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I pirati del voto espropriato

Creato il 12 aprile 2012 da Albertocapece
I pirati del voto espropriato

Jasmin Maurer, leader del Pirati nella Saar

Ormai è una tendenza europea: si va a votare, si esprime una posizione, ma poi questa viene in qualche modo snobbata e deformata da forze politiche più attente ai propri apparati e ai rapporti con i potentati economici. E questo scollamento costituisce non soltanto un’indebolimento delle forze di cambiamento, ma anche un brodo di coltura per la crescita di movimenti e di ribellioni di cui è arduo interpretare le dinamiche, la collocazione, i programmi, la consistenza.

L’Italia è in qualche un modo un faro di questa palude in cui si è invischiato il continente, ma anche altrove si cominciano ad avvertire i sintomi di qualcosa che proprio non funziona. E’ successo due settimane fa in Saarland, il più piccolo del Land tedeschi ad eccezione della “città stato” di Brema. Le elezioni hanno registrato l’esplosione dei Piraten, mai esistiti prima, nati a Berlino, città “sperimentale” per eccellenza, qualche mese fa, ma che hanno conquistato nella piccola provincia il 7, 5%.

I risultati  in effetti sono paradossali: la Cdu è arrivata al 35%, guadagnando lo 0,2% ma solo grazie al suicidio dei liberali che dal 9% del 2008 sono scesi all’1,2%. Alcuni commentatori, dimostrando la sconfitta dell’intelligenza, parlano di successo della Merkel che invece è andata incontro a un nuovo bagno. L’Spd è arrivata al 30,6% prendendo voti sia dalla Linke (16,2% contro il 19% della precedente tornata) e dai Verdi (5% contro il 6% di prima). Tutti hanno subito emorragie dai pirati, anche se soprattutto a sinistra.  Siccome l’Spd ha difficoltà ad allearsi con la Linke anche in questo caso si è formata  una grottesca grosse koalition con i conservatori . Così abbiamo che il centrodestra rappresentato dal 36,2% dei consensi, contro il 63,8% dell’opinione classificabile come progressista,  da oggi regge le fila del gioco grazie a un presidente della Cdu. Di più abbiamo un 30% dell’elettorato che si esprime su posizioni di contrasto profondo e radicale con le idee di governo espresse in termini sia locali, che nazionali, ma che rimane di fatto senza voce in capitolo. E’ facile vedere che nella sostanza siamo di fronte a un voto espropriato da una penetrante rete di potere che non vuole cambiamenti.

E’ naturale che  l’elettorato più giovane finisca per scegliere qualcosa di alternativo, anche se dai contorni non del tutto chiari. E dai sondaggi parrebbe che i Pirati siano in grado di raggiungere il 13 e passa per cento in elezioni nazionali. In effetti, secondo la stampa tedesca la grosse koalition è ormai percepita come una sorta di anomalia, soprattutto dall’elettorato progressista che appena può cerca altre strade. La Spd ormai lo ammette e in Saarland la sua crescita è dovuta soprattutto ai sondaggi sbagliati che la davano in testa, quindi probabilmente libera dalla necessità, diciamo pure dalla volontà, di doversi alleare con la destra o comunque in una posizione di forza rispetto ai conservatori.

Questo ci porta a un secondo paradosso, oltre a quello del voto sostanzialmente non rispettato: che il tradimento degli elettori da parte delle formazioni storiche, suscita per reazione la nascita di movimenti alternativi che finiscono per aiutare la destra conservatrice, dove ovviamente questi fenomeni incidono molto di meno. E alla fine succede che interi Paesi vengano traditi da se stessi.

 


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