Circa il 60 per cento di questa cifra proverrà da stanziamenti nazionali e regionali, mentre per il restante 40 per cento verrà utilizzato lo strumento del project financing. Sebbene si stia parlando di un Mondiale di calcio, la costruzione degli impianti sportivi rappresenta solo la seconda tra le voci di spesa presentate dal ministro Mutko: dodici avveniristici stadi sorgeranno a Mosca, San Pietroburgo, Rostov, Samara, Kazan’, Kaliningrad, Volgograd, Ekaterinburg, Krasnodar, Sochi, Nizhnij Novgorod, Jaroslav e Saransk.
Non deve stupire il fatto che Mosca anteponga gli investimenti in infrastrutture a quelli per gli stadi: il senso dell’assegnazione del Mondiale 2018 alla Russia è proprio quello di utilizzare una kermesse sportiva come volano per favorirne la crescita economica.
Una logica questa che la Fifa adotta già da alcuni anni: i mondiali assegnati al Sudafrica per il 2010 ed al Brasile per il 2014, più che scopi meramentre calcistici, hanno avuto il fine di generare sviluppo economico e benessere nel paese ospitante.