Torino, 6 maggio 1861.
Il Ministero dunque è il conte di Cavour.
L’Europa lo sa: noi lo sappiamo. I membri del Consiglio non sono uomini politici. Ciò avrebbe potuto cagionare degli stiracchiamenti, imbarazzare la marcia del conte di Cavour; e quest’uomo di Stato non si crea mica degli ostacoli inutili, i membri del Gabinetto sono degli uomini d’affari, la di cui personalità, per considerevole ch’esser possa, non potrà giammai provocare un dualismo, funesto in questo momento all’Italia. La politica italiana – qualunque essa si sia – è tutta di un pezzo. Un sol uomo l’ha concepita, un sol uomo la mena, ed egli ha la confidenza dell’Europa. Il conte di Cavour è investito della dittatura dalla maggioranza legale della nazione, ed il Re stesso, il quale è probabilmente italiano altrettanto che Cavour – vi si rassegna – con più o meno di buona grazia – e ne raccoglie candidamente i frutti.
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