Nel precedente articolo ho detto che Nettuno è l’ottavo e ultimo pianeta del Sistema Solare, ma sono più che sicuro che la maggior parte dei lettori ne ricorderà almeno un altro: Plutone.
Cos’è successo? Aeon ha dimenticato un pianeta? Assolutamente no, è accaduta una cosa molto più imprevedibile: Plutone non è più un pianeta e non intendo che sia stato distrutto o cose del genere. Andiamo con ordine.
Fin dai tempi della sua scoperta, che risale al 18 febbraio del 1930 (che si deve a Clyde Tombaugh ed è stata effettuata presso l’Osservatorio Lovell, Arizona), molti studiosi non erano concordi nell’affermare che Plutone fosse un pianeta per via delle numerose anomalie che presenta (delle quali parleremo fra poco). La posizione di quello che allora era considerato il nono pianeta del Sistema Solare, fu calcolata in base al comportamento giudicato anomalo di Nettuno, che sembrava continuare nella sua orbita in un modo diverso da quello previsto, come se ci fosse l’attrazione si un altro pianeta più esterno ad alterane la traiettoria. Però le misurazioni dimostrarono che la massa di Plutone è troppo piccola (è più piccolo della nostra Luna) per generare una gravità sufficiente a disturbare un gigante come Nettuno, così si scatenò la caccia al decimo pianeta, il famoso Pianeta X (dove X sta sia per il “decimo” che per “misterioso”).
Inaspettatamente, nel 1989 la sonda Voyager 2 permise di scoprire che la massa di Nettuno era stata calcolata male e che, alla luce della massa giusta, non esisteva nessuna anomalia nell’orbita nettuniana, quindi era automaticamente svanita anche la necessità del Pianeta X.
Plutone è stato considerato a tutti gli effetti il nono pianeta del Sistema Solare fino al 24 agosto 2006, quando l’Unione Astronomia Internazionale lo ha riclassificato come pianeta nano.
Un pianeta nano è qualunque oggetto orbitante intorno a una stella che abbia sufficiente massa da assumere una forma sferoidale, ma non da ripulire la sua orbita da altri oggetti di dimensioni confrontabili. Alcuni astronomi però hanno espresso dissenso verso questa definizione perché, a loro dire, non è abbastanza rigorosa.
Vediamo di capire meglio cosa sia un pianeta nano cominciando proprio dal “povero declassato” Plutone.
PLUTONE
Questa immagine ripresa dal Telecopio Orbitale Hubble è una delle migliori in circolazione che si possano trovare ritraenti Plutone; infatti è troppo piccolo per essere visto chiaramente dalla Terra. Si potranno avere, finalmente, immagini definite quando la sonda NASA New Horizons effettuerà un fly-by su questo oggetto nel 2015.
Plutone ha un diametro di 2300 chilometri circa (la nostra Luna ha un diametro medio di 3470 chilometri, quindi circa un migliaio di più) e impiega ben 248 anni terrestri per effettuare un orbita intorno al Sole, per via della sua notevole lontananza. Una delle cose più strane di questo oggetto è la notevole inclinazione del suo piano orbitale rispetto a quello dell’eclittica e addirittura, per un breve tratto della sua orbita, Plutone si trova più vicino al Sole del pianeta Nettuno.
Per via delle difficoltà di osservazione, non esiste una mappa certa della superficie e non si conosce esattamente la sua composizione. L’ipotesi più accreditata ritiene che la superficie sia irregolare e sia formata da ghiaccio e metano. Probabilmente all’interno di può trovare un nucleo di silicati.
Un’altra cosa molto interessate di Plutone è il fatto che esso formi un vero e proprio sistema binario col suo satellite maggiore, Caronte: il centro di gravità attorno il quale ruotano è esterno a Plutone, quindi ognuno dei due ruota intorno all’altro contemporaneamente. Ci sono altri quattro satelliti naturali: Notte (il più piccolo), Idra (il più lontano) e altri due piccoli satelliti recentemente scoperti e ancora sprovvisti di nome.
Ecco un immagine di Plutone e Caronte confrontati con la Terra e la Luna:
Plutone però non è solo fra i pianeti nani, infatti ne esistono molti altri ed ecco quelli più degni di nota.
ERIS
In questa immagine, purtroppo molto sgranata, si può vedere Eris al centro e il suo satellite Dismonia. Arriva a essere lontana dal Sole anche il doppio della distanza massima di Plutone: è talmente lontana che impiega circa 557 anni terrestre a completare un giro di rivoluzione; tuttavia, coi suoi 2.330 circa chilometri di diametro è il più grande pianeta nano del Sistema Solare, più grande anche di Plutone.
MAKEMAKE
Questo oggetto dal buffo nome (il dio della creazione secondo la mitologia dell’Isola si Pasqua) è il terzo pianeta nano del Sistema Solare, coi suoi 1500-2000 chilometri di diametro. Stranamente non possiede satelliti. Makemake impiega più di 300 anni per completare un orbita intorno al Sole.
CERERE
Forse qualcuno ricorderà questo oggetto, infatti ne ho parlato nell’articolo sulla Fascia Principale. Cerere è l’oggetto più massiccio della Fascia Principale (o Fascia degli Asteroidi) coi suoi 970 chilometri di diametro, ed è anche l’unico pianeta nano che si trova nella parte interna del Sistema Solare e non ai suoi confini.
A proposito, cosa c’è ai confini del Sistema Solare? La faccenda è effettivamente un po’ complicata.
Tutti i pianeti nani di cui abbiamo parlato, tranne Cerere, fanno parte della Fascia di Kuiper, una fascia di asteroidi esterni all’orbita di Nettuno. All’interno della fascia ci sono molti altri oggetti di ragguardevoli dimensioni, che spesso si trovano in risonanza orbitale con Nettuno.
Se procedessimo ancora di più verso l’esterno del Sistema Solare troveremmo ci troveremmo in una regione ricca di planetoidi ghiacciati chiamata Disco Diffuso. Il più famoso oggetto di questa regione è Sedna, scoperto nel 2003 e del diametro di 1200-1800 chilometri. Può arrivare a distare dal Sole anche 5 giorni luce e infatti impiega ben 12.000 anni terrestri a compiere un giro di rivoluzione completa.
Ma i veri confini del Sistema Solare sono rappresentati dalla Nube di Oort:
In questa immagine possiamo vedere la Nube di Oort (la massa grigia più o meno sferica) e anche una rappresentazione schematica di tutto il Sistema Solare.
La Nube di Oort è una colossale nube sferica (probabilmente), formata principalmente da comete, che circonda tutto il Sistema Solare. Il suo limite potrebbe trovarsi anche a oltre un anno luce dal Sole e, per via della sua enorme distanza e della sua scarsa luminosità, non è mai stata osservata direttamente, infatti la sua esistenza è soloun’ipotizzata (nell’immagine sembra una massa opaca ma è solo un’esagerazione per renderla visibile, infatti risulta del tutto trasparente ai telescopi). Secondo le teorie attuali, le comete di lungo periodo avvistate negli ultimi anni dovrebbero provenire da questa zona.
La nube dovrebbe essere il residuo della nebulosa dalla quale si è formato il Sole e tutto il suo sistema, circa 5 miliardi di anni fa. Anche le altre stelle dovrebbero avere la loro nube di Oort ed è molto probabile che le nubi di due stelle vicine si intersechino, quindi potrebbe anche capitare uno “scambio” di comete.
Ricordo di aver visto la cometa Hale-Bopp durante il suo passaggio nel 1997, è molto probabile che essa provenga dalla Nube di Oort e che abbia compiuto un lunghissimo viaggio nello spazio fino all’orbita dei pianeti interni, o forse il suo viaggio potrebbe essere stato più lungo: se è possibile che due stelle si scambino delle comete, potrebbe la Hale-Bopp essersi originata in un altro sistema vicino e aver compiuto un lunghissimo viaggio interstellare? Sicuramente no, ma l’idea rimane in ogni caso molto affascinante, specialmente per chi si diletta con la scrittura, o sbaglio?
Purtroppo, questo l’ultimo articolo della serie sul Sistema Solare, spero che sia stato di vostro gradimento! Per chi se lo stesse chiedendo, sto già preparando nuovi argomenti.