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I miti del nostro tempo: Nostalgia e Ricordo

Creato il 03 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

I miti del nostro tempo: Nostalgia e Ricordo

Nostalgia, figlia di Passato e di Memoria, era una dea, una splendida dea. Nacque presso il borgo del Sol ma ben presto dovette adattare a sua dimora la vicina Valle delle Lacrime. Il suo incantevole quartiere, Isola Felice, era stato completamente distrutto da una catastrofe naturale di origine inspiegabile. Nostalgia aveva 7 anni quando successe tutto ciò. Lei e la sua famiglia furono gli unici sopravvissuti al disastro e fu proprio per questo che da quel momento Passato, Memoria e Nostalgia vennero considerati presenze incorruttibili ed eterne all’interno del grande miracolo della Vita. La piccola Nostalgia, era una bambina a dir poco meravigliosa. Lunghi capelli, ricci e rossi…fusilli al pomodoro inusuali per una divinità ma semplicemente divini. Occhi celesti, pelle lunare. Non conosceva alcun tipo di alfabeto o scrittura simbolica, ma amava leggere nel cuore di chi aveva la fortuna di incrociare il suo cammino. E lo faceva attraverso gli occhi. Gli occhi che aveva ereditato da nonna Anima. Occhi che erano autentici specchi. Nostalgia adorava i tramonti. Ad ogni calar del sole, la sua chioma si incendiava di infiniti riflessi ardenti che illuminavano l’universo. Solo quando si creava quest’atmosfera, la fanciulla poteva raccogliere le lacrime che sgorgavano copiose dalla fonte del fiume. Nessun’altro abitante della Valle conosceva questo prodigio e Nostalgia lo custodiva gelosamente.

Un giorno, la giovane dea, recandosi al suo solito appuntamento crepuscolare, scorse da lontano e con grande stupore la presenza di un misterioso giovanotto chino presso la fonte. Il suo carattere ribelle, istintivo e incandescente avrebbe voluto manifestarsi in tutta la sua potenza per cacciare l’intruso. In quell’occasione però, chissà perché, prevalse la prudenza e Nostalgia decise di nascondersi dietro un folto cespuglio per osservare il comportamento dello sconosciuto. Ad un tratto egli si voltò e fu solo a quel punto che Nostalgia potè notare sul suo viso i segni del pianto. Occhi gonfi e sanguigni, naso rossastro e aria sconfortata. La curiosità e la sensibilità di Nostalgia erano troppo forti, così la fanciulla decise di uscire dal suo nascondiglio. Non appena la vide, il giovane tentò invano di asciugare sul suo volto le rigature, nonostante tutto visibili, delle lacrime.

“Chissà perché” si domandò Nostalgia “nessuno mostra con orgoglio le proprie lacrime. E pensare che sono così belle…”.

“Ciao”,esordì la giovane dea. “Ciao”,rispose un po’ riluttante il ragazzo.

“Io sono Nostalgia. Vivo in questa valle da quasi dieci anni…Tu come ti chiami? Di dove sei? Non ti ho mai visto da queste parti prima d’ora…”.

Il giovanotto prese coraggio, fece un respiro profondo e cominciò: “Il mio nome è Ricordo. Non ho mai saputo da dove provengo.. so solo che mia madre si chiamava Infanzia e mio padre era originario di un luogo chiamato “Isola Felice”com..” “completamente distrutta…” concluse Nostalgia con l’amarezza di chi ha vissuto in prima persona il dolore.

“Come fai a saperlo?”

“Anche i miei genitori ed io abitavamo in quel paradiso…siamo gli unici sopravvissuti a quella triste sciagura… suppongo che i tuoi invece…”

“Esattamente…” proseguì Ricordo “i miei genitori non ce l’hanno fatta. Io all’epoca avevo appena 5 anni e quando accadde tutto ciò riuscii a salvarmi solo grazie all’aiuto di una splendida signora dai capelli color del grano…così lunghi e vigorosi che aggrappandomi a quella chioma con tutta la forza che avevo, fuggii dalle urla strazianti che mi circondavano. Quella donna si chiamava Speranza…e il suo nome fu l’unica cosa che riuscii a scoprire di lei dopo anni di esasperate ricerche. Non la rividi più. Una volta tratto in salvo, persi i sensi. Quando mi svegliai, mi ritrovai solo, completamente solo in una capanna non lontana da qui. Allo stesso modo crebbi. Solo. Al tempo non ricordavo nemmeno come mi chiamavo. Forse il trauma per il fumo e le grida mi avevano annebbiato la mente. Ero molto piccolo. Con il tempo imparai a cavarmela: la mia dimora era ed è parecchio isolata rispetto alle altre abitazioni ed è per questo che fin’ora ho avuto la possibilità di incontrare in prevalenza anime solitarie, ma non per questo tristi. Anzi. Ho conosciuto soprattutto persone che riuscivano a ritagliare per se stesse quello spazio di riflessione tranquilla che la frenesia della vita spesso impedisce di avere. Questi incontri sono sempre stati, per me, motivo di gioia e di crescita. Le mie sole ricchezze. Nonostante ciò, la sofferenza per il mio vissuto e la disperata ricerca della donna dai capelli biondo cenere mi perseguitano…ed è per questo che son finito qui…solo e triste. A quanto pare la mia innata condizione esistenziale…”.

Nostalgia fino ad allora aveva seguito con interesse la storia del giovane Ricordo. Si era immedesimata in lui, attraverso i suoi occhi, come solo lei era capace di fare.

“Se vuoi io posso aiutarti..” disse abbozzando un sorriso di conforto. “Mia madre, Memoria, ha un’abilità straordinaria nel ritrovare qualsiasi cosa smarrita… magari vale anche per le persone. Potremmo ritrovare Speranza!” spiegò con fare appassionato. “Tra i tanti modi di dire, “tentar non nuoce” è quello a cui ho sempre creduto meno…” rispose Ricordo, amareggiato. “Ti sbagli. Per trovare Speranza devi essere più ottimista… niente di più niente di meno…” disse Nostalgia un po’ seccata, ma convincente. “Sono sicura che sia lei la soluzione a tutto il tuo dolore!” riprese la dea con l’entusiasmo della sua giovane età.

“Mi sa che non hai tutti i torti…mmm…come hai detto che ti chiami?”

“Nostalgia. Certo che sei proprio smemorato per chiamarti Ricordo”.

Risero, proprio come due innamorati nell’imbarazzo del primo appuntamento.

L’indomani Nostalgia e Ricordo si recarono da Memoria, intenta come sempre nell’arte della meditazione. La figlia raccontò brevemente alla madre la vicenda di Ricordo e le spiegò il motivo per il quale i due giovani si erano rivolti a lei.

Memoria era una donna amorevole. Paziente, cauta ma anche tenace, rispettosa del dolore altrui…e sensibile almeno quanto la figlia. Per questo prese a cuore la storia del ragazzo e si dimostrò fin da Subito disposta a ritrovare Speranza.

Grazie alle sue numerose conoscenze e alla sua forza d’animo, Memoria riuscì a rintracciarla e a scoprire molte cose di lei. Speranza, moglie di Futuro, non aveva voluto tenere con sé il piccolo Ricordo, scampato alla morte proprio grazie a lei, solo perché intimorita da una strana leggenda, o meglio, da una profezia. Ansia, la vecchia maga dall’aspetto e dall’animo spregevoli, prima che avvenisse la strage, predisse ai due coniugi che un certo Ricordo avrebbe danneggiato per sempre la loro vita.

Memoria spiegò a Speranza e Futuro che Ansia era un’anima dannata, un’imbrogliona che si sentiva appagata nel destare preoccupazioni e timori infondati negli animi, per il semplice gusto di vederli soffrire.

A quel punto, svanita ogni paura, Nostalgia e la madre organizzarono l’incontro tanto atteso: i due sposi diventarono così i nuovi genitori di Ricordo.

I Nostalgia e Ricordo con il tempo capirono di amarsi e ben presto si unirono in matrimonio.

Fu proprio così che nacque la più grande famiglia allargata dell’universo: Memoria, Passato, Nostalgia, Ricordo, Speranza e Futuro. La convivenza, si sa, è dura. Ma la famiglia, si sa, è la famiglia. Vale sempre la pena di tenerla unita…


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