Magazine Cultura
Nei miei viaggi peregrini tra le pagine imbrattate di inchiostro, mi obbligo a volte a lasciarmi cadere tra le braccia degli autori più famosi, quelli che scrivono best sellers, campioni di incassi. Mai avevo letto qualche cosa di Ken Follett e ora posso dire capisco il perché.
Tra i tanti libri dell'autori milionario, ho scelto questo solo perché mi conduceva nel mio periodo storico più amato, il medioevo.
Ma questa è una storia gastronomica, non un'avventura storica.
Enogastronomica perché è una perenne 'ricetta' per fare il brodo, e per allungarlo a dismisura in modo da perpetrarne l'esistenza. Il problema è che alla fine, a furia di allungare, il brodo diventa acqua, orribilmente imbevibile.
Ha un solo fascino questo libro. Qualche chicca, vera o presunta tale non importa, sulla vita del tempo, sulle abitudini. Ma molte cose sono tagliate via, molte scelte narrative sono discutibili.
E poi non finisce mai, ogni volta si ricomincia daccapo, ripetendo fatti, azioni, angherie...
Ne sono uscito, e fine.
Ho letto un libro di Follett e finalmente so chi è.
Ora posso dedicarmi a ben altro.
Mi butto su un Vitali, proprio per rivitalizzarmi.
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