Un racconto dell’anormale normalità di tutti i giorni attraverso “crisi, separazione, guerra, morte e altre storie a lieto fine”. Tutto questo, ma non solo, è Paradossi e parastinchi, lo spettacolo portato in giro per l’Italia da Corrado Nuzzo e Maria Di Biase e diretto da Massimo Navone. Lo show, da noi visto alla Sala Hárpago di Catania all’interno della rassegna di cabaret organizzata dalla compagnia “ilgattoblu”, è composto da vari sketch introdotti ed intervallati da una serie di citazioni, lette dai due comici ed incentrate sull’amore e sul rapporto tra uomo e donna, che, tra il serio ed il faceto, portano ben presto i due a pronunciare parole poco gentili nei confronti dell’altro sesso. Tra i pezzi più graditi proposti dal duo c’è Tua sorella, pseudo-telenovela che ha avuto un buon successo nelle trasmissioni della Gialappa’s e a Zelig. Suddivisa in tre atti che vengono spalmati nel corso dell’esibizione, è incentrata sulla figura di un rampollo di una nobile famiglia decaduta che ama segretamente la sorella della sua ex moglie e in ogni modo cerca di dichiararsi; ma lei, spesso e volentieri, fa finta di non capire per non corrisponderlo, oppure lo prende in giro con la sua risata sardonica. Stranamente qui il tormentone “ci ha già pensato Rocco”, sempre presente quando lo sketch passa sul piccolo schermo, viene omesso, ma per il resto non manca la solita raffica di battute equivoche che coinvolgono anche la sorella del nobile. Un altro momento forte, anche questo proposto con successo in televisione, è rappresentato dal numero dell’agente immobiliare. Qui una donna precisa a livelli maniacali scambia un potenziale cliente per un altro dando così vita ad una serie di esilaranti equivoci che alla fine faranno scappare esasperato il possibile acquirente.
Inoltre, assistiamo anche alla classica scenetta in cui marito e moglie, privi ormai di qualsiasi intesa, litigano tra offese, battute e dispetti di vario tipo; nonostante il tema sia ampiamente abusato, il duo riesce comunque a rendere la gag molto divertente con l’aiuto di freddure e giochi di parole, nonché con l’uso di qualche frase nei loro dialetti d’origine (molisano e pugliese). Ci sono anche dei momenti individuali: la Di Biase interpreta una studentessa poco preparata che cerca in classe i suggerimenti delle compagne, mentre Nuzzo veste i panni di un prete moderno e stravagante che ascolta musica rock; pezzi comunque divertenti, che però ci confermano che la vis comica migliore dei due, quasi dei moderni Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, nasce proprio dalla loro interazione. Nel bis Nuzzo e Di Biase, che fanno coppia anche nella vita, festeggiano l’anniversario e per l’occasione si scambiano dei “Ti amo ma…” e “Ti amo anche se…”, degna conclusione di uno spettacolo molto gradito dal pubblico dove si esalta in modo comico-ironico ma non lontano dalla realtà la contrapposizione uomo-donna coi rispettivi vantaggi e svantaggi e la conseguente incomunicabilità tra i due sessi. Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, oltre ad essere molto simpatici sul palco, si dimostrano alla mano e con la battuta sempre pronta anche dietro le quinte, in occasione di una breve intervista che ci hanno gentilmente concesso.
Voi siete una coppia anche nella vita: come vi siete conosciuti?
Nuzzo: «Siamo da quindici anni insieme, quindi ci siamo conosciuti qualche tempo prima… sai che non mi ricordo? Dove ci siamo conosciuti?».
Di Biase: «…in una scuola di teatro!».
N: «Ah ecco, lo volevo dire!».
DB: «Una cosa banale, di una tristezza…».
N: «La cosa bella è che ci siamo messi insieme ma non volevamo lavorare mai insieme perché avremmo rovinato l’amore; invece poi per una serata con più comici abbiamo deciso di fare un unico pezzo insieme, ma giusto per quella sera… ma ci siamo talmente divertiti che è iniziato da lì anche il sodalizio artistico».
Cos’ha in comune la vostra “vera” coppia con quella che portate in scena?
Insieme ridendo: «…niente!!!».
N: «Ce lo chiedono in molti! Fortunatamente niente, se no ci saremmo già lasciati! Però con la nostra coppia hanno cose in comune tante coppie, anche di amici…».
DB: «…molti ci fermano e ci dicono che si ritrovano molto nella nostra coppia».
N: «Molto probabilmente abbiamo messo un po’ il dito nella piaga. Più facciamo questi due personaggi esagerati e più la gente ci si riconosce!».
Come dal teatro siete arrivati alla televisione?
N: «In modo fortuito perché Natalino Balasso, un grande attore comico insieme a cui ho lavorato una decina d’anni, senza dirci niente ha portato un video con un nostro pezzo alla Gialappa’s; quindi, pur non volendo andare in TV, ci siamo arrivati lo stesso e da lì non abbiamo più smesso e fortunatamente continuiamo ancora».
DB: «Ma stiamo smettendo, volevamo tranquillizzare tutti!».
A proposito della Gialappa’s, vorrei sottoporvi una riflessione: avete partecipato ai Mai Dire della Gialappa’s Band dal 2004 fino all’ultima edizione “in studio” del 2009. In seguito alla Gialappa’s non è più stato fatto fare, nonostante loro l’avrebbero fortemente voluto, un programma con comici in studio ma solo commenti a reality (Grande Fratello, Amici, ecc.). Vi manca lavorare con loro? Come vi spiegate l’eliminazione dai palinsesti Mediaset di questa formula?
DB: «Non è colpa nostra se non si è fatto più il programma! Ovviamente ci trovavamo benissimo con loro. Noi siamo passati a Zelig prima che loro decidessero di smettere il programma coi comici, quindi non gliel’abbiamo mai chiesto, e non sappiamo come mai».
N: «Forse quella formula era andata avanti per tanti anni, quindi bisognava cambiare e magari stanno facendo solo una pausa di riflessione».
DB: «Noi siamo andati a trovarli in radio, a R101 ci sono Marco e Giorgio, e li abbiamo visti tranquilli, inoltre hanno fatto Le Iene e Mai Dire Provini. Secondo me hanno solo avuto un momento di pausa.»
N: «Però se tornano noi ci siamo alla grandissima!».
Come nascono i vostri spettacoli? Che metodo di lavoro usate?
N: «Tutti gli sketch nascono sempre in teatro, di questo andiamo fieri perché alcuni creano le cose solo ed esclusivamente per la TV; nel nostro caso tutte le idee, anche quelle più folli, anche le gag con la Gialappa’s, sono sempre sperimentate e testate prima con il pubblico; facciamo tanto teatro e questo ci permette di avere un riscontro immediato con la gente in sala. Una volta che troviamo l’idea ci mettiamo al computer e la scriviamo; da lì diventa una cosa seriale e ogni settimana bisogna scrivere un pezzo diverso con le stesse tematiche [NdR si riferisce in questo caso ai programmi con la Gialappa’s]; è un lavoro molto particolare perché ogni volta pensi di aver esaurito il contenuto e in realtà poi un’idea letta su un giornale o una cosa che vedi in strada ti riattiva la fantasia e riparti. Il comico se si allontana dalla realtà perde molto… noi stiamo nei bar ad ascoltare anche i suoni».
DB: «…anche in strada. La notte io sto in strada e nei bar!».
Però spesso le battute vi vengono spontanee e giocate anche sull’improvvisazione
DB: «Sì, ma partiamo sempre dalla scrittura, negli anni sempre di più. Scriviamo un testo già comico e poi mettendolo in piedi lo personalizziamo rendendolo più facile da recitare e più comprensibile».
Domanda conclusiva: Cos’avrete voluto dire?
Insieme ridendo: «…ma veramente!».