Magazine Diario personale

I nomi delle astronavi...

Da Gloutchov
...When James Cook explored the South Pacific in the late 18th century, he did so in ships called Endeavour, Adventure, Resolution, and Discovery. His expeditions caught the imagination of the British public, with innumerable schoolboys eagerly devouring books about Cook’s exploits and dreaming of one day becoming explorers themselves. I doubt the British public would have followed his expeditions quite so closely if his ships had had names like Venus Transit Survey Vessel or Island Locator Made Of Wood (ILMOW)...
fonte: qui.
La crisi tutta italiana della fantascienza... è un tema tosto, se ne parla molto in giro, la si può notare in libreria, seppure al cinema e nel settore videoludico ci sia una sorta di continuativa prosperità... è palpabile. Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi sul blog di Angelo, e oggi Angelo si è attivato per provare a rianimare una fiammella che stenta a sopravvivere. Ma non è di questo che voglio parlarvi. Voglio parlare di una cosa che ho notato sul web durante la mia attività di promozione della Collana GEMINI. Sul mio feed reader ho registrati diversi siti che si dedicano alla fantascienza. E' da lì che ho cominciato il tam tam mediatico. Ed è stato lì che mi è venuta la pelle d'oca. Non me ne ero neppure accorto... Da quanto tempo non ricevevo aggiornamenti da quei feed?
L'elenco è lungo, per cui preferisco non fare nomi ma... passandoli tutti al setaccio, i portali italiani dedicati alla fantascienza che ancora sono attivi (tra i miei link) si contano sulle dieci dita. Molti sono fermi ai primi anni 2000. Un paio hanno interrotto le comunicazioni nell'agosto del 2010. Altri nel 2008. Qualcuno è fermo addirittura da più tempo. E io non me ne ero accorto... Certo! Esiste Fantascienza.com, un ottimo portale, il più grande, un vero e proprio magazine... ma davvero è sufficiente a mantenere vivo un movimento? Sono felice che 2099 sia attivissimo e in piena forma. Ci sono i fan club dedicati a StarWars, a Battlestar Galactica, a Gundam... a StarTrek... Esistono forum molto attivi in rete. Ma servizi di divulgazione, blog, siti... quelli sono stati decimati. E' possibile che esistano luoghi, in rete, che non conosco... be' questo non è importante. Ciò che mi ha fatto rabbrividire è che, i siti che seguivo, quelli che mi appassionavano, quelli che ritenevo più affidabili e competenti... molti di loro hanno chiuso e io non me ne sono neppure accorto.
Allora mi sono detto... non è che la fantascienza stia morendo anche per causa mia? Io scrivo fantascienza. Io leggo fantascienza. Ora mi dedico alla fantascienza grazie alla collaborazione con Pyra. Ma come ho fatto a lasciare inosservata la scomparsa dei portali che amavo e seguivo? 
Sul blog di Angelo si è dibattuto a lungo sui motivi per cui la Fantascienza, in Italia, stia vivendo un momento di crisi quasi inarrestabile. Si è data la causa alla crisi contingente e alla poca fiducia verso il futuro. Si sono accusate le case editrici che non vogliono rischiare su questo versante. Si sono accusati i fiaschi tecnologici degli enti spaziali americani ed europei (il fatto che si debba andare sulla ISS noleggiando una navetta russa la dice lunga, non trovate anche voi?).  L'articolo che vi ho segnalato all'inizio di questo post, va a toccare un altro nervo scoperto della corsa allo spazio. L'immaginario collettivo va catturato accendendo lo spirito di avventura. Le missioni spaziali devono avere nomi a effetto... non degli acronimi impronunciabili come G.R.A.I.L. (ovvero le due sonde che stanno andando sulla luna proprio in questo momento, e che hanno il compito di osservare il sottosuolo del satellite in modo accuratissimo e innovativo). La stessa stazione orbitante ha un nome... ma ce l'ha un nome? I.S.S. non significa semplicemente International Space Station?

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