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I molti universi di Harry Turtledove

Creato il 19 dicembre 2011 da Mcnab75

I molti universi di Harry Turtledove

Dopo i dossier che ho dedicato a Danilo Arona e Tullio Avoledo (e che presto riproporrò anche qui Plutonia), oggi è il turno di Harry Tutledove. Losangelino, classe 1949, laureato in storia bizantina, Turtledove è un vero stakanovista della scrittura, con particolare attenzione per il genere ucronico, rielaborato in tutte le salse possibili e immaginabili. Iniziò a pubblicare nel 1979, con lo pseudonimo di Eric Iverson. Il successo planetario arrivò qualche anno dopo con l’inizio della saga della Legione Perduta. Con The misplaced legion Turtledove dà un’interpretazione particolare e matura del genere fantasy, riallacciandosi col più raffinato filone ucronico, di cui da lì a breve diventerà uno dei maestri induscussi. Il plot che sta alla base della saga è intrigante.

Un distaccamento di tre coorti di una legione romana si deve unire al grosso delle forze armate di Giulio Cesare, che si stanno preparando ad un attacco contro i Galli. La legione è capitanata da un giovane tribuno, alto e biondo, Marcus Aemilius Scaurus, originario di Mediolanum. Nel corso del viaggio, passando per una radura, la legione viene assalita da un grosso esercito gallico. Inizia così una sanguinosa battaglia. Il capo dei Galli, Viridovix, vedendo le numerose perdite nel suo schieramento, e rendendosi conto che la vittoria sarebbe potuta giungere solo a costo di perdite ancor più gravi, sfida in duello Scaurus. Gli uomini dell’esercito del generale perdente sarebbero divenuti schiavi del vincitore. Marcus si vede costretto ad accettare, per il bene dei suoi legionari.

Ambedue i duellanti possiedono, l’uno all’insaputa dell’altro, delle spade druidiche, le cui lame sono istoriate di simboli magici. Quando le spade vengono a contatto, i simboli iniziano ad emettere luce. Si crea così un’anomalia spazio-temporale, che ricopre i due duellanti, e tutta la legione. Questo varco trasporta in un posto sconosciuto la legione, ed il capo Gallo. 

I molti universi di Harry Turtledove

Il posto in questione è il mondo di Videssos, che ricorda molto il periodo buio del nostro Impero Bizantino, assediato da più parti da barbari invasori, ma anche minato all’interno da corruzione e intrighi di potere. Marcus e Viridovix, costretti a stringere un’alleanza per sopravvivere nel nuovo mondo, si vedranno accettati nei ranghi dell’Impero come mercenari.

Il fantasy di Turtledove è molto elegante, con infiniti e minuziosi riferimenti alla nostra vera storia. La magia esiste, ma è rara e quasi sempre di natura clericale o demoniaca. Tra sotto-saghe e libri che esplorano altre epoche e terre di Videssos questo ciclo arriva a comprendere ben dodici libri, di cui undici tradotti in italiano.

Di pari fama è la saga dell’Invasione, che coniuga fantascienza e ucronia. Siamo nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale quando una flotta aliena arriva sul nostro pianeta per assimilarci al loro impero galattico. Si tratta dei Rettili, creature più piccole ed esili degli umani, ma dotate di una tecnologia paragonabile a quella del nostro XXI secolo (astronavi interstellari a parte). Nonostante le previsioni di una facile vittoria, i Rettili si troveranno a doversi spartire il mondo coi più arretrati ma bellicosi umani, capaci di stringere alleanze impensabili pur di non cadere nella schiavitù degli alieni.

La saga dell’Invasione è  composta da quattro enormi volumi, per un totale di oltre 4000 pagine. Gli alieni sono caratterizzati da debolezze e fallacità molto umane. Man mano che i loro piani di conquista subiscono rallentamenti essi si vedono costretti a scendere a patti con le Potenze terrestri in grado di resistere all’esercito dei Rettili. Tutta la saga abbonda di comparsate illustri, tra personaggi storici principali e secondari, quasi senza mai cedere a retorica e buonismo.

I molti universi di Harry Turtledove

Non contento Turtledove ha dato un seguito a questo ciclo, scrivendo la saga della Colonizzazione, ambientata 25 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. I Rettili sono riusciti infine a occupare alcuni paesi meno sviluppati del pianeta, mentre altrove hanno stretto rapporti di non belligeranza con le Potenze uscite vittoriose dal precedente conflitto, tra cui il Terzo Reich tedesco. Quel che gli alieni non sanno è che gli umani, grazie a un prodigioso balzo tecnologico, sono a loro volta pronti a lanciare una nave spaziale verso il mondo natale dei Rettili.

Instancabile, Turtledove ha poi di nuovo reinventato la Seconda Guerra Mondiale, questa volta attraverso un fantasy decisamente anomalo e particolare. Si tratta della saga della Guerra dei Regni,  sei massicci volumi che coprono altrettanti anni di guerra. Cambiano i nomi dei Paesi in gioco (il divertimento sta nell’identificarli man mano), la tecnologia è sostituita dalla magia “scientifica” e da un ricco bestiario di animali mitologici. I draghi fanno la parte dei bombardieri, gli unicorni quella della fanteria motorizzata, i behememoth sono come le divisioni corazzate, i leviathan sostituiscono i sottomarini, e via dicendo. Perfino la ricostruzione storica dell’andamento della guerra è piuttosto simile alla nostra, ma nel mezzo c’è questa totale sovrapposizione tra fantasy e reale che rende il tutto decisamente affascinate.

Della serie Crosstime Traffic solo due volumi su cinque sono stati tradotti per il mercato italiano. Non è la saga più riuscita di zio Harry: si parla di viaggi nel tempo e dell’esplorazioni di linee temporali alternative, ma mancano quelle singolari invenzioni che invece abbondano nei volumi finora citati.

C’è poi Timeline 191, mai arrivata in Italia. E’ una saga in cui si ipotizza una vittoria confederata durante la guerra di secessione americana e le successive conseguenze in Nord America fino alla metà del XX secolo.

I molti universi di Harry Turtledove

Turtledove è anche autore di una serie di romanzi stand-alone, come per esempio L’agente di Bisanzio, Dramma nelle Terrefonde (vincitore del premio Hugo), Per il trono d’Inghilterra, In presenza del Nemico e Missione su Minerva. Siamo quasi sempre dalla parte della fantascienza ucronica, con risultati in media piuttosto interessanti.

I detrattori di Turtledove lo accusano di essere poco spettacolare, di scrivere storie lunghissime e di creare personaggi fin troppo low profile. Tra i suoi pregi c’è senz’altro quello di saper costruire/inventare meticolose timeline (o universi alternativi) del tutto credibili e plausibili. Zio Harry ha una penna raffinata, colta e, ma questo è inutile dirlo, espertissima.


Filed under: dossier, libri, recensioni

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