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I nativi d’america lottano per non far costruire l’oleodotto che dal canada arriva agli stati uniti, distruggendo le praterie

Creato il 07 febbraio 2011 da Madyur

Fu il treno a distruggere l’America degli indiani nativi centocinquant’anni orsono. Sarà il “sangue nero”, il petrolio, a devastare domani i resti della loro casa, le Grandi Praterie. Il progetto Keystone, chiave di volta , il nuovo oleodotto che dovrebbe pompare il petrolio dalle sabbie del Canada fino al Golfo del Messico taglierà da nord a sud le pianure e i falsopiani del West , come nel 1865 le rotaie della Union Pacific tagliarono da Est ad Ovest , dall’Atlantico al Pacifico , il cuore del continente.

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Sarà un fiume artificiale che viaggerà lungo un corso parallelo al grande fiume naturale e padre della fertilità americana, il Mississippi , che neppure la resistenza delle nazioni e tribù del Grande Nord che hanno lanciato un movimento per impedirne la costruzione riuscirà a fermare.

La sete insaziabile di petrolio non permetterà opposizioni. La Corsa all’Ovest , come la corsa all’Oro nero non si ferma.

Sono state le popolazioni native del Canada , le Prime Nazioni come si fanno chiamare , a denunciare questo progetto , l’oleodotto capace di pompare quasi un milione di barili al giorno – 120 milioni di litri – dalla sabbie bituminose di Athabaska a Nord di Edmonton , fino ai terminali di Houston in Texas. Dallo Stato di Alberta, nel Canada, dove questo immenso giacimento di franchigia bituminosa , il terzo per dimensioni al mondo, giace, la scoperta di questa nuova e micidiale ferita nel cuore del continente ha oltrepassato il confine statunitense.

Seguendo il tracciato del progetto “Chiave di Volta” , ha raggiunto il Montana , il Nebraska, il Kansas, i granai d’America, l’Oklahoma e il Texas. Ha scosso agricoltori bianchi come consigli tribali di Lakota , Cheyenne, Shoshone, Pawnee, Cree, e di tutte le genti che ancora vivono aggrappate a quello che resta dei territori dove il bisonte correva.Per avvertire che, se le ferrovie annientarono i popoli , gli animali , la cultura della Grande Prateria ,questa vena nera distruggerà al terra sulla quale tutti ancora vivono.

E’ una battaglia che perderanno , come furono perdute le battaglie , contro i baroni delle ferrovie che nel 1860 decisero , con l’appoggio del governo , di seguire il Destino Manifesto della razza bianca a dilagare nel Nuovo Mondo viaggiando in treno, anziché sui trabiccoli di legno e tela costruiti dal Signor Studebaker per i pionieri.

L’oleodotto ha il nulla osta del Dipartimento dello Stato e della Segreteria Hillary Clinton preoccupata per la dipendenza energetica dal greggio arabo e sudamericano. Ha il sostegno del partito repubblicano, oggi maggioranza alla Camera , dove 40 deputati hanno già firmato una petizione di appoggio. E gode dell’appoggio schiacciante degli automobilisti con il serbatoio vuoto e i prezzi cari dei distributori.

Il mito dell’autosufficienza in materia energetica è difficile da abbandonare , anche se ormai gli Stati Uniti dipendono dal Resto dal Mondo per due terzi. I 20 mila nuovi posti di lavoro promessi dal progetto fanno gola. “Il percorso sulla terraferma ci assicura che non potranno mai ripetersi catastrofi come quella nel Golfo” fa eco al Presidente della TransCanada , la futura proprietaria del nuove fiume nero , il capo del sindacato dei lavoratori degli oleodotti , William Hite.

“I nostri studi dimostrano che l’impatto ambientale sarà trascurabile e minimo” informa la TransCanada. Non trascurabile , né minimo , invece , per i primi figli di quelle terre né per coloro che comunque di quelle terre vivono . “Keystone” attraverserà i bacini acquiferi del Nebraska e del Montana , dai quali dipendono per vivere due milioni di persone. La falda acquifera è sotto i pochissimi metri sotto la crosta della terra coltivata e dunque più facilmente inquinabile in caso di rottura o incidenti.

Ma la sete di petrolio spaventa i consigli tribali dei nativi del Grande Nord. Il Grande tubo Nero si farà, nonostante le opposizioni , le firme contrarie di 65 deputati democratici , le nenie degli sciamani , come furono fatte le ferrovie. La Prateria quindi sarà attraversata da asfalto, traversine e presto tubi.


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