Dice Padre Letta che
"Il risultato delle amministrative, visto nel suo complesso, rafforza lo schema del governo di larghe intese".
Adesso, rispieghiamo con calma alcuni concetti, dato che ognuno ha i suoi tempi:
- il governo delle large intese (e larghissime offese) è una (innaturale) alleanza tra il Pd e il partito di plastica (talvolta di silicone) di Silvio Berlusconi, avversario (?) politico supremo degli ultimi 20 anni;
- l'alleanza che ha vinto le amministrative è quella classica di centrosinistra, che in tutti i Comuni si è battuta contro ed ha sconfitto il partito di plastica di Silvio Berlusconi.
Comunque,lavoriamo di fantasia e facciamo finta per un attimo che questa strampalata teoria trovi un appiglio nella realtà: ma il governo delle larghe intese non doveva essere un governo provvisorio, un accidente della storia patria, una roba nata solo per mancanza di alternative, e la rava e la fava? E allora di che cosa bisognerebbe andare fieri nel momento in cui questo pasticciaccio dovesse rafforzarsi?
Infine,dato che per la prima volta, la maggioranza assoluta degli aventi diritto non ha votato (affluenza al 48% a livello nazionale, al 45% a Roma) e che quindi anche chi ha vinto col 60% dei voti, in realtà è stato votato "solo" dal 30% del corpo elettorale; dato che, per esempio, il Pd a Roma è passato dai 581.880 voti delle precedenti comunali ai 276.205 voti odierni (dimezzando in pratica i voti reali, quelli della gente in carne ed ossa), non sarebbe il caso di fermarsi a guardare queste cifre nude e crude anzichè inerpicarsi in inutili e dannose iperboli sul rafforzamento del governo del largo papocchio?