No, non intendo tornare sullo scambio di battute tra il professore e Berlusconi, ma solo sulla terribile analogia tra questa gaia scienza del nulla elettorale e la realtà del Paese. Infatti la fiaba del pifferaio magico, forse una delle prime che mi è capitato di leggere, è una delle poche se non l’unica che non si basa esclusivamente sulla fantasia e su “morfologie” comuni alla favolistica , ma allude a un fatto reale. Un terribile evento che non ha nulla a che vedere direttamente con i topi, ma con la morte di un certo numero di bambini. La storia atroce – secondo documentazioni posteriori – pare fosse “ricordata” in una vetrata della cattedrale di Hameln in Bassa Sassonia risalente al 1300, cioè a pochi anni dopo dopo i fatti: bimbi vestiti di bianco che seguono il pifferaio.
Sulla tragedia, che corse poi come narrazione fantastica, ci sono varie ipotesi, ma le principali sono che un gruppo di bimbi sia stato travolto da una frana negli argini del fiume Weser e trascinati nelle acque, oppure siano morti per un’epidemia di peste (ed ecco perché compaiono i topi anche se solo a partire dal 1500) o ancora, forse la più consistente, che un reclutatore abbia indotto i piccoli a seguirlo per una folle crociata dei bambini oppure li abbia convinti a lasciare la città per andare a fondare un nuovo villaggio (succedeva a quei tempi) e nessuno li abbia più visti. Un iscrizione risalente ai primi anni del Seicento dice: « Nell’anno 1284, il giorno di Giovanni e Paolo il 26 di giugno Da un pifferaio, vestito di ogni colore, furono sedotti 130 bambini nati ad Hameln e furono persi nel luogo del martirio vicino alle colline. »
Può anche darsi che le varie storie s’intreccino, che i bimbi siano morti in un qualche incidente dopo la loro partenza. E’ una storia che ho appreso insieme alla favola stessa e dunque mi è stato impossibile non pensare ai pifferai che ci stanno portando alla rovina, a qualche crociata o su un “sentiero di dolore” come può anche essere intesa la parola calvarie nell’iscrizione.
Bè non c’è che dire, anche non sapendolo hanno scelto la favola giusta.