Magazine Diario personale

I Personaggi

Da Gloutchov

Premessa: In seguito alle numerosissime richieste (3, 4 mail al massimo!) avute in forma privata, eccomi a riproporre su questo blog le mie lezioncine di scrittura, una volta alla settimana, tutti i lunedì. Per chi non le conoscesse, non si tratta di un vero "manuale di scrittura", bensì il frutto delle mie personali esperienze di scrittura... riportate qui sul blog, in modo che altri ne possano (forse) trarre vantaggio. Questo "grande ritorno" non significa che il blog cambi argomentazioni tout court e torni ad affrontare tematiche legate alla narrativa. Tutt'altro. Le stesse lezioncine verranno riproposte in formato "ridotto all'osso"... ma aggiornate al giorno d'oggi. Una sorta di Remake... che spero possa far contenti alcuni dei miei lettori.



Nella mia risibile esperienza ho imparato una cosa importantissima. Nulla va lasciato al caso. Il lettore è sempre più attento e sempre poco propenso a "lasciar correre" sulla più piccola incongruenza trovata in un testo.
E' importante non tradire le aspettative di un lettore. Lo scrittore lo sa benissimo e, nell'eventualità che non lo sappia, se lo deve imprimere a fuoco su una spalla (ok... sto esagerando!). Mi è capitato spesso, leggendo romanzi scritti da alcuni scrittori esordienti che mi chiedevano una valutazione, di trovarmi di fronte a dei personaggi inverosimili:
  1. Ragazzi di vent'anni a capo di multinazionali di rilevanza mondiale che... allo stesso tempo andavano ancora al liceo;
  2. Personaggi che scrivono con la destra, fumano con la sinistra, etc etc;
  3. Eroi che un attimo prima sembrano spaesati e, l'attimo successivo sono padroni della situazione e conoscono tutti i particolari di un luogo in cui non sono mai stati;
  4. Lunghezza dei capelli che cambia da una pagina all'altra;
  5. etc...etc...

Costruire un personaggio è un lavoro impegnativo, e per niente banale. Non basta scegliere un nome: bisogna costruire una "vita". Il nostro personaggio ipotetico, "Luigi", che di notte diventa il super-eroe "Luigi con la Maschera", non può essere identificato da dei semplici e banali dati anagrafici (maschio caucasico, 34 anni, occhi azzurri, capelli castani, alto 178 centimetri, una piccia sulla maniglia dell'amore destra). Deve avere un background, deve avere delle passioni, dei gusti personali, una storia.
Per questo motivo, prima di fare entrare in scena un personaggio, lo scrittore dovrebbe costruirsi una sorta di "carta di identità" della figura che desidera. Bisogna scrivere una storia...
[...]Luigi è un operaio metalmeccanico. Lavora in una piccola azienda nei pressi di Torino e, passa le giornate a fare bulloni per la nuova Fiat Palla. Il suo capo è un vero "simpaticone" e gli affibia i turni peggiori. Tutto ciò perché la sua segretaria ha un debole per Luigi e, ogni volta che lo vede gli rivolge tutte le attenzioni possibili. Luigi è alto 178 centimetri. E' leggermente sovrappeso e ha una piccia sulla maniglia dell'amore destra. Ama i super eroi della Marvel. Li legge da quando era un bambino e, ora che è un adulto di 34 anni, passa le notti vestito con una maschera sugl'occhi e la sua tuta da operaio legata in vita. Lui è "Luigi con la Maschera", il terrore dei criminali, l'incubo dei precari, il brivido lungo la schiena dei padroni schiavisti.
Luigi vive in un piccolo appartamentino con un gatto grigio che si chiama Nebbia. Non si occupa della casa. La sua vicina fa i lavori delle pulizie per lui, in cambio di compagnia nelle sere in cui lui non esce a fare il super-eroe. La vicina, infatti, è una pensionata di 87 anni, segretamente innamorata di Luigi e, allo stesso tempo, vedova di tre mariti (tutti morti per infarto... nel letto matrimoniale!). Luigi ha una vecchia utilitaria, la Fiat Pilla, scassata e arrugginita. Ha già preso 12 multe per aver circolato nei giorni in cui i veicoli inquinanti non possono girare. Ma la sua fabbrica è in centro e lui vive in periferia[...]

Un background accurato consente all'autore di non cadere in contraddizione (perché conosce il personaggio tanto quanto un collega di lavoro... o un amico), e fa felice il lettore che non si trova di fronte ad una figura cliché... una figura che annoia e allontana dal piacere della lettura.

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