PUNTATA II - Dove la crudeltà la fa da Padrona
(ascolta)
Cosima von Bauern non era crudele; era semplicemente costipata. "La stitichezza è la cifra della tua vita", disse una volta sua cugina, la querula Eva von Braun, con le ambizioni letterarie che spesso prendono forma quando tutte le altre ambizioni sono scomparse. Forse elevare la stipsi a simbolo di un'esistenza rappresentava uno slancio eccessivo; tale senza dubbio lo considerò l'interessata, che replicò indirettamente, offrendo alla cugina dei cioccolatini lassativi. E tuttavia, Cosima era stata davvero segnata dalla sua indisposizione escrementizia. La ritenzione si era rapidamente allargata dal suo rapporto con l'intestino al suo rapporto con il mondo. Era una creatura fondamentalmente incapace di tirar fuori il benché minimo sentimento, di esplicitare un palpito. Reprimeva tutto, e con tale disciplina, che si poteva sospettare che di emozioni non ne avesse nemmeno una. Per questo le riusciva facile architettare piccole o grandi torture, specie se i destinatari erano individui che, al contrario di lei, vibravano di passioni che non riuscivano a celare. Cosima era nauseata dal rimpianto, dalla commozione, dalle lacrime di dolore, e, più di tutto, dall'amore. "Io lo amo!" era una frase che le scatenava i più turpi propositi di vendetta. "Amare per te è come fare la cresta alla vita", era un altro degli aforismi succulenti di Eva von Braun. A forza di sparate a vuoto, la cugina aveva centrato il bersaglio. La stessa Cosima, ascoltando quelle parole, si era limitata ad un ghigno sottile - anche perchè subito dopo Eva era corsa al bagno, in preda all'effetto delle succitate praline. Per Cosima la vita era una faccenda maledettamente seria di liste della spesa, di ordini per i domestici, di famiglie da mandare avanti. Richard von Bauern era il suo sposo promesso, e questo le aveva risolto la faccenda fondamentale di accasarsi. Quel che rimaneva era un insieme di pratiche poco più che contabili. Qualunque spiraglio lasciato libero ai desideri personali era "fare la cresta alla vita." L'amore ne rappresentava lo scandalo maggiore, un imperdonabile capriccio. Persino la procreazione, con quel che comportava, si era risolta per lei in una trista faccenda ergonomica, con quel tanto di appiccicoso e sudaticcio che la disgustava profondamente. Se la regina Vittoria, in quei momenti, pensava all'Inghilterra, Cosima si era concentrata, quando si trattò di Arthur, sulla disposizione degli invitati al tavolo del prossimo "Gran Ritrovo", e, nel caso di Karina, su quale nuova punizione doveva essere inferta a Frau Heller per i suoi deficit organizzativi. Se si eccettuavano la prima notte di nozze (cercare un nuovo giardiniere per Villa von Bauern) e un incomprensibile moto erotico non finalizzato di Richard l'anno dopo (che prezzo strappare per il nuovo puledro), gli adempimenti biologici a due si erano, per lei, esauriti. E di certo, si pensava, non ne avrebbe cercati degli altri.
***
Ciò basti per immaginare la sua reazione al discorso che sua figlia Karina, in un momento di incoscienza, aveva ardito farle quella sera stessa. La cena era stata uguale a molte altre. L'olio acquistato dall'aiuto cuoca per ungere il fagiano arrosto era sicuramente rancido. Probabilmente da quando l'aiuto cuoca era in fasce. Ma Frau Heller non se n'era accorta che troppo tardi, quando già il volatile girava senza meta sullo spiedo e si era fatto tardi per preparare dell'altro. La capo cuoca, Frau Mittner, lei era stata lasciata all'oscuro di tutto. Così il povero pennuto (almeno fu spiumato in tempo), già impallinato dal Barone von Bauern, era stato oggetto di un cannoneggiamento di aromi e spezie, con il quale la Heller era riuscita nel capolavoro di renderlo immangiabile pur senza togliervi il sapore di olio andato a male. I commensali avevano reagito al primo boccone al meglio delle loro possibilità (il Barone ed Eva lo sputarono, Karina e Arthur lo ingurgitarono). Nessuno però era rimasto impassibile come Cosima, che si era limitata a finirlo prima di dire la sua. La Baronessa von Bauern "diceva la sua" senza fiatare. Non faceva altro che socchiudere le palpebre per qualche lunghissimo istante per poi sbarrare gli occhi rapidamente e fulminare Franz Schmidt, il maggiordomo. Quello sguardo inconfondibile, che faceva improvvisamente zittire tutti, significava una sola cosa: "portate qui il responsabile". Franz, infatti, corse subito fuori e tornò con Frau Heller, tremante e ben consapevole dell'accaduto, accompagnata da Annelore Kempis, la governante.- Signora, io, mi scusi... vede, è stato un errore inevitabile, ho scambiato dell'olio rancido per una aromatica spremitura...- Frau Kempis - disse Cosima, ignorandola - può dire a Frau Heller di considerarsi in punizione. Dovrà bere l'olio rimasto fino all'ultima goccia, così saremo sicuri che non capiterà di nuovo nelle nostre portate... - Come vuole, Baronessa - rispose Annelore, che chiaramente non era d'accordo.- Povera Heller, questa volta ti è andata proprio male! - commentò Richard, ridacchiando.- ... e si complimenti con Frau Mittner per la crema di funghi - concluse sua moglie.- Sarà fatto.I tre domestici uscirono dalla stanza impietriti, finché Herr Schmidt non tornò a prendere i piatti.Scene simili accadevano piuttosto spesso, e nessuno si scompose più di tanto. Era difficile trovare dei bravi inservienti, e più ancora riuscire a soddisfare i von Bauern. Ciononostante, soltanto la sua incurabile dabbenaggine aveva potuto far pensare a Karina che quella fosse l'occasione giusta per mettere in chiaro i suoi veri sentimenti con la madre. Il punto era che durante la cena si era parlato soprattutto del suo imminente fidanzamento con Georg von Bären. Karina aveva tergiversato per tutto il tempo, ma non poteva cercare oltre di controllare un gioco di cui lei era soltanto una pedina, che per giunta aveva saltato già diversi turni.Per queste ragioni, dopo il caffè, decise di affrontare la madre. I maschi di casa si erano appartati a fumare, e bastò convincere Eva di avere un'aria macilenta perché questa si eclissasse. - Mamma... ecco, ho bisogno di parlarti.- Di' pure, Karina.- Ecco... si tratta del matrimonio...- Non abbiamo fatto altro che discorrere di questo per tutta la nostra "cena", se mi passi la generosa espressione.- Ecco, è vero mamma, però...- Sì, Karina?- Ecco, ci sarebbero delle questioni in sospeso.L'aveva detto. Aveva introdotto la possibilità che qualcosa non andasse, e l'incrinatura nella sua voce l'aveva confermata. Cosima, come un falco, avvistò subito la preda, e come un falco scese in picchiata per agguantarla.- Ah davvero, Karina? A me non risulta... sposerai il figlio dei nostri più cari amici. Entrerai in una famiglia importante, consoliderai un legame che - si chinò ad osservare la figlia con intenzione - si riconferma da generazioni senza "questioni in sospeso". Perciò, cara, se ci sono delle difficoltà, non posso che pensare che vengano da te.Sua madre era giunta ad una conclusione con grande rapidità, e, quel che più conta, alla conclusione giusta. Karina era preparata almeno a questo, ma la velocità del falco impressionò l'anatra ingenua che lei era. In altre circostanze avrebbe potuto apprezzare la lucidità materna, anzi confidarvi - in fondo le risparmiava lunghe divagazioni e le permetteva di andare subito al sodo. Ma Karina scoprì in quel frangente ciò che chiunque altro, a cominciare da Cosima, già sapeva: il coraggio di confessare quanto teneva nascosto da mesi lei non ce l'aveva. Si armò tuttavia della sua unica risorsa, l'incoscienza del passerotto e cercò almeno di lambire l'argomento cruciale.- Ecco, io... io non so se Georg nutra veramente sentimenti d'amore....- Ah.Cosima non si scompose, ma assunse l'espressione apatica che solo un'ora prima aveva adottato nei confronti del fagiano marcescente. Fagiano, anatra, passerotto, quel che fosse - l'intera avifauna che deteneva una posizione da metà classifica nella catena alimentare era simbolicamente rappresentata nello sguardo vacuo da piccione di Karina. Cosima proseguì:- L'"amore". Credi veramente che una "cosa" simile abbia a che fare con un matrimonio come il tuo? L'"amore"... queste sono faccende per zia Eva, che non a caso è rimasta zitella. I "sentimenti "di Georg sono sicuramente benintenzionati, questo è quanto ci si può aspettare. E per quanto riguarda te... voglio sperare che non ci siano "questioni in sospeso" di alcun tipo. Questo matrimonio è tutto per me, lo sai bene. E quindi deve essere tutto anche per te. Von Bauern e von Bären sono destinati a congiungersi, non te lo dimenticare...- Ecco...- ... e ora ti invito a ritirarti. Buonanotte, Karina.
***
Piangendo, Karina fuggì dalla madre e andò in cerca dell'unica persona che l'avesse veramente a cuore, Frau Kempis. Mentre si introduceva negli ambiti personali dei domestici, sfiorò involontariamente la porta della cucina, che si aprì, rivelando all'interno Frau Heller, in ginocchio e con un imbuto in bocca, che veniva ingozzata di olio rancido da Frau Mittner, vera e propria protesi di Cosima e unica a riscuotere le sue (moderate) simpatie. In quella singolare situazione le due donne abbozzarono un sorriso, che fece cadere l'imbuto, tremare il fiasco; e Frau Heller fu cosparsa di un liquido bruno. Karina, incurante della penosa punizione, pensò soltanto che quello poteva essere il suo stesso destino.La madre l'avrebbe costretta a mandare giù quel disgustoso matrimonio, rinunciando alla sua dignità e al suo cuore di pettirosso? Ma a forza di elucubrazioni ornitologiche, era giunta dinanzi alla camera da letto di Frau Kempis.- Oh, Annelore, posso entrare? - disse bussando.- Certo Karina, vieni.- Oh, ho bisogno di una Lettura, ti prego!- Me l'aspettavo. Accomodati.- Oh, grazie!- Quindi... devo concludere che non hai detto a tua madre di Werther von Bernau...- Oh...- ... il figlio dei suoi più acerrimi nemici?
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