a cura di Romolo Bugaro, Marco Franzoso
antologia ai limiti del solipsismo più inutile
di Iannozzi Giuseppe
C’è anche la generazione Ikea di Alberto Fassina, il quale tenta la solita abusata carta del carverismo per dar logica all’ordinario vecchio trito e ritrito tema della precarietà e com’è facile arrendersi ad essa per cercare rifugio in un lavoro che ti garantisce il minimo, appena utile a sopravvivere purché tu sia single o che lo diventi per necessità. Per assurdo, quello di Fassina, nonostante tutto il risaputo che è nel racconto, è tra i più riusciti dell’antologia, difatti disegna con una certa efficacia quanto è facile alienarsi in un mondo di completi alienati. Roberto Ferrucci descrive una giornata, una qualunque che ha in sé due eventi, un referendum e una partita di calcio della Nazionale Italiana: alla fine si grida “gol” e il mondo è quello lì, tutto il sentimento che c’è. Un racconto noioso, un calcio di rigore visto e rivisto alla tele, con in testa la volontà macabra di convincersi che non c’è proprio altro, niente di meglio di Totti che spara un goal. C’è poi un racconto diaristico di Umberto Casadei, che è ormai lontanissimo da quella scrittura de “Il suicidio di Angela B.” che per quindici minuti gli assicurò la gloria. Giulio Mozzi pare imitarlo: stralci di diario incollati con lo sputo per dare un’apparenza di omogeneità a quello che non è nient’altro che uno zibaldone sulla blogosfera – per nostra fortuna – di poche pagine. Un racconto di un certo impatto è quello di Gianfranco Bettin, “Odio”, che all’esperienza personale preferisce dare un accento di geografia di sentimenti, forse pura fiction forse no. Marco Bellotto così come Marco Mancassola tendono a un registro narrativo diaristico… Alberto Garlini prova un registro linguistico sfrontato, senza né capo né coda, per concedere parvenza di identità al racconto, che investiga appunto nell’enigma amletico essere o non essere: una narrazione confusa e nervosa che ci restituisce dei personaggi alienati, così tanto alienati da risultare nulla affatto credibili. Peccato, perché poteva essere un buon racconto, forse il migliore dell’antologia, se solo l’autore ci avesse lavorato sopra di bulino.
Una antologia di racconti dove “il nostro ‘corredo sentimentale’ è in conflitto con il nostro ‘armamentario linguistico”: queste le intenzioni degli autori raccolti in “I nuovi sentimenti” a cura di Romolo Bugaro e Marco Franzoso. Quindici autori che hanno tentato di trovare, o di darsi “un centro”: precarietà dei sentimenti, gli uomini coinvolti nei loro pochi o tanti sentimenti sono marionette depresse, inutili, condotte sulla via dell’esistenza da un Dio che se la ride dei loro tentativi di essere qualche cosa di più di maya (apparenza).
Racconti di Marco Bellotto, Gianfranco Bettin, Romolo Bugaro, Umberto Casadei, Mauro Covacich, Alberto Fassina, Roberto Ferrucci, Marco Franzoso, Alberto Garlini, Marco Mancassola, Giulio Mozzi, Massimiliano Nuzzolo, Tiziano Scarpa, Vitalino Trevisan, Gian Mario Villalta.
I nuovi sentimenti – AA.VV. – Marsilio – Collana: Tascabili – 160 pagine – € 5.90