I ło gà messo in cheba
L’espressione è sempre rivolta a chi è stato rinchiuso in carcere.
Per i Veneziani però aveva un significato ben preciso, perché la “cheba” era una vera gabbia di legno di forma quadrata che la Repubblica usava per condannare alcuni reati commessi da religiosi.
La gabbia veniva appesa ad una trave sporgente da una finestra del campanile di S. Marco dopo che in essa erano stati rinchiusi i religiosi rei di varie nefandezze.
Il supplizio, della “cheba”, cessò nel secolo XVI e l’ultimo prete che ne usufruì fu Pre’ Francesco da S. Polo, perché bestemmiava giocando.