Provate a mettere insieme tutta una serie di pensieri e problemi che molto spesso, quotidianamente, rovinano l'esistenza di molti di noi, adulti o bambini che siamo. Pensiamo a un padre in carriera, tanto preso dai suoi impegni d'ufficio da dimenticarsi della donna che gli è accanto, dei suoi due bambini che ormai sono diventati grandi anche senza le sue amorevoli attenzioni. E infatti oggi quest'uomo è da solo, vede i bambini un week end si e uno no, e non ha nulla nel frigo se non la sua misera solitudine. Insomma il cinema di queste storie ne ha raccontate molte, l'idea magari non alletta, ma a ben vedere in questo film c'è qualcosa di fiabesco e divertente. Una valanga di ironia a condire momenti anche delicati, soprattutto provando a vedere la storia, con gli occhi di un bambino.
I pinguini di Mr. Popper, di Mark Waters (Se solo fosse vero, Spiderwick - Le cronache, La rivolta delle ex) è una piacevole commedia, di quelle che proprio non si può fare a meno di vedere sul divano la domenica pomeriggio, con i tuoi bambini che sembrano ipnotizzati, e tu e il tuo compagno/a che vi guardate rassegnati ma felici, pensando che si tratta solo della settantaquattresima volta che vedete Popper e i suoi adorabili pinguini. Ma va bene così, e va bene anche a me perché da circa una settimana in casa mia altro non si vede che Popper. Ma cos'è che ci fa innamorare di questo film? Beh, la risposta non è difficile, no? Voglio dire, Jim Carrey non ha mica problemi a farsi amare, colui che ha sempre la battutina pronta e che trova comunque il modo di mascherare i suoi dolori con tutta una serie di smorfie e una padronanza del proprio volto, che veramente non ha bisogno di presentazioni.
Popper è in corsa per la promozione e il suo unico obiettivo è il Tavern on the Green, locale storico in Central Park (particolarmente a cuore al nostro Popper). Dovrà convincere la signora Van Gundy/Angela Lansbury, ma il lavoro più grande è proprio quello che dovrà fare con sé stesso. Il padre prima di partire per "l'ultimo viaggio", spedisce un insolito souvenir al figlio, ebbene, un pinguino "vero". Dal primo coinquilino pengue "Capitano", si arriva a completare lo squadrone con altri cinque splendidi esemplari Papua: Amoroso, Puzzoso, Tontino, Mordicchia e Urlacchia. Nel mentre poi, due piccole uova si schiuderanno e...che ve lo dico a fare, Baby Pinguini, Immaginate un po' voi.
Quello che mi porta, ormai da un po' di tempo, a riconoscere in un comico, un grande attore, è la capacità di confrontarsi con personaggi a prima vista superficiali, quelli che al contrario, una volta emersi per quelli che sono, non si dimenticano più. Mi viene in mente il momento (a mio avviso più ironico e commovente) in cui Popper, subito dopo aver salutato i figli e la moglie, entusiasti della serata passata con il padre, ferma un passante e gli dice: i miei figli vogliono stare con me! - "E chissene frega", risponde questi.Da una lettera, scoperta in realtà solo verso il finale del film, si svelano poi i sentimenti più sinceri di un padre assente di qualche anno fa e quelli del padre assente (che decide invece di darsi un'altra possibilità), di oggi. Tom Popper si riprenderà in mano la propria vita, riconquisterà la propria famiglia, la fiducia dei figli e lo stupore di ritrovarsi a cercare su google le più convenevoli e attente cure, da prestare a una famiglia di pinguini. C'è anche il cattivo, il guardiano dello zoo che vuole portar via i pinguini a Popper, un Clark Gregg molto convincente devo dire. Ci piace anche la bella Carla Cugino/signora Popper.
Si ride, tanto almeno quanto il numero di "P" che ascolteremo durante il film e, a proposito di P, quanto ci piace il balletto con i pinguini di Popper che ricorda tanto quello di Dick Van Dyke in Mary Poppins?Tanto. Bene, con questa concludo, anche perché mio figlio già è pronto col telecomando in mano, a chiedermi di far ripartire questi pinguini di Mr. Popper che sembrano ormai, aver invaso perfino casa nostra...