L'arresto di 60 personalità di spicco - politici, alti burocrati, costruttori, i figli di tre ministri - e il coinvolgimento diretto di quattro ministri di stretta osservanza erdoganiana (Interni, Economia, Ambiente e Pianificazione Urbana, Politiche Europee) in una serie di inchieste su appalti, tangenti e traffici con l'Iran hanno sconvolto il Paese.
Lo shock è stato enorme: soprattutto perché l'AKP (ak in turco vuol dire "bianco" e "puro"), sin dal suo esordio nel 2002, si è presentato come il partito capace di combattere la corruzione endemica che aveva causato lo sconquasso economico degli anni Novanta, di eliminare la povertà diffusa, di espandere le libertà compresse dal regime militarista (yolsuzluk, yoksulluk, yasaklar).
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