Negli anni 80, la moda, distingueva i “paninari” con Timberland e Monclear, dai metallari tutti borchie e capelli alla Megadeth, dai dark completamente vestiti di nero con cerone in faccia e rossetto sbavato alla Robert Smith dei Cure.
Ma si parlava di ragazzini o al più ragazzi. Oggi si scopre che anche la malavita, quella seria e adulta, quella che non si concede tregua, ha un codice ben delineato per acconciature, abbigliamento e modo di porsi. E’ questo che risulta dalle dichiarazioni di Nicola Cangiano, arrestato nel 2009 e diventato collaboratore di giustizia.
Nelle sue ultime dichiarazioni parla di come i fedelissimi di Michele Zagaria indossino solo scarpe Samsonite mentre quelli di Francesco Schiavone solo le Hogan. L’ambito di cui si parla è quello dei Casalesi. E’ uno scontro tutto interno alle varie anime che compongono questa holding.
Dichiarazioni non fondamentali per le indagini, che raccontano un po’ di costume nell’ambito della criminalità. Come le raccontano gli uomini di Michele Senese, tatuatissimi con magliette con mani-che tagliate e gonfiati da ore di palestra, con tagli di capelli improbabili e un modo di fare che come si dice a Roma : è da “borgata”.
E se ti morsicano le probabilità di vivere sono molto basse. Disegnano alla perfezione i luoghi dove agiscono, mimetizzati nei quartieri e negli ambienti sociali che bazzicano e in cui fanno business. Sono il male che si insinua cercando di essere come te, di vestire come te, di parlare come te.
Sono cartine geografiche ambulanti che ti dicono dove colpiscono. Chi sta fuori dai bar di Cen-tocelle leggendo la Gazzetta dello Sport o giocando ai videopoker e chi fa l’aperitivo in terrazza in centro, spalla a spalla con imprenditori, politici e uomini e donne della Roma bene.