Anche agli uomini di Neandertal piaceva la musica e in particolare cantare. Ma se si dovesse fare un paragone con le hit parade odierne, in quale genere potrebbero essere catalogate le loro opere? La risposta arriva da Steven Mithen, docente dell’Università di Reading: i neandertaliani erano probabilmente cultori e interpreti eccellenti di quella che noi oggi definiamo musica rap. Essi si disponevano in cerchio intorno al fuoco e con l’accompagnamento di percussioni rudimentali, ricavate da bastoni di legno o gusci di conchiglie, “rappavano”, in una lingua non di certo evoluta come la nostra, le proprie storie e vicende. Mithen ha reso note le sue idee tramite un’intervista rilasciata alla BBC. “La gente spesso descrive gli uomini di Neandertal come stupidi o scontrosi - ha detto il ricercatore - ma avevano una grande sensibilità musicale. Credo che sarebbe loro piaciuta soprattutto la musica rap, perché ha quel tipo di effetto che gli uomini di Neanderthal avrebbero senz’altro apprezzato. Nella mia mente posso vederli ‘rappare’”. Secondo i paleoantropologi per gli uomini primitivi, sia neandertaliani che sapiens, la musica ha sempre avuto un’importanza notevole. Ed è pensabile che essa si sia sviluppata insieme con il linguaggio. Per amplificare la voce e mandare richiami a distanza, gli uomini primitivi si servivano di grandi conchiglie o di trombe fatte di scorza d’albero, i primi strumenti a fiato. Oppure battevano su tronchi cavi o su pelli tese sopra un recipiente vuoto, i primi strumenti a percussione. Quando si parla di musica, dicono gli esperti, si intende non solo l’emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione. Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un “ritmo”. Più suoni, alti e bassi, emessi successivamente da uno strumento o dalla voce danno una “melodia”. Più suoni emessi simultaneamente creano un’“armonia”. Il lungo cammino della musica attraverso i millenni ha quindi visto uno sviluppo molto complesso di questi tre elementi: ritmo, melodia, armonia. Per quanto diversi siano i risultati presso i differenti popoli e le differenti culture, è certo che la musica ha accompagnato l’uomo in ogni tipo di società.
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Anche agli uomini di Neandertal piaceva la musica e in particolare cantare. Ma se si dovesse fare un paragone con le hit parade odierne, in quale genere potrebbero essere catalogate le loro opere? La risposta arriva da Steven Mithen, docente dell’Università di Reading: i neandertaliani erano probabilmente cultori e interpreti eccellenti di quella che noi oggi definiamo musica rap. Essi si disponevano in cerchio intorno al fuoco e con l’accompagnamento di percussioni rudimentali, ricavate da bastoni di legno o gusci di conchiglie, “rappavano”, in una lingua non di certo evoluta come la nostra, le proprie storie e vicende. Mithen ha reso note le sue idee tramite un’intervista rilasciata alla BBC. “La gente spesso descrive gli uomini di Neandertal come stupidi o scontrosi - ha detto il ricercatore - ma avevano una grande sensibilità musicale. Credo che sarebbe loro piaciuta soprattutto la musica rap, perché ha quel tipo di effetto che gli uomini di Neanderthal avrebbero senz’altro apprezzato. Nella mia mente posso vederli ‘rappare’”. Secondo i paleoantropologi per gli uomini primitivi, sia neandertaliani che sapiens, la musica ha sempre avuto un’importanza notevole. Ed è pensabile che essa si sia sviluppata insieme con il linguaggio. Per amplificare la voce e mandare richiami a distanza, gli uomini primitivi si servivano di grandi conchiglie o di trombe fatte di scorza d’albero, i primi strumenti a fiato. Oppure battevano su tronchi cavi o su pelli tese sopra un recipiente vuoto, i primi strumenti a percussione. Quando si parla di musica, dicono gli esperti, si intende non solo l’emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione. Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un “ritmo”. Più suoni, alti e bassi, emessi successivamente da uno strumento o dalla voce danno una “melodia”. Più suoni emessi simultaneamente creano un’“armonia”. Il lungo cammino della musica attraverso i millenni ha quindi visto uno sviluppo molto complesso di questi tre elementi: ritmo, melodia, armonia. Per quanto diversi siano i risultati presso i differenti popoli e le differenti culture, è certo che la musica ha accompagnato l’uomo in ogni tipo di società.
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