I nipoti nella rete feroce (per la nonna di Amnesia)

Da Virginia Less

Le parole sono vane e quasi offensive di fronte a tragedie come questa. Ma sento l’esigenza testimoniare la vicinanza di noi tutte a una  nonna che soffre terribilmente. Il biglietto che  Nadia ha scritto, prima di buttarsi di sotto e morire, era indirizzato proprio alla nonna, cui era molto affezionata. Lei  ha chiamato la polizia, che l’ha cercata, ma a trovarla sono stati i genitori. Uno strazio inimmaginabile …

Amnesia era  il  nick della quattordicenne di Cittadella sul social network ask.fm, in cui si può comunicare mantenendo l’anonimato e il cyberbullismo la fa da padrone. I genitori di Nadia, leggo nei media,  erano consapevoli della sua depressione e  la attribuivano alle difficoltà scolastiche; cercavano di tranquillizzarla (avrebbe cambiato indirizzo di studi)  e la tenevano d’occhio controllando mail e messaggini. Non è bastato.

Di ask non erano informati, a quanto sembra. E proprio lì Amnesia  tentava di colmare il vuoto che sentiva dentro. Parlava di morte per ricevere conforto ed esorcizzare la solitudine? La “corteggiava” idealmente come non pochi adolescenti  fanno? I suoi “amici” sconosciuti le  scrivevano  frasi orribili.“Secondo me tu stai bene da sola! Fai schifo come persona e “Spero che uno di questi giorni taglierai la vena importantissima che cè sul braccio e morirai!!!

Certo, gli adolescenti sono  spesso fragili come cristalli, chiusi in se stessi, in fuga davanti “a questo stupido mondo” . E ovviamente, prima che esistesse internet,  comunicavano in altri modi esigenze e paure.  Ma, banale il ripeterlo, il mezzo influenza il messaggio, e ask è un mezzo crudele e stupido, responsabile di almeno un altro suicidio.  La libertà d’espressione qui c’entra poco:  il web non può diventare  una giungla in cui si colpisce impunemente il debole.

Siamo addolorate, nonna di Amnesia, un abbraccio.


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