I perché di un cambiamento

Da Nicla

Quando ho aperto questo blog, la mia idea era quella di coinvolgere più persone, blogger o no, nei contributi, come una sorta di redazione informale. Tra una cosa e l’altra, tra un Moschettiere da sfamare e un evento da organizzare, è normale perdersi, ma adesso ci siamo!

Oggi lascio la parola a Lety, l’anima web di Be4Eat, che ci racconta “i perché di un cambiamento”, il suo. Buona lettura!

Sono figlia di un medico che mi ha cresciuta a “quello che ti metto nel piatto va bene”: così i vecchi motti “mangia la bistecca, bevi il latte”, già duri a morire, per me sono ancora più radicati. Se lo dice un medico, pure madre, del vero ci sarà.

E invece, da quando collaboro con Be4Eat, ho scoperto che questi miti alimentari non solo non hanno fondamento, ma sarebbero pure dannosi. Confesso, all’inizio ero davvero scettica.  So che con i numeri e le statistiche ci si può giocare quanto si vuole, e che le malattie hanno tante cause, e che ci sono persone che pur onnivore arrivano a una veneranda età, e che tutto sommato in medio stat virtus.

Poi però ho cominciato a conoscere virtualmente tante altre persone che, per diversi motivi, hanno abbracciato una dieta vegana e ne hanno ricevuto solo che benefici. Certo la maggior parte ha un movente etico, ma c’è anche dell’altro. Quello che mi ha fatto riflettere di più sono state le mamme vegan, perché capisco fare una scelta così drastica per sé, ma coinvolgere anche un neonato è cosa seria.

Finché si tratta solo di te, puoi sperimentare quanto vuoi, mal che vada ti ritrovi con gli esami del sangue sballati. Ma quando stai crescendo una nuova vita che fai? Già la cosa è terrorizzante di per sé, se poi ci aggiungi tutto il corollario alimentare sei fritta.

Farò bene? Farò male? (Mangia la bistecca! Mangia la bistecca!) Aiuto!

Ammetto di essere golosa: rinunciare alla carne non sarebbe un grosso problema, non ne sono mai andata matta, ma il pesce…il latte…il formaggio…il LATTE!! E per favore non ditemi di provare i surrogati perché non è la stessa cosa, piuttosto rinuncio del tutto. È anche vero che ho scoperto certi sfizi vegani che fanno venire l’acquolina solo a sentirli nominare.

Così eccomi qui, in bilico tra il fidarmi di mamma-medico e una rivoluzione che coinvolgerà non solo me, ma anche pupo in arrivo e marito. Mi sto informando, leggo, studio, cerco confronti e rassicurazioni. Ma la domanda di fondo resta sempre la stessa: cos’è meglio per mio figlio? Questo, più di tutto il resto, mi sta convincendo che sono sulla buona strada.


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