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Ben diversa la storia di Ask.fm: ideato in Lettonia nel 2010, si basa anch'esso su una piattaforma di interazione "domanda-risposta"; lo scopo del sito è scrivere domande sul profilo degli altri membri o sul proprio e rispondere ad esse. Il servizio ha una struttura molto più "social" - una via di mezzo tra Facebook e Twitter - ed è basato principalmente sull'anonimato, in quanto è possibile scrivere le domande in forma anonima sulla bacheca degli utenti e seguire i propri amici senza che loro lo sappiano. E' si necessario registrarsi al sito, ma è possibile fornire dati falsi, età compresa (nelle «condizioni di utilizzo», è stabilito che gli utenti di Ask.fm devono avere almeno 13 anni, proprio come in Facebook). Ha un marketing molto aggressivo, soprattutto nei confronti del proprio target di riferimento, giovani tra i 13 ed i 20 anni, e proprio per questo ha sviluppato specifiche applicazioni "mobile" per smartphone e tablet, in modo da poter essere utilizzato da qualsiasi dispositivo connesso ad Internet, con estrema semplicità. Ha più di sessanta milioni di utenti registrati e, di questi, la nazione con più iscritti è proprio l'Italia, seguita da Brasile, Stati Uniti e Turchia.Ask.fm balza agli onori della cronaca nel 2013, dopo il suicidio di Hannah Smith, quattordicenne inglese che pare sia stata istigata a compiere l'atto estremo proprio su Ask.fm: la sua bacheca risultava infatti zeppa di insulti e inviti all'autolesionismo. Lo stesso premier inglese David Cameron chiese pubblicamente di boicottare il sito, definendolo «pieno di odio».Ma anche in Italia Ask.fm si è reso protagonista di vicende drammatiche, come nel caso di una quattordicenne di Cittadella (PD) che lo scorso Febbraio si è gettata nel vuoto. Anche in questo caso la sua bacheca su Ask.fm pullulava di messaggi che incitavano al suicidio, insulti e così via. Perfino dopo la sua morte la scia d'odio non si è fermata, trasferendosi sulla bacheca del ragazzo che stava con lei da circa un mese.Senza volermi addentrare nei contorni delle singole vicende, indubbiamente Ask.fm rappresenta un bel problema, in quanto dare così facilmente la possibilità di interazione a minori nel più totale anonimato incoraggia fenomeni di cyberbullismo, soprattutto (ma non solo, sia chiaro) nei confronti dei giovani più deboli o con problematiche pregresse, che diventano un facile bersaglio di cyberbulli nascosti dall'anonimato.Gli autori del sito lo difendono a spada tratta, rifiutando ogni accusa o responsabilità, ma la crescente pressione internazionale ha comunque sortito qualche effetto: è notizia degli ultimi giorni che Ask.fm ha promosso il nuovo "Safer Internet Center": si tratta di una sezione del sito che contiene suggerimenti e informazioni per tutti gli utenti, con particolare attenzione ai genitori, purtroppo al momento solo in lingua inglese. Dalle pagine del Safe Internet Center è possibile scaricare una guida in pdf dove si spiega come difendersi (rifiutando commenti anonimi), quali sono le regole sulla privacy e come effettuare segnalazioni per eventuali abusi. E’ altresì prevista una sezione ad hoc per i genitori con FAQ su come funziona ask.fm e su come si possano monitorare i propri figli. Nonostante l’attenzione ai consigli forniti dalla stessa società, è essenziale la consapevolezza che l’anonimato è un'arma spesso brutale e che è necessario prestare molta cautela quando si scrivono e si ricevono messaggi e risposte su un social network come Ask.fm. Probabilmente, ad oggi, l’unico modo per proteggersi davvero è non iscriversi ad Ask.fm.(Fonti: Wikipedia, ask.fm, Pionero.it, Il Mattino di Padova, Sicurinrete.it)Roberto Romano
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