E finalmente mercoledì sera siamo arrivati alla fatidica messa in onda della “mia” puntata di Cuochi&Fiamme!
Per chi l’avesse persa, è visibile dal sito di La7, oppure cliccando qui.
Strane sensazioni quelle di vedersi nel video, una voce diversa, una pettinatura inusuale, espressioni che non sono abituata a vedermi indosso. E poi, vedere rispecchiate così nude e genuine quelle emozioni che ho vissuto nella prospettiva opposta, al di là del banco di lavoro. Mi sono divertita a rivivere tutto da un’angolatura diversa, a condividerle con Remì e Mn.Ego che avevano avuto solo un racconto filtrato dalla mia memoria.
Mi sono divertita a rivedere come ho decorato (male) l’arancia, a come stavo per scivolare in terra mentre prendevo gli ingredienti. A come non riuscivo ad arrivare al campanello per chiedere l’aiuto di Simone, al coppapasta che non trovavo nonostante l’organizzazione impeccabile della redazione. A come sia stato divertente trovarsi in un camerino vero a farsi truccare e pettinare. Mi sono emozionata nel rivedere come sono venuti bene quei supplì (ricordate la ricetta?), che hanno ricevuto consenso unanime dalla giuria, e come sono scivolata completamente sul piatto di triglie.
Peccato, perchè è un piatto che a me piace molto. L’ho assaggiato per la prima volta in un ristorante alle porte del Chianti, il Palazzo Pretorio di Giovanni Santarpia, e me ne sono subito innamorata. Pensare che avevo sempre snobbato le triglie, fino a che non ho mangiato questi deliziosi hamburger. Quando sono arrivata a scegliere l’ingrediente per la prova, non ho avuto dubbi: avevo la ricetta giusta in mente, gli hambuger di triglia!
Peccato, non sono piaciuti a tutti i giurati. E così, ho perso quei punti guadagnati con la prima prova e la tortina a pois non è bastata a recuperare la differenza.
Sono onesta: mi dispiace di aver perso. Mi dispiace perchè ci tenevo troppo a tornare a casa con la vittoria in tasca. Perchè il set di pentole in ghisa smaltata di Le Cruiset è meraviglioso. Perchè ero davvero convinta che le mie ricette fossero ben eseguite e sufficientemente originali.
…vebbè, è andata così, mi sono divertita ed è stata un’esperienza unica. Mi sono buttata senza paracadute in una cosa folle e già questo per me è una vittoria. Se non avessi messo l’aglio chissà….
Siete curiosi di assaggiare i miei hamburger di triglia? Ci son due possibilità: o andate al Palazzo Pretorio (dove potrete gustare anche altri sublimi piatti di pesce ed una pizza meravigliosa fatta a regola d’arte), oppure, provate la mia ricetta!
Eccola qui (per 6 miniburger):
250gr di filetti di triglia già puliti
1 patata lessa di media grandezza
aglio, prezzemolo, basilico
Per la salsa: 6 cucchiai di yogurt greco, olio evo, basilico
12 fette di pane carrè
1 pomodoro rosso rotondo
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Riunire in un mixer i filetti di triglia, mezzo spicchio di aglio (…o meno, in base al vostro gusto!), un ciuffo di prezzemolo, qualche foglia di basilico, la patata lessa, sale, pepe e frullare bene. Formare dei medaglioni di circa 10cm di diametro e cuocerli in una padella antiaderente con un filo di olio ev. Salare leggermente a fine cottura. Nel frattempo tagliare con un coppapasta di 10cm. dei dischi di pancarrè, e farli dorare passandoli al grill (o in padella). Infine, preparare la salsa, mescolando lo yogurt greco con un po’ di olio EV, sale pepe e qualche foglia di basilico tagliata molto fine.
Preparare i mini-burger sovrapponendo ad una fetta di pane, un medaglione di pesce, poi una fetta di pomodoro, un cucchiaio di salsa di yogurt e concludere con la seconda fetta di pane. Fermare il tutto con uno stecchino.
Io li trovo deliziosi…ma, si sa, i gusti son gusti…
Il mio hamburger di triglia preferito
Palazzo Pretorio, Via del Giglio, 26 , S.Donato in Collina
Nascosto negli stretti vicoli del paese di S.Donato, alle porte del Chianti, Giovanni Santarpia gestisce questo ristorante dove cucina ottimi piatti di pesce ed una pizza che ha ottenuto il riconoscimento SlowFood. Nel menù di pesce, l’hamburger di triglia è certamente un piatto originale e gustoso. Le pizze, invece, disponibili nel menu della sera, sono una più buona dell’altra. A me piace andare sul classico: la margherita è fatta come solo a Napoli di può gustare, ma anche gli altri abbinamenti più creativi, come quella crema di zucca e pancetta, oppure il classico “panuozzo”, sono assolutamente spettacolari.
Con questa ricetta partecipo al contest “The Spicy Note“
del blog the Spicy note