I nuovi imprenditori verdi del Nord Europa

Creato il 26 luglio 2011 da Lucia Navone @lucia_navone

A Samso, piccola isola dell’arcipelago danese, il freddo e tagliente vento che soffia dal Mare del Nord non solo piega l’erba, frusta le bandiere e rende gelido l’inverno, ma è una risorsa fondamentale per alimentare le turbine eoliche installate sull’isola. E questa è una buona notizia per gli abitanti di Samso, circa 4000, visto che possiedono azioni proprie in 20 delle 21 turbine che danno l’energia all’isola e che sono sorte sia sul terreno sia nelle acque al largo dello stretto di Kattegat che collega il Mare Baltico al Mare del Nord.

Una piccola isola sperduta del Nord Europa e i suoi abitanti che sono al centro di un reportage fotografico pubblicato dall’Espresso, in edicola questa settimana.

Samso, un lembo di terra a due ore di traghetto da Copenhagen, è diventata in dieci anni un esempio di rivoluzione ecologica. Nelle case immerse nel verde il frigorifero, la tv e tutti gli elettrodomestici sono alimentati con l’energia del vento e il riscaldamento va con il sole o con caldaie a trucioli di legno o paglia.

Un bel cambiamento per questa minuscola isola bagnata dal Kattegat (il tratto di mare che separa la penisola danese dalla Svezia) che fino a dieci anni fa si riscaldava a nafta e importava il 100% dell’ elettricità dalla terra ferma.
Oggi i suoi  abitanti producono più energia di quella che consumano. E grazie alle fonti rinnovabili che coprono la totalità dei loro bisogni elettrici e il 70% di quelli termici hanno ridotto del 140% le emissioni di CO2 a un costo di 15 mila euro per abitante.

Un miracolo di green economy dal basso dove i Samsoner sono diventati i protagonisti di un cambiamento culturale. Una comunità entrata a far parte della storia danese che, nel 1985, ha abbandonato i progetti di costruzione di centrali nucleare per concentrarsi sulla produzione di energie rinnovabili, in particolare sfruttando il vento.  Nel 1990 la Danimarca si è impegnata, nel quadro del Protocollo di Kyoto, a ridurre le emissioni del 21% e oggi, anche chi produce energia da fonti fossili, contribuisce allo sviluppo delle energie verdi.

In un primo momento, gli abitanti dell’isola, per lo più contadini, non erano disponibili all’acquisto di una quota: Samso è circondata da centrali a carbone che offrivano all’isola elettricità a basso costo.
Ma la chiusura di un macello lasciò 100 persone senza lavoro e la costruzione della nuove turbine poteva portare 30 nuovi posti di lavoro ogni anno per 10 anni. La gente si convinse a firmare i contratti e, in pocchi anni,  tutte le 21 turbine furono attivate. L’isola poteva produrre così, in completa autonomia,  i 26 milioni di chilowatt-ora che i suoi residenti utilizzavano ogni anno iniziando anche ad esportare circa 80 milioni di kilowatt-ora di elettricità all’anno. Produzione che consente ai Samsingers di produrre la totalità della domanda con le energie rinnovabili e di ottenere più di $ 8 milioni di fatturato all’anno.

Ma non solo. L’uso di carburanti fossili era stato tagliato a metà, grazie anche alla sostituzione nella maggior parte delle case dell’isola delle vecchie caldaie a petrolio con stufe a legna molto efficienti, dispositivi per scaldare l’acqua che sfruttavano l’energia solare ed altri soluzioni per il risparmio energetico.

Il tutto deciso dagli stessi abitanti con una consultazione popolare durante la quale, si racconta,  veniva offerto caffè gratis, succo di mela e fiumi di birra.


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