Gli antichi "materassi"
Già 77.000 anni fa i nostri antenati utilizzavano i materassi, vale a dire dei giacigli preparati con soffici piante africane, alcune delle quali avevano una funzione repellente nei confronti degli insetti. La scoperta è stata fata una squadra internazionale di archeologi che ha illustrato la sua scoperta su "Science".Gli antichi materassi, se così si vuol chiamarli, sono stati ritrovati nel riparo roccioso di Sibudu, nella provincia di Kwaulu-Natal, nell'Africa meridionale. Insieme con questi primitivi giacigli sono state ritrovate punte di freccia in osso e monili ricavati dalle conchiglie che sono tra i più antichi reperti mai ritrovati. Estremamente interessante è stata la scoperta di una colla composta da resina e ocra. Questi reperti sono di 50.000 anni antecedenti ad esemplari analoghi finora noti.
Gli antichi giacigli sono stati ritrovati dove gli archeologi scavano dal 1998 e sono composti da fusti e foglie di piante acquatiche (falasco, giunco, cryptocarya woodii) che tuttora vengono utilizzate dalla popolazione locale per intrecciare stuoie. Queste piante sono state disposte in una sequenza di strati di qualche centimetri di spessore. I più antichi giacigli risalgono a 77.000 anni fa, quelli più recenti sono di 38.000 anni fa e testimoniano, in tal modo, due fasi di occupazione distinte: in quella più antica i materiali utilizzati per confezionare i giacigli sono soprattutto le foglie di cryptocarya woodii, una pianta dalle proprietà aromatiche, medicinali e repellenti nei confronti degli insetti; vi è poi una fase successiva, nella quale sono state preferite piante acquatiche come il giunco e il falasco. Probabilmente, pensano i ricercatori, queste due fasi corrispondono a due distinte popolazioni avvicendatesi sul medesimo territorio. Del resto intorno a 50.000 anni fa l'uomo moderno cominciò a spostarsi dall'Africa per poi rimpiazzare, con il tempo, altre forme umane più antiche come i Neanderthal.
I giacigli, oltre che per dormire erano utilizzati come piani di lavoro. Un esame al microscopio ha rivelato che gli abitanti li sostituivano periodicamente e li bruciavano con regolarità, forse per liberarsi degli insetti.