviso alle stesse logiche ormai.La letteratura invece non credo abbia avuto particolari benefici. Dal punto di vista commerciale in Italia il problema è il monopolio distributivo che non credo sia aggirabile con gli attuali strumenti del web a meno che non si stia parlando di progetti editoriali di nicchia, basta guardare le classifiche di vendita delle librerie on-line e confrontarle con quelle delle librerie: praticamente identiche. Dal punto di vista letterario, dello scrivere, non credo che la possibilità di scrivere e far leggere ai lettori del web le proprie cose voglia dire aumento delle possibilità o della qualità. Vedo gente che butta in rete i temi delle elementari come se fossero capolavori, vedo anche qui troppa poco riflessione e soprattutto manie di grandezza troppo accidiose e poco assolute per diventare veramente letteratura che muove qualcosa. Che gli editori poi possano pescare dall’infinito web quando non riescono nemmeno a pescare dai faldoni cartacei che hanno in ufficio mi sembra più una pratica sciamanica condizionata da stregoni dai neuroni abitudinari che non una reale possibilità. La rivoluzione del web forse avverrà il giorno in cui esisterà un computer quantistico, se riusciremo a crearlo sul serio. Per adesso salti grossi non ne vedo, diciamo che siamo nell’infanzia del web ancora, secondo me, infinite potenzialità da non disperdere o dimenticare.
Escluso il suo blog e Sul Romanzo, indipendentemente dalle idee e se non altro per una questione di possibile discutibile autoreferenzialità, qual è il blog letterario che segue con più interesse?
SB: Tutti noi credo seguiamo cose diverse sul web. I nostri link ad altri siti riflettono in buona parte questi interessi direi.
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