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I nostri cervelli, la membrana cellulare, la pelle e la meditazione...

Da Genna78
I nostri cervelli, la membrana cellulare, la pelle e la meditazione...
Ciao,
quale è il nostro vero cervello? da quando le
moderne scienze hanno decretato che il nostro
centro del pensiero si trova nell'encefalo molti
studiosi hanno scoperto diverse zone del corpo
in cui sono ospitati "talmente tanti neuroni" da
iniziare a credere che esistano più cervelli. Ed
oggi, alla luce delle moderne scoperte si prende
seriamente il termine "organismo" nel senso di
un agglomerato sistemico di parti, più che di
"parti nettamente separate"...
...così dagli studi sulla emboided cognition oggi
sappiamo che esiste una profonda circolarità
che lega inscindibilmente "mente e corpo". Ed
è quindi sempre più difficile attribuire ad una
singola parte dell'organismo delle funzioni che
siano "specie specifiche". Ma tranquillo non ho
voglia di farti una lezione di psicofisiologia ma
di portarti per mano attraverso un "delirio" che
ci aiuti a fare luce su un quesito gigantesco
che prende in causa la nostra pelle...
...e le nostre sensazioni/percezioni. Ma per farlo
mi servono altri due o tre concetti di biologia...
tempo fa ti ho parlato degli affascinanti studi di
Bruce Lipton (che ormai non ha più bisogno di
presentazioni) il quale dice in poche parole che
"il dogma centrale" della biologia, cioè che la
vita dipenda dal materiale genetico, non è più
un "dogma" alla luce delle moderne scoperte.
In modo particolare oggi ciò che più mi sta
a cuore non è "la biologia delle credenze"...
...citando un suo noto testo, ma la constatazione
(per me ancora più scientifica) che il vero centro
di controllo della cellula non sta nel suo nucleo
ma nella sua membrana. Per decenni abbiamo
creduto che il nucleo, in cui è custodito il nostro
materiale genetico, fosse il "cervello della cellula"
da cui partono le informazioni per creare tutto ciò
di cui  ha bisogno (la cellula) per poter vivere e
comunicare con lo spazio esterno...
...ma in ogni essere vivente se togliamo quello che
oggi chiamiamo cervello, questo muore! Lipton ha
scoperto che se togliamo il nucleo di una cellula
questa è in grado di sopravvivere e di fare il proprio
lavoro di comunicazione con l'esterno, anche in
assenza di nucleo. Si, non riesce più a riprodursi
ma continua a vivere... per tanto Lipton ha detto in
modo forse non troppo scherzoso che il nucleo è
più simile agli organi riproduttivi che non al
cervello. 
In questo modo il biologo ci racconta una realtà che
alcuni avevano già intuito osservando la psicologia.
Cioè il fatto di dare molta importanza "alla pelle"
(al soma) a quella barriera che ci permette di
comunicare con l'esterno. E visto che esiste in
natura una relazione strettissima fra micro e
macro, forse è proprio "la pelle" il nostro primo
cervello, quello ancora più arcaico che ci aiuta
a sopravvivere...
...di certo è il luogo "di confine" a cui arrivano
tutte le stimolazioni dell'esterno e allo stesso modo
è anche il primo organo a segnalare quando
qualcosa di interno non funziona. Guarda caso la
maggior parte dei problemi dermatologici ha una
origine psicosomatica. Fino a qui tutto provato
alla luce della ricerca clinica e sperimentale ma
la mia ipotesi si porta ancora più in là...e arriva
come ormai da tempo capita su psinel alla
nostra amata meditazione.
Come dovrsti ormai sapere meditare significa il
portare l'attenzione a qualcosa in un modo presente,
intenzionale e non giudicante... questo tipo di
attenzione va allenata per restare nel presnete e
non farsi trascinare dai pensieri e dalle emozioni.
E' un pò come se, invece di concentrarci su che
cosa succede dentro di noi oppure che cosa
succede "fuori di noi"...ci si concentri su quei
confini che delimitano il nostro corpo, cioè le
nostre sensazioni che derivano dal contatto...
...contatto fra i nostri organi di senso e la realtà che ci
circonda. E l'organo di senso maggiormente preso in
causa dalla meditazione è quello cinestesico e
propriocettivo, cioè quello dato dai sensori della
nostra pelle. Quindi quando ad esempio facciamo il
bodyscan stiamo portando attenzione a quel confine,
a quella periferia da cui arrivano tutte le informazioni
e le comunicazioni al nostro corpo. Portiamo più
attenzione ai nostri processi di scambio fra dentro
e fuori e viceversa...
...prestando attenzione in modo mindfluness si diventa
in grado di osservare senza giudizio tutto ciò che sta
accadendo in quel "confine". Questo non significa che
stiamo decidendo coscientemente cosa entra e cosa
no, ma semplicemente che siamo in grado di notarlo
ed osservarlo. E questa forma di consapevolezza è
come se ci rendesse "consapevoli dei movimenti
del nostro cervello" della "nostra membrana".
Un movimento "semplice ma fondamentale"...
...un movimento che sembra superficiale (proprio
perché posto sulla pelle) ma che così non è. Che
sembra meno completa di una interpretazione sui
pensieri, sogni, desideri, credenze (insomma tutto
ciò che identifichiamo con il nostro pensiero e
con la nostra personalità) ma che in realtà invece
di puntare l'attenzione verso "il nucleo" la punta
sulla "membrana". Invece che su interpretazioni
arzigogolate punta sul fenomeno dello scambio
con l'ambiente stesso.
Nel corso dei secoli siamo diventati esperti nel
gestire l'ambiente che ci circonda, con l'avanzare
del pensiero umano abbiamo esplorato in modo
minuzioso il nostro pensiero con la filosofia prima
e con la psicologia oggi. Attualmente con le nostre
macchine possiamo guardare dentro l'organismo
che cosa accade durante una certa funzione. In
poche parole abbiamo delle ottime "mappe" che
ci dicono cosa c'e "la fuori" e cosa c'è "li dentro"...
...ma noi, in quanto esseri umani privi di strumenti
possiamo solo avere delle "pallide immagini" di
tutte queste scoperte. Infatti, come probabilmente
saprai, il mondo che percepisci è solo una piccola
porzione, non solo in termini fisici (perché i sensi
sono limitati) ma anche psicologici. Lo stesso vale
per ciò che riesci a sentire dentro te stesso, puoi
si diventare molto sensibile ai tuoi "moti interiori"
ma difficilmente sarai consapevole di ogni loro
"movimento" (altrimenti non esisterebbe il
concetto di inconscio)...
...l'unica cosa di cui puoi essere certo è che dentro
e fuori di te esiste un continuo scambio. Che questo
avviene inconsciamente ma che puoi imparare ad
osservarlo in modo sottile con la meditazione. Che
non fa altro che portare la tua attenzione a quel
confine e a notare fenomenologicamente che cosa
sta accadendo in quel momento. In altre parole, le
sensazioni che prova un meditante allenato sono
molto più attendibili dei suoi giudizi su ciò che
sta vivendo...
...è come se l'unico modo per osservare, attraverso
se stessi (cercando di rivolvere la secolare diatriba
fra oggetto e soggetto) sia quello di fare quel salto
che i fenomenologi chiamano "epoche" e che oggi
possiamo anche ribattezzare con il complesso e
difficile termine disidentificazione (che però rende
molto bene il  concetto). Facendo questa sorta di
salto mentale possiamo davvero portare tutta la
nostra attenzione "alla membrana", "al cancello
della percezione"...
...e se questo è il nostro "primo cervello" penso che
gli effetti benefici della meditazione possano derivare
anche da queste mie bizzarre elucubrazioni teoriche;)
E' un po' come nuotare, sotto di noi ci sono i nostri
pensieri, se stiamo troppo con la testa sotto rischiamo
di restare senza fiato. Mentre se ci solleviamo si una
barca non stiamo più nuotando e facendo quel "retto
sforzo" per diventare dei bravi nuotatori. Ma c'è un
fenomeno particolare, quando diventi bravo a
nuotare (a portare attenzione mindful) ...
...ti rendi anche conto che a volte ti basta lasciarti
andare per galleggiare senza sforzi. Via via che nuoti
e affini la tecnica hai sempre meno bisogno di usare
"la forza fisica". Hai mai visto la differenza fra un 
nuotatore esperto ed uno alle prime armi? quest'
ultimo di solito sembra fare uno sforzo pazzesco,
mentre l'esperto, avendo pratica e consapevolezza
del movimento idrodinamico del suo corpo, fa
molto meno sforzo...detto in modo più semplice
fa la metà delle bracciate.
La superficie dell'acqua sembra anche qui mostrare un
lato, appunto "superficiale". Questo significa che per 
imparare a fare "apnea" (stare sott'acqua) devi
prima imparare a galleggiare e nuotare. Altrimenti
lo sforzo richiesto, senza queste abilità, renderà la
gita sott'acqua un vero incubo...e raramente le
persone torneranno a quella profondità se non si
sono sentite a proprio agio.
E tu, che cosa ne pensi? lascia un commento qui
sotto e fammi sapere la tua... so che adori i miei
deliri, per cui buttati anche tu con tuo delirio.
A presto
Genna


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