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I peggiori 10 del 2013

Creato il 29 dicembre 2013 da Lalettricerampante
E anche questo 2013 sta per finire... E, come ogni anno, qui sul blog è tempo di classifiche di gradimento. Si incomincia con quella dei libri peggiori che ho letto in questi dodici mesi, per poi chiudere in bellezza con quella dei migliori.Il bilancio di quest'anno mi fa un po' paura: ho letto 135 libri, stando ad aNobii. Venti in più dell'anno scorso, ma qualche migliaio di pagina totale in meno (sì, lo so, queste statistiche non significano nulla... e non è importante tanto la quantità quanto la qualità... ma permettetemi comunque di rimanere un po' sbigottita).
Eppure, nonostante questi alti numeri,  devo ammettere che sono un po' in difficoltà nello stilare un elenco di dieci titoli peggiori. Nel senso che di libri, per me, proprio brutti brutti credo di averne letti solo tre o quattro, non di più. Sarà che i miei gusti si sono un po' affinati, che sto molto più attenta a che libri leggere, a che consigli seguire, a fidarmi molto di più dell'istinto senza lasciarmi abbindolare da titoli e copertine. Fatto sta che arrivare a dieci è stato difficile e ho incluso anche romanzi che non sono proprio brutti brutti, ma che per un motivo o per l'altro non mi sono piaciuti.
La classifica è, ovviamente, del tutto personale. L'ordine è del tutto casuale e cliccando sul titolo di ogni singola opera si arriva alla mia recensione.
I PEGGIORI 10 DEL 2013
LIBRI BRUTTI BRUTTI
IL TUTTOMIO  di Andrea Camilleri: niente da fare, io con Camilleri proprio non riesco ad andarci d'accordo. I romanzi di Montalbano non riesco a leggerli perché non riesco a capire il linguaggio utilizzato (ho delle difficoltà con tutti i dialetti, non solo con il siculo) e quelli che invece non parlano di Montalbano non riesco a leggerli perché proprio non mi piace la storia. Che sia ora di lasciar definitivamente perdere?
UN ATTIMO, UN MATTINO di Sarah Rayner: qui mi sono lasciata fregare dalla copertina tazzosa, molto molto bella e d'impatto. Peccato che poi la storia all'interno fosse molto scialba, banale ed talmente eccessiva nella sua tragicità da infastidire, più che commuovere.
MIRTILLI A COLAZIONE di Meg Mitchell Moore: questa, invece, me la sono andata a cercare. Sapevo del cambio di titolo effettuato dalla casa editrice (chissà quale, eh?), ma speravo che almeno un mirtillo nelle 312 pagine che compongono il libro ci fosse. E invece niente. Niente mirtilli, ma soprattutto niente spessore nella storia né nei personaggi, molto, molto insulsi. Cosa ho imparato? Non leggere più libri con faccioni in copertina.
AMORI IMPREVISTI DI UN RISPETTABILE BIOGRAFO di Penelope Lively: noia, noia, noia, noia... oh sì, e anche noia.
RICOMINCIO DA TE ( El bolígrafo de gel verde) di Eloy Moreno: ho apprezzato abbastanza la prima parte del romanzo, quest'uomo in crisi che si confronta con il mondo circostante, a cui si alternano flashback sul suo passato bambino. Mi è paciuta molto, molto meno la seconda parte, un po' troppo mistica e, secondo me, anche un po' confusa. Forse con un editing più attento (il romanzo si è diffuso tramite autopubblicazione e poi dopo pubblicato con una casa editrice), il risultato sarebbe stato diverso.
LIBRI CHE NON MI HANNO CONVINTA DEL TUTTO (più spiegazione del perché non mi hanno convinta del tutto)
I BACI NON SONO MAI TROPPI (Los besos no se gastan) di Raquel Martos: una storia di amicizia tra due donne, amiche d'infanzia e allontanatesi per un periodo a causa di un uomo, che si ritrovano improvvisamente e sembra che il tempo non sia mai passato. Peccato che poi tutta una serie di tragedie, una peggiore dell'altra, si accanisca su una delle due protagoniste con l'unico scopo di far piangere il lettore. A metà già si sa come andrà a finire. Peccato.
ISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICI di Paul Watzlawick: è una sorta di manuale di autoaiuto in chiave molto ironica, che mostra qual è il modo migliore per essere e apparire patetici. Dovrebbe essere un monito per chi vive così davvero, perché apra gli occhi. Ma in alcuni tratti l'ho trovato un po' troppo superficiale (fosse davvero così semplice, di persone infelici non ce ne sarebbero).
ALTA DEFINIZIONE di Adam Wilson: questo non è assolutamente un libro brutto, ma è uno di quelli da cui mi aspettavo tanto, tantissimo e che invece mi ha lasciato, una volta conclusa la lettura, un sapore amarissimo in bocca. Una forte delusione, insomma, causata forse più dalle mie aspettative che non dal romanzo in sé. E quindi finisce qui in mezzo. 
TUTTI MI DANNO DEL BASTARDO di Nick Hornby: Nick, non sai quanto mi dispiaccia infilarti in questa lista. Ma non posso evitarlo, anche se, forse, non è nemmeno del tutto colpa tua, ma della casa editrice che ha cercato di vendere questo racconto breve come un nuovo romanzo, con un'impaginazione imbarazzante per farlo sembrare più lungo. In lingua originale era uscito solo ed esclusivamente in ebook, e un motivo ci doveva pur essere. Un racconto che avrebbe tutto il potenziale per diventare un grande romanzo, uno di quelli a cui Hornby, anni fa, ci aveva abituato. E invece arrivi alla fine che nemmeno capisci come e perché sia finito. Peccato, davvero.
COCAINA di Massimo Carlotto, Giancardo De Cataldo, Gianrico Carofiglio: non ci fosse stato Carofiglio, questo libro (una raccolta di tre lunghi racconti, in realtà), sarebbe finito tra i libri brutti brutti. Per fortuna c'è lui, con un racconto meraviglioso, a salvare la baracca.
E i vostri libri peggiori quali sono?

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