Da come la vedo io, resteremo un Paese miserabile, un Paese di miserabile ricchezza e di miserabile povertà. Un Paese di miseria dove è sempre più difficile trovare tracce di nobiltà. Un Paese dove, facendo i conti in base al semplice principio di ragionevolezza, quello che dovrebbe costare molto costa poco e quello che dovrebbe costare poco costa molto. Dove l’idea del valore delle cose, e della loro essenza, sembra definitivamente invertita. Ci sono state code di venti, cento, mille chilometri lo scorso week end, di gente che se ne andava al mare e dal mare ci tornava, e questo, è stato detto, è segno di quanto siamo ricchi. No, questo è un segno della nostra miseria. Quelli ricchi non si mettono in coda, al mare ci vanno in elicottero o in eurostar. Gli scandinavi, che sono ricchi davvero - pur essendo inopinatamente socialisti -, al mare ci vengono quando noi siamo a lavorare, e si scelgono i momenti più belli dell’anno, non l’unico momento che hanno. Chi si è messo in coda per andare a farsi un bagno nelle nostre splendide spiagge si è certamente fermato a fare benzina e avrà una volta di più imprecato sul costo astronomico della benzina. Poi, per non morire disidratato, si sarà preso qualche bottiglia d’acqua all’autogrill. E ha pagato una bottiglietta da mezzo litro, uno virgola cinque euro. Tremila lire, per chi non lo vuole capire all’europea. Ha pagato l’acqua il doppio della benzina. Allora, se costa meno della metà dell’acqua, la benzina non costa niente, vi pare? Oppure l’acqua ha un prezzo delinquenziale. Questo Paese spaventato e impoverito è disposto a spendere cifre disumane per bere acqua minerale. Ma l'Italia non è un paese desertico. E se fosse che le nostre riserve idriche fossero inquinate, non saremmo forse autorizzati a fare una rivoluzione? Un Paese senza acqua da bere è un Paese più che miserabile. Ma forse l’acqua minerale è un vizio: l’acqua minerale ci fa sentire signori, ricchi, fichi. Abbiamo le bollette energetiche più care d’Europa ma i cellulari più a buon mercato. L’acqua, la luce, il gas, la casa dovrebbero essere accessibili a ognuno senza doversi ridurre in miseria, ma un telefono mobile potrebbe benissimo costare 10 volte il suo prezzo, e funzionare per anni e anni, come una buona lavatrice, come un buon infisso, senza privare alcuno del diritto alla comunicazione. Andare in giro a mandare fotografie idiote con il cellulare è miserabile ricchezza, pagare metà del proprio stipendio per due buchi in periferia è miserabile povertà. E l’una e l’altra coabitano incarnate in milioni di miei connazionali. Sarebbe civilmente corretto che l’energia elettrica costasse la metà, ma un vestito Armani dieci volte di più. Ad un prezzo politico deve essere pagato l’indispensabile per vivere. L’armadietto del bagno zeppo di medicine è incivile ricchezza, prendersi la polmonite al pronto soccorso è immorale povetà, e le due cose sono in coabitazione perfetta. Una medicina che ti solleva dal dolore, che ti guarisce dovrebbe costare qualcosa per tutti, un euro per chi solo quello, mille per chi ne ha milioni. La gratuità genera indifferenza e disprezzo. La vita non è gratis, e quando lo sembra è solo un’ orribile illusione: c’è qualcuno che sta pagando per te. Ecco perchè siamo un paese tragicamente povero e stupidamente ricco...
Da come la vedo io, resteremo un Paese miserabile, un Paese di miserabile ricchezza e di miserabile povertà. Un Paese di miseria dove è sempre più difficile trovare tracce di nobiltà. Un Paese dove, facendo i conti in base al semplice principio di ragionevolezza, quello che dovrebbe costare molto costa poco e quello che dovrebbe costare poco costa molto. Dove l’idea del valore delle cose, e della loro essenza, sembra definitivamente invertita. Ci sono state code di venti, cento, mille chilometri lo scorso week end, di gente che se ne andava al mare e dal mare ci tornava, e questo, è stato detto, è segno di quanto siamo ricchi. No, questo è un segno della nostra miseria. Quelli ricchi non si mettono in coda, al mare ci vanno in elicottero o in eurostar. Gli scandinavi, che sono ricchi davvero - pur essendo inopinatamente socialisti -, al mare ci vengono quando noi siamo a lavorare, e si scelgono i momenti più belli dell’anno, non l’unico momento che hanno. Chi si è messo in coda per andare a farsi un bagno nelle nostre splendide spiagge si è certamente fermato a fare benzina e avrà una volta di più imprecato sul costo astronomico della benzina. Poi, per non morire disidratato, si sarà preso qualche bottiglia d’acqua all’autogrill. E ha pagato una bottiglietta da mezzo litro, uno virgola cinque euro. Tremila lire, per chi non lo vuole capire all’europea. Ha pagato l’acqua il doppio della benzina. Allora, se costa meno della metà dell’acqua, la benzina non costa niente, vi pare? Oppure l’acqua ha un prezzo delinquenziale. Questo Paese spaventato e impoverito è disposto a spendere cifre disumane per bere acqua minerale. Ma l'Italia non è un paese desertico. E se fosse che le nostre riserve idriche fossero inquinate, non saremmo forse autorizzati a fare una rivoluzione? Un Paese senza acqua da bere è un Paese più che miserabile. Ma forse l’acqua minerale è un vizio: l’acqua minerale ci fa sentire signori, ricchi, fichi. Abbiamo le bollette energetiche più care d’Europa ma i cellulari più a buon mercato. L’acqua, la luce, il gas, la casa dovrebbero essere accessibili a ognuno senza doversi ridurre in miseria, ma un telefono mobile potrebbe benissimo costare 10 volte il suo prezzo, e funzionare per anni e anni, come una buona lavatrice, come un buon infisso, senza privare alcuno del diritto alla comunicazione. Andare in giro a mandare fotografie idiote con il cellulare è miserabile ricchezza, pagare metà del proprio stipendio per due buchi in periferia è miserabile povertà. E l’una e l’altra coabitano incarnate in milioni di miei connazionali. Sarebbe civilmente corretto che l’energia elettrica costasse la metà, ma un vestito Armani dieci volte di più. Ad un prezzo politico deve essere pagato l’indispensabile per vivere. L’armadietto del bagno zeppo di medicine è incivile ricchezza, prendersi la polmonite al pronto soccorso è immorale povetà, e le due cose sono in coabitazione perfetta. Una medicina che ti solleva dal dolore, che ti guarisce dovrebbe costare qualcosa per tutti, un euro per chi solo quello, mille per chi ne ha milioni. La gratuità genera indifferenza e disprezzo. La vita non è gratis, e quando lo sembra è solo un’ orribile illusione: c’è qualcuno che sta pagando per te. Ecco perchè siamo un paese tragicamente povero e stupidamente ricco...
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